La banalità del male: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎La carriera di Eichmann: Migliorato collegamento
m →‎La carriera di Eichmann: Aggiunti collegamenti
Riga 46:
Trovatosi ad organizzare l'emigrazione in pieno tempo di guerra, ebbe l'idea di realizzare il progetto del [[Führer]] di uno Stato ''Judenrein'' spostando tutti gli ebrei nella parte orientale della [[Polonia]], fuori dal Reich tedesco. Incontrate le resistenze di [[Hans Frank]] – governatore della Polonia, il quale non sopportò di vedere prevaricata la propria autorità – abbandonò l'iniziativa personale, sinceramente convinto che Frank volesse pensare da sé agli ebrei residenti in Polonia, e si dedicò ad attuare progetti assegnati al suo ufficio da tempo, ma giacenti in quanto irrealizzabili, come [[Piano Madagascar|l'emigrazione di quattro milioni di ebrei in Madagascar]], progetto assegnatogli dall'RSHA come mascheramento (come ovvio, poiché non vi erano mezzi né possibilità logistiche per spostare quattro milioni di persone in un territorio francese, con l'[[oceano Atlantico]] saldamente in mano agli [[Gran Bretagna|inglesi]]).
 
A lui si deve l'organizzazione di [[Campo di concentramento di Theresienstadt|Theresienstadt]], ghetto – campo di concentramento "umano", realizzato a scopo propagandistico (unico campo visitabile dalla [[Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale|Croce Rossa]]; quando dei rappresentanti in visita chiesero di poter vedere anche il campo di Bergen-Belsen, gli fu impedito sostenendo che era in atto un'epidemia di tifo) e presentato dai nazisti come "tipico esempio di insediamento ebraico". A Theresienstadt venivano deportati principalmente vecchi e personalità ebraiche in vista: era un paese di campagna evacuato, recintato per l'occasione, dove alle alte personalità ebraiche veniva fatto credere di vivere al confino. I loro averi erano confiscati col pretesto di pagare l'alloggio in cui vivevano, che - secondo la propaganda nazista - sarebbe diventato di loro proprietà. Solo in seguito divenne evidente la funzione propagandistica del campo di concentramento ed il suo vero ruolo di "centrale di smistamento" verso gli altri lager.
 
Due mesi dopo l'attacco all'[[Urss]], [[Reinhard Heydrich]] mise al corrente Eichmann della decisione del Führer: la soluzione finale. Egli durante la deposizione si perde a raccontare i dettagli del suo senso di vuoto, coerentemente con sé stesso. Lo sterminio non sarà mai nominato: si useranno termini quali “soluzione finale” e “lavoro all'est”.
 
Al termine della riunione, ad Eichmann verrà ordinato di esaminare il nuovo [[campo di concentramento di [[LublinoMajdanek]]. Qui abbiamo altre prove dell'assoluta normalità di quest'uomo, e di come l'idea che in lui vi sia un “male radicale” sia senza senso: egli è vicino a svenire quando gli viene mostrata un'esecuzione (effettuata collegando il motore diesel di un sommergibile russo ad una baracca di legno sigillata); scapperà dal campo per rifugiarsi a contemplare le forme di una stazione ferroviaria, e da qui eviterà sempre di recarsi nei campi di concentramento, eccetto [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]]: qui gli erano evitate le visioni più crudeli, in quanto buon amico del direttore [[Rudolf Höß]].
 
Sapeva quindi il destino degli ebrei da lui deportati, e malgrado questo ed il senso di disagio non fece nulla per impedirlo; si costrinse anzi a lavorare con più zelo, per bilanciare le sue repulsioni. Di fronte alle prove che Eichmann aveva coscienza di quanto provocato dalle sue azioni, il suo avvocato dichiarò che egli aveva agito per [[ragion di Stato]]: ma accettare questa tesi avrebbe significato accettare la tesi che Hitler stesse agendo per il bene dello Stato.
 
Dalla [[conferenza di Wannsee]], in cui fu spiegato ai vari ministri che Hitler voleva procedere alla soluzione finale, Eichmann ne uscì rinfrancato: egli per la propria estrazione sociale aveva soggezione di fronte a chi avesse completato gli studi oppure occupasse una buona posizione sociale, e si convinse che – dopotutto – se quella gente così rispettabile si era dimostrata entusiasta della proposta, non spettasse a lui giudicarla.