Carnevale di Ivrea: differenze tra le versioni

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Nei tre giorni di carnevale, lungo le vie cittadine, si svolge la tradizionale sfilata alla quale partecipano carri, gruppi folcloristici e bande musicali provenienti, su invito, anche da altre regioni italiane o da altri paesi europei. Ogni anno dunque il carnevale presenta elementi di novità, ma la tradizione rimane ben ancorata a due elementi: la ''sfilata del corteo storico'' e la ''battaglia delle arance''.
 
Durante la sfilata del corteo, il momento di massima partecipazione emotiva ed identificazione degli eporediesi con la loro festa è rappresentato dal passaggio della ''Mugnaia'', l'eroina delle festa, sottolineato dagli applausi e dalle grida di evviva degli spettatori. La sposa eporediese designata ad impersonare la "vezzosa Mugnaia" sfila su un carro dorato, indossando una, lunga veste di lana bianca, attraversata da una fascia verde di seta sulla quale è appuntata una coccarda rossa con i simboli del carnevale. Sulle spalle porta una mantella di [[ermellino]] ed in testa indossa il rosso [[berretto frigio]] a forma di calza, che le scende su un lato del viso. Assieme a lei sul carro stanno damigelle, paggi ed attendenti che l'aiutano nelle operazioni di lancio generoso di caramelle e di rametti di [[Acacia dealbata|mimosa]].
 
Davanti al carro della Mugnaia sfilano gli ''Alfieri'' con le antiche bandiere dei rioni; poi viene il corteo a cavallo guidato dal ''Generale''; dietro a lui sfilano gli ufficiali dello ''Stato Maggiore'' e le ''Vivandiere'', con le divise blu e rosse dell'esercito napoleonico; vi partecipa anche il ''Sostituto Gran Cancelliere'', che indossa un costume di [[velluto]] nero, porta in capo [[parrucca]] e tricorno e tiene con sé il "Libro dei Verbali". Per antica tradizione, risalente al [[1808]], i fatti salienti di ogni carnevale vengono verbalizzati dal decano dei notai della città; esso assume così il ruolo di Gran Cancelliere, e nomina simbolicamente un sostituto che partecipa in sua vece alla sfilata ed alle altre celebrazioni carnevalesche. L'originale del primo verbale del 1808 però fu distrutta, nella sua copertina vecchia di duecento anni, a causa dell'imperizia dell'allora notaio Ezio Liore.