United States Army Air Forces: differenze tra le versioni

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Le '''United States Army Air Forces''' (abbreviazioni comunemente utilizzate: '''U.S. Army Air Forces''',<ref>"U.S." è la [[sigla]] di "'''U'''nited '''S'''tates".</ref> '''USAAF''')<ref>USAAF è l'[[acronimo]] di "'''U'''nited '''S'''tates '''A'''rmy '''A'''ir '''F'''orces".</ref> ricoprirono, dal [[1941]] al [[1947]], il ruolo di [[Aeronautica militare|forza aerea]] degli [[Stati Uniti d'America]]. Parti integranti delle [[United States Armed Forces|forze armate statunitensi]] durante la [[seconda guerra mondiale]], erano poste alle dipendenze dell'[[United States Army|esercito americano]]. Il 18 settembre [[1947]], con l'approvazione del ''[[National Security Act del 1947|National Security Act]]'',<ref>Collegamenti esterni in punto:
* {{cita web|url=http://www.nationalmuseum.af.mil/factsheets/factsheet.asp?id=3449|titolo=Testo delle sezioni 207 e 208 del ''National Security Act of 1947'' autorizzanti la creazione di una forza aerea indipendente|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120308000247/http://www.nationalmuseum.af.mil/factsheets/factsheet.asp?id=3449|dataarchivio=8 marzo 2012}}
* {{Cita web|http://www.state.gov/r/pa/ho/time/cwr/17603.htm|Informazioni sul ''National Security Act of 1947'' nel sito del dipartimento di Stato USA}}
</ref><ref>{{vedi anche|United States National Guard#Leggi che riguardano la National Guard nelle sue due forme (state e federal)}}.</ref> venne istituito il [[United States Department of Defense|Dipartimento della Difesa]], comprendente le tre forze armate di [[United States Army|esercito]], [[United States Navy|marina]] ed aeronautica la quale ultima venne riconosciuta con la nuova denominazione di [[United States Air Force]].
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La probabilità della partecipazione statunitense alla seconda guerra mondiale stimolò la più radicale riorganizzazione di un settore aeronautico mai verificatasi nella storia, sviluppando una struttura che al contempo unificava il comando di tutti gli elementi aerei e vi conferiva totale autonomia a partire dal marzo 1942. Il 20 giugno 1941, in conformità alla ''[[United States Department of War]] of Army Regulation 95-5'',<ref>[http://www.army.mil/cmh-pg/books/wwii/csppp/ch09.htm Mark Skinner Watson, ''Chief of Staff: Pre-war Plans and Preparations'', "Chapter IX: The Movement Toward Air Autonomy"], p. 293.</ref> il maggior generale [[Henry H. Arnold]],<ref>Collegamenti esterni in punto:
* {{Cita web
|url = http://www.airpower.maxwell.af.mil/airchronicles/cc/arnold.html
|titolo = General of the Air Force, Henry H. "Hap" Arnold
|editore = United States Air Force}}
|urlmorto = sì
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090630091913/http://www.airpower.maxwell.af.mil/airchronicles/cc/arnold.html
|dataarchivio = 30 giugno 2009
}}
* {{cita web|http://www.marchfield.org/|March Field Air Museum, CA}}
* {{cita web|http://www.genordell.com/stores/lantern/FMPU.htm|First Motion Picture Unit of WW2}}
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«Nella loro espansione durante la seconda guerra mondiale, le AAF divennero la forza aerea più potente del mondo. Dall'Air Corps del 1939, con 20&nbsp;000 uomini e 2&nbsp;400 aerei, alle quasi autonome AAF del 1944, con poco meno di 2,4 milioni di effettivi ed 80&nbsp;000 velivoli, fu un'espansione di assoluto rilievo. Robert A. Lovett, come ''Assistant Secretary of War for Air'',<ref>[http://www.army.mil/cmh-pg/books/Sw-SA/SWSA-Fm.htm Secretaries of War and Secretaries of the Army: Portraits and Biographical Sketches].</ref> assieme ad Arnold, era preposto ad una crescita più grande di quella impressa all'esercito terrestre o alla marina militare, benché allo stesso tempo si inviassero unità aeree da combattimento ai vari fronti che lo richiedevano.»
 
''The Evolution of the Department of the Air Force'' - Air Force Historical Studies Office<ref name="sum">{{Cita web | url = http://www.airforcehistory.hq.af.mil/PopTopics/Evolution.htm| titolo = The Evolution of the Department of the Air Force| editore = Air Force Historical Research Agency| accesso = 6 luglio 2008| annoaccesso = 2008| urlmorto = sì| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100516182305/http://www.airforcehistory.hq.af.mil/PopTopics/Evolution.htm| dataarchivio = 16 maggio 2010}}</ref>
}}
L'Air Corps iniziò una rapida espansione nella primavera del 1939 sotto la direzione del [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente statunitense]] [[Franklin D. Roosevelt]] per fornire una forza aerea adeguata alla difesa dell'emisfero occidentale. Un iniziale "programma del gruppo 25",<ref>[http://www.ibiblio.org/pha/timeline/410225acos.html 1628 CONGRESSIONAL INVESTIGATION PEARL HARBOR ATTACK].</ref> sviluppato nell'aprile del 1939, richiedeva 50&nbsp;000 uomini. Allo scoppio della guerra (settembre 1939 — ma ricordiamo che gli USA non entreranno effettivamente nel conflitto prima del 1941, in seguito all'[[attacco di Pearl Harbor]]) l'Air Corps disponeva ancora solo di 800 aerei da combattimento di prima schiera, dislocati su 76 basi, di cui 21 installazioni principali e depositi.<ref>Futrell, Robert (1951). USAF Historical Study No. 69: ''Development of AAF Base Facilities in the United States, 1939-1945'', Air Force Historical Research Agency, pp. 2-7.</ref>
 
In conseguenza dei successi tedeschi nella [[campagna di Francia]] (1940), vi fu un nuovo impulso nei programmi di ammodernamento, con nuovi obiettivi: 84 gruppi da combattimento, 7 799 aerei da combattimento, un incremento annuo di 30&nbsp;000 piloti e 100&nbsp;000 specialisti di aeronautica.<ref>Wesley F. Craven and James Cate, editors. ''Army Air Forces in World War II: Vol. I: Plans & Early Operations, January 1939 to August 1942'', pp. 105-106.</ref> Come riflesso di questa politica, al tempo della creazione delle AAF si contavano 156 campi di volo e 152 125 effettivi.<ref>[http://www.usaaf.net/digest/t3.htm AAF Statistical Digest, Table 3: Strength of the AAF 1912-1945] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110518133544/http://www.usaaf.net/digest/t3.htm |data=18 maggio 2011 }}.</ref>
 
L'[[operazione Barbarossa|invasione dell'URSS per opera dei tedeschi]] — iniziata appena due giorni dopo la creazione delle Army Air Forces — determinò un ripensamento della strategia e delle politiche difensive statunitensi.<ref>Il ruolo dell'aeronautica si impose come fenomeno di primario rilievo fin dagli esordi della campagna in questione. L'aviazione sovietica fu praticamente annientata nella prima settimana di operazioni: la Luftwaffe, solo nel primo giorno, distrusse più di 1&nbsp;800 velivoli nemici, quasi tutti al suolo. Nei successivi quattro giorni i sovietici persero il 50% del loro potenziale aereo: l'incredibile cifra di 7&nbsp;000 aeroplani.</ref> L'esigenza di una concreta strategia bellica volta a sconfiggere le [[potenze dell'Asse]] impose un ulteriore allargamento e modernizzazione di tutti i servizi militari, comprese le AAF. Per di più, l'invasione fece dell'Unione Sovietica l'ennesimo destinatario del programma ''[[Lend-Lease]]'', stimolando, se possibile, una domanda vieppiù imperativa nei confronti della produttività industriale aeronautica USA, peraltro già spinta al limite del parossismo (''Willow Run'',<ref>{{Cita news |lingua = en |autore = Jenny Nolan |url = http://apps.detnews.com/apps/history/index.php?id=73 |titolo = Willow Run and the Arsenal of Democracy |pubblicazione = The Detroit News |data = 28 gennaio 1997 |accesso = 13 maggio 2011 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20121023054655/http://apps.detnews.com/apps/history/index.php?id=73 |dataarchivio = 23 ottobre 2012 }}</ref> lo stabilimento riprodotto nel ''box'' a margine, generava "un bombardiere all'ora"<ref>[http://www.strategosinc.com/willow_run.htm Strategosinc.com].</ref>).<ref>Nalty, ''Winged Shield, Winged Sword'', p. 173.</ref>
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* [http://www.pbs.org/wgbh/amex/flygirls/ PBS American Experience: Fly Girls] Website for the PBS documentary on the WASP.
* [http://www.blitzkriegbaby.de/ Blitzkrieg Baby]—Information on WWII U.S. women's service organizations, including uniforms.
* [http://www.wpafb.af.mil/museum/history/wasp/wasp.htm USAF Museum: Women Pilots in World War II History] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060618062519/http://www.wpafb.af.mil/museum/history/wasp/wasp.htm |data=18 giugno 2006 }}—Air Force Museum virtual exhibit.
* [http://helena-schrader.com/womenpilots.html Winged Auxiliaries: Women Pilots in the UK and US during World War Two]—Draws comparisons between British ATA and American WASP pilots in World War II.
* [http://www.eisenhower.archives.gov/research/digital_documents/Jacqueline_Cochran/JackieCochran.html Dwight D. Eisenhower Presidential Library's archives] — informazioni e documenti sulla WASP Jacqueline Cochran.
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[[File:USAAF.jpg|thumb|Un altro manifesto di propaganda: interessante l'erroneo uso della locuzione Air Force (al singolare, laddove è corretto al plurale).]]
 
Alcuni organismi di supporto, detti anche ''commands'', rimasero sotto il controllo delle ''Headquarters Army Air Forces''. Furono creati, o espansi da originarie organizzazioni di ''Air Corps,'' nel 1941 e nel 1942 per sostenere e rifornire le forze aeree numerate, a cui erano assegnate le unità operative.<ref>Bowman, ''USAAF Handbook 1939-1945'', pp. 17-18.</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.afhra.af.mil/shared/media/document/AFD-090602-037.pdf|titolo=Army Air Forces Historical Study No. 13 "The Development of Tactical Doctrines at AAFSAT and AAFTAC|sito=afhra.af.mil|lingua=en|accesso=14 maggio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101227062528/http://www.afhra.af.mil/shared/media/document/AFD-090602-037.pdf|dataarchivio=27 dicembre 2010}}</ref>
 
Tali comandi erano:
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* ''[[8th Fighter Wing|8th Pursuit Group]] (Fighter)''<ref name="8pg">{{Cita web| url = http://www.afhra.af.mil/factsheets/factsheet.asp?id=9641| titolo = 8th Operations Group| sito = afhra.af.mil| accesso = 27 febbraio 2009| urlmorto = sì| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160303220146/http://www.afhra.af.mil/factsheets/factsheet.asp?id=9641| dataarchivio = 3 marzo 2016}}</ref>
{{ColBreak}}
* ''[[9th Operations Group|9th Bombardment Group]] (Medium)''<ref name="9bg">{{Cita web | url = http://www.beale.af.mil/library/factsheets/factsheet.asp?id=3969| titolo = 9th Operations Group | sito = afhra.af.mil | accesso = 14 maggio 2011| urlmorto = sì| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080113231051/http://www.beale.af.mil/library/factsheets/factsheet.asp?id=3969| dataarchivio = 13 gennaio 2008}}</ref>
* ''[[10th Troop Carrier Group|10th Transport Group]]''<ref name="MMgp">{{Cita web | cognome =Maurer | nome =Maurer | url = http://libraryautomation.com/nymas/usaaf2.html| titolo = Part 2 |sito=Air Force Combat Units of World War II | editore = New York Military Affairs Symposium| accesso = 27 febbraio 2009 | lingua=en}}</ref>
* ''[[1st Special Operations Wing|16th Pursuit Group]] (Interceptor)''<ref name="MMgp"/>
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[[File:Carl Spaatz, Air Force photo portrait, color.jpg|thumb|Il generale [[Carl Andrew Spaatz]] ]]
 
Nel febbraio 1946, il generale Arnold dovette congedarsi per motivi di salute<ref>Arnold, che sarebbe mancato nel 1950, soffriva di seri problemi cardiaci quanto meno dal 1943. Nel 1946 fu costretto a sospendere un viaggio in [[Sudamerica]] dal manifestarsi di un'[[aritmia cardiaca|aritmia]] tanto grave da obbligarlo, come detto nel testo principale, a lasciare il servizio attivo (ufficialmente nel giugno) di quello stesso anno.</ref> prima di aver potuto raggiungere il traguardo d'indipendenza delle USAAF, in modo che avessero pari dignità con esercito e marina. Il generale [[Carl Andrew Spaatz]]<ref>[http://www.spaatz.org/gen/spaatzbio.html The Spaatz Association: biografia del generale Carl A. Spaatz] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100709074452/http://www.spaatz.org/gen/spaatzbio.html |data=9 luglio 2010 }}.</ref> sostituì Arnold come il solo altro comandante generale delle USAAF, e presiedette sia alla smobilitazione della più grande forza aerea della [[storia militare]] sia alla sua rinascita secondo la visione dei generali [[Billy Mitchell]]<ref>Bibliografia in punto:
* Cooke, James J. ''The U. S. Air Service in the Great War: 1917-1919''. Westport, Conn.: Praeger Publishers, 1996. ISBN 0-275-94862-5.
* Davis, Burke. ''The Billy Mitchell Affair''. New York: Random House, 1967.