Arco a ferro di cavallo: differenze tra le versioni

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[[File:Hästskobåge.png|destra|miniatura|231x231px|Arco a ferro di cavallo.]]
[[File:San_Juan_de_Baños.jpg|destra|miniatura|250x250px|[[Chiesa di San Giovanni Battista (Baños de Cerrato)|Chiesa di San Giovanni Battista]], in Spagna, di epoca visigota (VII secolo).]]
[[File:Columnes_-_Gran_Mesquita_de_Kairuan.jpg|destra|miniatura|250x250px|Archi a ferro di cavallo all'interno della [[Grande moschea di Qayrawan]],  a [[Al-Qayrawan]], [[Tunisia]].]]
L''''arco a ferro di cavallo '''(in [[Lingua spagnola|spagnolo]]  ''arco de herradura /ˈarko de eraˈduɾa/''), anche chiamato '''arco moresco''' e '''arco a buco della serratura''', è l'arco più rappresentativo dello [[stile moresco]].  Esso può essere smussato, acuto o a forma di lobo.
 
Gli archi a ferro di cavallo sono noti  sin dai tempi della [[Siria]] preislamica, dove furono adoperati, nel IV secolo, nel Battistero di Mar Ya'qub (San Giacomo) a [[Nisibis]].<ref>Andrew Petersen: "Dictionary of Islamic Architecture", Routledge, 1999, {{ISBN|0-415-21332-0}}, p. 24</ref> Ciononostante  fu in [[Spagna]] e nell'[[Africa settentrionale]] (dove si diffuse dalla Spagna) che questo tipo di arco sviluppò le sue peculiarità. Precedentemente alla [[conquista islamica della penisola iberica]], i [[Visigoti]]  lo utilizzarono come uno dei loro elementi principali, derivandolo perlomeno dal periodo romano. Alcune lapidi di quell'epoca sono state trovate nella Spagna settentrionale con degli archi di questo tipo scolpiti sulla superficie, con una ricerca sulle tradizioni locali celtiche preromane.<ref>http://www.soitu.es/soitu/2009/01/30/info/1233300020_674803.html</ref> In aggiunta gli archi della [[chiesa di Santa Eulalia di Boveda]], parte di un precedente tempio romano, a [[Lugo (Spagna)|Lugo]]  puntano in quella direzione.
 
La forma visigota fu adottata e migliorata dagli [[Omayyadi]], che accentuarono la curvatura dell'arco e aggiunsero colori  i colori alternati  per rimarcare l'effetto dato dalla forma. Ciò può essere facilmente notato nella loro opera più importante, la  [[Grande moschea di Cordova]].<ref name="archnet.org">{{Cita web|url=http://archnet.org/library/dictionary/entry.jsp?entry_id%3DDIA0025%26mode%3Dfull|titolo=Archived copy|accesso=30 ottobre 2008|urlmorto=yes|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110525061153/http://archnet.org/library/dictionary/entry.jsp?entry_id=DIA0025&mode=full|dataarchivio=25 maggio 2011}}</ref>  Questo  tipo di arco a ferro di cavallo in  seguito si diffuse in tutto il Califfato e nelle aree adiacenti, e fu impiegato  dai successivi emirati della penisola, i [[taifa]], nonché dagli [[Almoravidi]], dagli [[Almohadi]]  e dai Nasridi del [[sultanato di Granada]], nonostante fossero usati anche archi a forma di lobo, smussati e acuti fossero usati all'epoca.  Anche i [[Mozarabi]]  adottarono questo stile di arco nella loro architettura e nei loro manoscritti miniati.
 
Gli archi a ferro di cavallo furono adoperati anche nella [[Grande moschea di Qayrawan]], ad [[Al-Qayrawan]]  e, in una forma leggermente appuntita, nella [[Moschea di Ibn Khalun]], in [[Tunisia]]. Lo stile [[mudéjar]], sviluppatosi tra il XII e il XVII secolo, continuò la tradizione degli archi a ferro di cavallo nella penisola iberica, cominciata nel VII secolo con i Visigoti.
 
Oltre al suo utilizzo nel mondo islamico, l'arco a ferro di cavallo diventò popolare nei Paesi occidentali al tempo della [[rinascita moresca]]. Esso fu ampiamente usato nelle sinagoghe risalenti a questo periodo. Questi archi sono anche una tipicità dell'[[architettura indo-saracena]], uno stile associato all'[[impero anglo-indiano]].