Luciano Serra pilota: differenze tra le versioni

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==Produzione==
 
Un mese dopo la proclamazione dell'Impero la rivista cinematografica “Lo Schermo” annuncia la prossima messa in lavorazione di un pacchetto di film volti a celebrare l'avventura coloniale italiana in [[Africa]].<ref>Antonio Costa, “Augusto Genina, un regista europeo”, in, a cura di, Orio Caldiron, Storia del cinema italiano 1934/1939, Marsilio. Edizioni di Bianco&Nero, Venezia, 2006. Oltre a ''Luciano Serra pilota'', il gruppo verrà a comprendere ''[[Lo squadrone bianco]]'' di [[Augusto Genina]] all'epoca già in lavorazione, ''[[Sentinelle di bronzo]]'' di [[Romolo Marcellini]], ''[[Scipione l'Africano]]'' di [[Carmine Gallone]], nel 1937; ''[[Sotto la croce del sud (film 1938)|Sotto la croce del sud]]'' di [[Guido Brignone]] nel 1938; ''[[Abuna Messias]]'' di [[Goffredo Alessandrini]] e ''[[Piccoli naufraghi]]'' di [[Flavio Calzavara]] nel 1939</ref> Due di questi, ''Luciano Serra pilota'' e ''[[Scipione l'Africano (film)|Scipione l'Africano]]'' terranno a battesimo i nuovi stabilimenti di [[Cinecittà]], inaugurati il 28 aprile [[1937]]<ref>Barbara Grespi, “Cinecittà: utopia fascista e mito americano”, in, a cura di Orio Caldiron, cit.; . Ai due si aggiunsero due opere comiche: [[Il feroce Saladino]] di [[Mario Bonnard]] e [[I due misantropi]] di [[Amleto Palermi]]</ref>. L'impegno produttivo fu ingente. Le riprese in [[Africa Orientale]], in particolare “sulle pesanti sabbie del [[Carober]] e sugli umidi roccioni di [[Agordat]]” richiesero due mesi, in due riprese, spesso con temperature sui 40°.<ref name=Alessandrini>“Parla il regista (Goffredo Alessandrini)”, “Come abbiamo fatto ''Luciano Serra pilota'', “Film”, n° 28, 6 agosto 1938;</ref> 400 ore di volo furono autorizzate in [[Italia]] e 60 in Africa per le riprese aeree, la logistica, l'ispezione delle location. “Nelle scene di battaglia sono stati sparati 40.000 colpi di fucile, 25.000 di mitragliatrice, 300 bombe da tre chili, 150 da due chili, e 100 da un chilo. Poiché i colpi a salve dei fucili e delle mitragliatrici erano caricati a polvere senza fumo, siamo stati costretti a scaricarli uno per uno, togliendo polvere e aggiungendo talco”.<ref name=Riganti>“Parla il produttore ([[Franco Riganti]])”, “Come abbiamo fatto ''Luciano Serra pilota''”, “Film”, n° 28, 6 agosto 1938;</ref> I ruoli di comparsa, come [[ascariàscari]] o come “ribelli”, nelle scene di combattimento, furono affidati al 123º battaglione eritreo. Durante un volo di ispezione, l'aereo che trasportava il produttore [[Franco Riganti]], in fase di decollo sul fiume Barca, non riuscì a prendere quota, a causa di un blocco dell'aletta di aspirazione, causata dalla sabbia sollevata dall'elica. Il veicolo cadde sulla coda e si rovesciò, lasciando miracolosamente indenni il produttore ed il tenente pilota Moggi.<ref name=Riganti />
 
Arricchito di notevoli contributi tecnici, quali quello di [[Ubaldo Arata]] alla [[fotografia]] e [[Giorgio Simonelli]] al [[montaggio]], vide l'esordio nel [[cinema]] del [[musicista]] [[Giulio Cesare Sonzogno]].<ref>“Parla il musicista (Giulio Cesare Sonzogno)”, “Come abbiamo fatto Luciano Serra pilota”, cit;</ref>. Quasi esordiente, dopo il ruolo di telegrafista in [[Il grande appello]], [[Roberto Villa]], al fianco del protagonista [[Amedeo Nazzari]] ormai “stella di prima grandezza”, del cinema nazionale.<ref name=Brunetta>Gian Piero Brunetta, “Cent'anni di cinema italiano”, Editori Laterza, Bari, 1995</ref> Quest'ultimo, già protagonista di Cavalleria (1936), un'altra pellicola alessandriniana incentrata su un eroico ufficiale che cade combattendo col proprio aereo durante il primo conflitto mondiale, era diventato un attore di punta di uno star system ideato per sostituire quello d'oltreoceano dopo l'istituzione della legge sul monopolio (1938) per l'importazione e la distribuzione dei film stranieri in Italia.<ref>Giancarlo Chiariglione, "Luciano Serra pilota ovvero: la rivoluzione mediale fascista tra patrioti, superuomini e divismo", in, a cura di Eusebio Ciccotti, Novellizzare il cinema, Il lettore di provincia Vol. 144, Angelo Longo Editore, Ravenna, 2015</ref>