Carta dei diritti: differenze tra le versioni

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L'espressione deriva dalla Storia Inglese, in cui per secoli le rappresentanze dei nobili, a cui poi si associarono quelle cittadine, ottennero liste di garanzie dal re in cambio normalmente di finanziamenti e supporti militari.
 
In particolare, il termine ''bill'' comparve durante il regno di [[Carlo II d'Inghilterra|Carlo II Stuart]], disponibile a sottoscrivere un ''bill'' in cambio di finanziamenti <ref>[[Gaetano Mosca]], Ed. Laterza, Bari 1962 ''Storia delle dottrine politiche'', pag. 164: "''Si introdusse infatti la consuetudine che il Parlamento, ad ogni concessione di danari al re, chiedesse in cambio che egli sanzionasse un bill, cioè una legge, che rafforzava l'autorità delle camere e diminuiva l'arbitrio regio''". </ref> (''bill'' in inglese significa anche ''conto,'' o ''ricevuta).''
 
La presenza o meno di una lista dei diritti inviolabili dell'individuo è condizione necessaria, ma non sufficiente, per classificare le istituzioni come ''liberaliste'', ovvero conformi ai dettami del ''[[liberalismo]]'' <ref>[[Friedrich_von_Hayek|F.Hayek]], ''Il liberalismo'', ed. Rubettino </ref> <ref> La classificabilità delle istituzioni come ''liberali'' dipende invece dalla presenza di un parlamento e di una costituzione (anche se priva dei diritti inalienabili). Per questa ragione, le istituzioni italiane sono classificabili come 'liberali', ma non come 'liberaliste'</ref>.
 
== Evoluzione dell'elenco dei diritti nella Storia Inglese ==
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- 1215, imposte soggette ad approvazione del concilio dei nobili e giudizialmente il diritto al ''iudicio pariorum suorum;''
 
- [[1254]], diritto dei cavalieri (nobili minori) alla rappresentanza nel concilium regnum;
 
- secolo XIV, progressiva usucapione della funzione legislativa ad opera di quelle che erano diventate le due camere del ''parlamentium'' (sanzionate o sospese dal sovrano con le formule, rispettivamente, "le roil le veult" e "le roi avisera" ), sostenuta anche dalle popolari teorie di ''[[Marsilio da Padova]]'' sulla separazione dei poteri; inviolabilità dei membri del parlamento durante le sedute (1399).
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== L'atto dei diritti americano ==
 
Al di fuori della storia inglese, il più noto dei ''bill of rights'' è quello della [[Costituzione degli Stati Uniti d'America|Costituzione americana]], corrispondente ai primi dieci emendamenti apportati alla stessa in virtù dell' all'articolo V della Costituzione stessa.
 
Tale bill of rights prese a modello l'analogo già esistente incluso nella costituzione della Virginia del [[1786]], scritto da [[George Mason]], che era peraltro già stato preso a modello da diversi altri stati confederati. La sua adozione all'epoca della stesura della Costituzione ([[1781]]) era stata rigettata da James Madison (temendo che la sua discussione avrebbe ostacolato i lavori costituenti), il quale poi fu invece incaricato di adattarne il testo al fine dell'adozione definitiva nel [[1788]].