Tratta atlantica degli schiavi africani: differenze tra le versioni

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== Contesto storico della deportazione in America ==
Nel corso del [[XVI secolo]] le grandi potenze europee ([[Spagna]], [[Portogallo]], [[Inghilterra]] e [[Paesi Bassi]]) iniziarono a creare insediamenti in [[America]] su vasta scala. Gran parte dei vantaggi economici erano legati alla creazione di [[piantagioni]] (per esempio di [[canna da zucchero]], di [[caffè]] e di [[cacao]]); soprattutto con la penetrazione portoghese in [[Brasile]], a questo si aggiunse la prospettiva di ricavare dalle colonie risorse minerarie. In entrambi i casi si richiedeva l'uso di grandi quantità di manodopera per il lavoro pesante. Inizialmente, gli europei tentarono di far lavorare come schiavi gli [[nativi americani|indigeni americani]]l (addirittura già da parte di [[Cristoforo Colombo]] stesso<ref>Consuelo Varela, Isabel Aguirre. ''La caída de Cristóbal Colón: el juicio de Bobadilla.'' Marcial Pons Historia, 2006.</ref>); questa soluzione tuttavia risultò insufficiente, soprattutto a causa dell'alta mortalità delle popolazioni native dovuta a malattie importate dai conquistatori europei (come il [[vaiolo]]) e alla loro conformazione fisica non adatta a quel genere di lavoro.
 
Nello stesso periodo, gli europei entrarono in contatto con la pratica nordafricana perdi farli diventarefar schiavi .i [[prigionieri di guerra]]. I re locali delle regioni nella zona dei moderni [[Senegal]] e [[Benin]] spesso [[baratto|barattavano]] questi schiavi con gli europei. Gli schiavi africani erano decisamente più adatti, dal punto di vista fisico, a sopportare il [[lavoro forzato]], perciò i portoghesi e gli spagnoli se li procurarono per mandarli nelle colonie americane, dando inizio al più grande commercio di schiavi della storia, quello attraverso l'[[Oceano Atlantico]]. La tratta degli schiavi attraverso l'Atlantico assunse rapidamente proporzioni senza precedenti, dando origine nelle Americhe a vere e proprie "economie basate sullo schiavismo", dai [[Caraibi]] fino agli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] meridionali.
 
=== La posizione del papato dello schiavismo degli amerindi ===
Il 16 giugno 1452 (alcuni decenni, dunque, della scoperta europea delle Americhe) [[papa Niccolò V]] scrisse la [[Bolla pontificia|bolla]] ''[[Dum Diversas]]'', indirizzata al re del [[Portogallo]] [[Alfonso V del Portogallo|Alfonso V]], in cui riconosceva al re portoghese le nuove conquiste territoriali, lo autorizzava ad attaccare, conquistare e soggiogare i [[saraceni]], i [[paganesimo|pagani]] e altri nemici della fede, a catturare i loro beni e le loro terre, a ridurre gli indigeni in schiavitù perpetua e trasferire le loro terre e proprietà al re del Portogallo e ai suoi successori.<ref>Richard Raiswell, ''The Historical encyclopedia of world slavery'', p. 469</ref> Questo documento, con altri di simile tenore, venne usato per giustificare lo schiavismo.
 
In seguito, tuttavia, la bolla ''[[Veritas Ipsa]]'' di [[papa Paolo III]] del 2 giugno 1537, conosciuta anche col nome di ''Sublimis Deus'' o di ''Excelsus'', [[scomunica]]va invece tutti coloro che ''"praefatos Indios quomodolibet in servitutem redigere aut eos bonis suis spoliare"'' ("tutti coloro che ridurranno in schiavitù gli indios o li spoglieranno dei loro beni"). In questa bolla il pontefice condannava le tesi [[Razzismo|razziste]], riconosce agli indiani, che fossero cristiani o no, la dignità di persona umana, vietava di ridurli in schiavitù e giudicava nullo ogni [[contratto]] redatto in tal senso. Il papa metteva così fine alle numerose dispute tra [[Teologia|teologi]] e università, soprattutto spagnole, circa l'[[Condizione umana|umanità]] degl'[[indios]] d'America e sulla possibilità di ridurli in schiavitù. Il papa, tenendo conto della dottrina teologica e della documentazione a lui pervenuta, volle porre dunque fine alle dispute ed emanò il verdetto: «Indios veros homines esse» ("gli indios sono autentici uomini"). Soprattutto il commercio interessò le potenze del mondo protestante, sebbene i cattolici spagnoli e portoghesi li acquistassero nelle colonie sfidando la scomunica. Dall'Italia invece tale forma di sfruttamento schiavile fu modesta o nulla.
 
=== La dimensione del fenomeno ===
Complessivamente, qualcosa come 12 milioni di schiavi attraversarono l'oceano (la stima è approssimata. La [[British Broadcasting Corporation|BBC]] parla di 11 milioni, l'[[Enciclopedia Britannica]] ritiene che la migrazione forzata fino al 1867 sia quantificabile tra 7 e 10 milioni<ref>{{cita web|url= http://www.britannica.com/blackhistory/article-24156|titolo= Enciclopedia Britannica|accesso=23 maggio 2009|lingua=en}}</ref>; l'''Encyclopedia of the middle passage'' fa una stima tra 9 a 15 milioni<ref>{{Cita|Toyin Falola; Amanda Warnock|Introduction XV|Falola_Warnock}}.<br />Il riferimento è consultabile su books.google.it: {{cita web|url=
http://books.google.it/books?id=62EMURNnLssC&pg=PA271&lpg=PA271&dq=%22Middle+Passage%22&source=bl&ots=l6VsqszX5r&sig=89C4wYZZMCD01v7rNCafEI6kGoE&hl=it&ei=WgcTSrOEBsTq_AbQn9jADw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=20#PPR15, M1
|titolo= ''Encyclopedia of the middle passage'', p. XV, Introduzione|accesso=24 maggio 2009|lingua=en}}</ref>. La maggior parte degli storici contemporanei stima che il numero di schiavi africani trasbordati nel Nuovo Mondo sia tra 9,4 e 12 milioni<ref>{{Cita|David Eltis e David Richardson|''The Numbers Game'' (in: David Northrup: ''The Atlantic Slave Trade'')|Northrup}}</ref>); si tratta di una delle più grandi [[Migrazione|migrazioni]] della storia (e certamente la più grande [[deportazione]]), che portò anche a notevoli squilibri tra la popolazione bianca e quella nera (nella [[Giamaica]] dell'inizio dell'Ottocento il rapporto arrivò a 1 a 20), e la superiorità numerica causò per gli schiavisti un continuo pericolo di rivolta degli schiavi.
 
Potenze europee come [[Portogallo]], [[Regno Unito]], [[Spagna]], [[Francia]], [[Paesi Bassi]], [[Danimarca]] e [[Svezia]], come anche mercanti provenienti dal [[America settentrionale|Brasile]] e dal [[America settentrionale|Nordamerica]], alimentarono <nowiki/>questo commercio. Nel corso del [[XVIII secolo|diciottesimo secolo]] si stima che siano stati trasbordati oltre Atlantico sei milioni di individui di origine africana, il [[Regno Unito]] può ritenersi responsabile di quasi due milioni e mezzo di questi<ref name="africanhistory.about.com">{{cita web|lingua=en|url=http://africanhistory.about.com/od/slavery/tp/TransAtlantic001.htm|titolo=The Trans-Atlantic Slave Trade|editore=about.com|accesso=29 marzo 2014}}</ref>.
 
Il numero complessivo di africani morti attribuibili direttamente alla traversata atlantica è stimato in due milioni; un bilancio più ampio degli africani morti a causa della schiavitù tra il 1500 e il 1900 fa ritenere che la cifra salga a quattro milioni<ref>{{Cita|Alan S. Rosenbaum (2001); Israel W. Charny (1999)|pp. 98-9|Alan_Rosenbaum}}</ref>.
Lo storico [[William Rubinstein]] sostiene che, di questi 10 milioni, probabilmente 6 sono da attribuire a razzie o guerre tribali finalizzate alla fornitura di uomini e donne per i mercanti di schiavi.
 
== Il passaggio ==