Alois Riegl: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Tipico esponente della cultura danubiano-austro-ungarica, Riegl deve la sua fama soprattutto alle teorie storico-artistiche che vedono nelle "volontà artistiche" (''
Giurista di formazione, esponente delle teorie della pura visibilità, esperto di tessuti, dal [[1881]] al [[1886]] fu membro dell'Istituto austriaco di ricerca storica e dal 1886 al [[1897]] lavorò presso l<nowiki>'</nowiki>''Österreichischen Museum für Kunst und Industrie'' (Museo austriaco per l'Arte e l'Industria), per un anno come volontario e poi come conservatore responsabile della sezione tessuti.
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Nel [[1903]] venne nominato presidente della ''Reale e Imperiale commissione per lo studio e la conservazione dei monumenti storici artistici dell'[[Impero austro-ungarico|Austrïa-Ungheria]]''.
Dello stesso anno è ''Der moderne Denkmalkultus. Sein Wesen und seine Entstehung'', tradotto in italiano col titolo ''Il culto moderno dei monumenti. Il suo carattere e i suoi inizi'', Bologna 1981, nel saggio pone la scienza della conservazione dei monumenti come autonomo e specifico campo disciplinare, non più ausiliario della storia dell'arte, anche se di questa emanazione. Inoltre parla del "valore dell'antico", o meglio del '''valore di vetustà''' (dal tedesco ''
Collaborò con importanti riviste, tra le quali la ''Jahrbuch der Kunsthistorischen Sammlungen des allerhöchsten Kaiserhauses'', ''Mitteilungen der K. u. K. Zentralkommission'', ''Archäologisch-epigraphische Mitteilungen aus [[Impero austro-ungarico|Österreich-Ungarn]]''.
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