Spedale degli Innocenti: differenze tra le versioni

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L’idea di realizzare un Museo agli Innocenti nasce nel 1853 quando viene decisa la più cospicua dismissione di beni artistici nella storia dell’istituzione. Dopo quattro secoli di governo nel corso dei quali erano state raccolte centinaia di opere d’arte, il commissario Carlo Michelagnoli, nell’ambito di un piano di risanamento economico, si pone per la prima volta il problema della gestione di questo patrimonio. L’approccio pragmatico del commissario favorì la vendita delle opere considerate meno importanti che finirono così nelle mani di collezionisti e in prestigiose collezioni europee come quella del Victoria and Albert Museum di Londra. Nel 1890 viene documentata l'apertura del museo in tre sale al pianterreno nell'area dell'odierno Cortile delle donne. Il primo allestimento esponeva le sessantasette opere ritenute più prestigiose. Negli anni successivi il museo è stato ampliato ospitando altre opere come l''''[[Adorazione dei Magi degli Innocenti|Adorazione dei Magi]]''' di '''[[Domenico Ghirlandaio]]''' che dalla sua realizzazione era sempre rimasta sull'altare maggiore della chiesa di '''[[Spedale degli Innocenti#La chiesa|Santa Maria degli Innocenti]]'''.'''
 
Un processo di crescita che comportò anche l'esposizione di manufatti legati alla storia dell'istituzione, tra cui materiali recenti come l'album fotografico realizzato dallo '''[[Giacomo Brogi|Stabilimento Brogi]]''' per presentare l'Ospedale all'Esposizione Universale di Parigi del 1900. Nel 1971 il museo fu spostato nella galleria soprastante il portico di facciata. Questo intervento nato sulla spinta dell'alluvione che pochi anni prima aveva lambito gli ambienti al piano terra che ospitavano l'esposizione ottocentesca. L'allestimento della nuova galleria si deve a '''[[Luciano Berti]]''' a cui va riconosciuto il merito di avere messo in sicurezza le opere esposte.
 
A più di quarant'anni dall'intervento di Guido Morozzi il nuovo Museo degli Innocenti nasce per ricomporre il dualismo tra arte e storia. Il museo, inaugurato il 24 giugno del 2016, propone tre percorsi tematici di visita (storia, architettura, arte) che cercano di ricostruire una narrazione unitaria capace di fare scoprire al visitatore la complessità del patrimonio degli Innocenti.
 
Tra le opere più importanti troviamo la Madonna con Bambino e angelo di '''[[Sandro Botticelli]]''' dipinto che attesta una fase giovanile in cui l'artista è ancora legato al maestro '''[[Filippo Lippi]]''', nella cui bottega svolse l'apprendistato prima del suo avvicinamento stilistico al '''[[Andrea del Verrocchio|Verrrocchio]]'''. Nel Museo è conservata l''''[[Adorazione dei Magi degli Innocenti|Adorazione dei Magi]]''' di '''[[Domenico Ghirlandaio]]''' uno dei capolavori del pittore: la pala, dipinta in collaborazione con il fratello '''[[David Ghirlandaio|David]]''' e '''[[Bartolomeo di Giovanni]],''' era collocata in origine sull'altare maggiore della chiesa di Santa Maria degli Innocenti. Commissionata il 23 ottobre del 1485 è da ritenersi l'opera più rappresentativa dell'istituto dal significato insieme civico, politico e religioso.
 
La terracotta invetriata invenzione di '''[[Luca della Robbia]]''' trova nella Madonna con Bambino al Museo degli Innocenti una delle sue prime applicazioni. L'opera posta su un altare laterale della chiesa delle donne, risale probabilmente al primo nucleo di arredi dell'Istituto che venne aperto all'accoglienza nel 1445.
 
Su commissione del mercante Bartolomeo Lenzi, '''[[Neri di Bicci]]''' dipinge l'Incoronazione della Vergine destinata ad essere collocata sull'altare destro della chiesa dell'Istituto degli Innocenti.
 
Il Museo conserva altre opere come una Madonna in trono con Bambino e Santi di '''[[Piero di Cosimo]]''' e la Madonna degli Innocenti di '''[[Iacopino del Conte|Jacopino del Conte]]'''.
 
Importante testimonianza della vita all'interno dell'Istituto sono i segni di riconoscimento dei bambini: centoquaranta piccoli oggetti tra medagliette spezzate, chicchi di rosari, bottoni, pezzetti di stoffa, vetro colorato, rievocano la consuetudine da parte dei genitori di lasciare tra le fasce del proprio neonato destinato all'abbandono alcuni elementi che avrebbero permesso ai genitori di individuare e quindi riconoscere il proprio bambino a distanza di anni dall'abbandono.
 
La storia degli Innocenti viene inoltre ricordata anche nell'affresco di '''[[Bernardino Poccetti]]''' collocato nel refettorio delle bambine: l'opera raffigura la Strage degli Innocenti e scene della vita agli Innocenti.<gallery>
Image:Luca della robbia, madonna col bambino che mostra un cartiglio, 1446-1449, 02.JPG|Luca della Robbia, ''Madonna col Bambino che mostra un cartiglio'', 1446-1449
Image:Domenico di michelino, madonna degli innocenti, 1440.JPG|Domenico di Michelino, ''Madonna degli Innocenti''