Kenzaburō Ōe: differenze tra le versioni

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Nel [[1963]] nacque il suo primo figlio, Hikari, affetto da una gravissima lesione cerebrale. Questa esperienza lasciò una traccia profonda nella sua opera. Con ''[[Un'esperienza personale]]'' ([[1964]]) Ōe descrive la vicenda di un padre che rifiuta la menomazione del figlio e pensa di ucciderlo. Il libro è un atto d'accusa contro i pregiudizi sociali nei confronti dell'handicap. Nel [[1967]] vinse il Premio Tanizaki con ''[[Il grido silenzioso (romanzo)|Il grido silenzioso]]'', nel 1973 il Premio Noma e nel 1982 il [[Premio Yomiuri-bungaku]]. In quest'opera recupera poeticamente l'esperienza della realtà rurale descrivendo un ritorno al villaggio d'origine del protagonista e la riscoperta delle tradizioni e del folklore originari. Nella vita reale la lotta di Ōe fu premiata e il figlio Hikari divenne uno dei più noti compositori del [[Giappone]]. Nel [[1969]] vinse il premio letterario Noma con ''[[Insegnaci a superare la nostra pazzia]]''. Il titolo cita un verso del famoso poeta inglese [[Wystan Hugh Auden|W.H. Auden]]. Profondo conoscitore della letteratura occidentale, Ōe usa spesso richiami più o meno evidenti ad autori stranieri. Nel [[1994]] vinse il [[premio Nobel]], secondo giapponese dopo [[Yasunari Kawabata|Kawabata]] che lo vinse nel [[1968]]. In occasione della consegna del premio, pronunciò un discorso il cui titolo richiamava da vicino quello che Kawabata disse al proprio discorso in analoga occasione. Se il suo predecessore lo aveva intitolato ''Il Giappone, la bellezza e io'' (ovvero: ''Io e il mio bel Giappone''), Ōe sceglie come titolo Il ''Giappone, l'ambiguità ed io'' (ovvero: ''Io e il mio ambiguo Giappone''). Come Kawabata, gioca sul doppio senso che la frase ha in giapponese. Mettendo però in luce l'abissale distanza tra sé e il grande autore "classico" che l'ha preceduto. Se il mondo di Kawabata era legato a concetti di bellezza e di espressione tradizionali, il mondo di Ōe è molto più moderno, contraddittorio, più severo nei confronti di una società, come quella giapponese, che fatica a fare un riesame critico della sua storia più recente. Nel 1996 gli viene assegnato il [[Premio Grinzane Cavour]].
 
Nel [[2008]] pubblica il libro ''[[Note su Hiroshima]]'', 18 anni dopo l'[[Bomba atomica|apocalisse]] del 6 agosto [[1945]], OeŌe si reca per la prima volta a [[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|Hiroshima]] e incontra i sopravvissuti, simbolo di un [[Giappone]] liberato dalla follia distruttrice. Incontra il dottor Shigetô, direttore dell'ospedale dei contagiati e una giovane ragazza che si suicida dopo la morte del suo fidanzato, vittima delle [[Malattia acuta da radiazione|radiazioni]]; un giornalista che scrive affinché lo stato aiuti ''gli irradiati'' dal [[fallout nucleare]] e le loro memorie siano raccolte e pubblicate. OeŌe analizza le implicazioni morali e politiche dei due bombardamenti atomici; ci consegna il quadro della città devastata, innalza un monumento alla memoria. Nel [[2012]], dopo un aumento del 20% dei suicidi in Giappone, lancerà un appello antinucleare<ref>[http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/3/11/20521-atomo-e-crisantemo-le-menzogne-di-tokyo/ Atomo e crisantemo, le menzogne di Tokyo]. Contro la Crisi. Notizie. 11 marzo 2012.</ref> per ricordare la devastazione che ancor oggi, il nucleare può procurare<ref>[http://qn.quotidiano.net/esteri/2012/03/10/678800-fukushima_anno_dopo.shtml Fukushima, un anno dopo il terremoto e lo tsunami]. Quotidiano. 10 marzo 2012</ref>.
 
Malgrado il successo raggiunto, Ōe è uno scrittore poco tradotto all'estero e quindi molte delle sue numerose opere rimangono precluse al pubblico non giapponese.