Regno Mutawakkilita dello Yemen: differenze tra le versioni

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Il 30 ottobre [[1918]], a seguito del collasso dell'[[Impero ottomano]], l'[[Yahya Muhammad Hamid al-Din|Imam Yaḥyā Muḥammad]] della dinastia degli [[al-Qasimi]], dichiarò il settentrione yemenita indipendente. Nel [[1926]], l'Imam Yaḥyā si autoproclamò re del Regno mutawakkilita dello Yemen, diventando così sovrano temporale e, al tempo stesso, leader spirituale zaydita, e ottenne il riconoscimento diplomatico da parte di numerosi Stati. Tra i primissimi va ricordata l'[[Italia]], con la quale lo Yemen ebbe sempre stretti rapporti di amicizia, accogliendone medici e studiosi come [[Tommaso Sarnelli]]. L'Italia infatti controllava dal [[1890]] la colonia dell'[[Eritrea]], sulla sponda opposta del [[Mar Rosso]].
 
Negli [[anni 1920|anni venti]], Yaḥyā aveva ampliato il potere yemenita dal nord al sud della [[Tihama]] e dell'del [['Asir]] ma entrò in rotta di collisione con il rampante casato [[sunnita]] e [[Wahhabismo|wahhabita]] dell'Āl Saʿūd, sovrana del [[Hijaz]] e del [[Najd]], e col suo re [[Abd al-Aziz dell'Arabia Saudita|ʿAbd al-ʿAzīz ibn Saʿūd]]. Ai primi degli [[anni 1930|anni trenta]], le forze saudite ripresero gran parte di quei territori prima di ritirarsene in parte, ivi inclusa la città di [[Al-Hudayda|Hodeida]] nella [[Tihama]] meridionale. L'attuale confine con l'[[Arabia Saudita]] è stato tracciato il 20 maggio [[1934]], dopo [[Guerra saudita-yemenita|dieci anni di guerra]], con il [[Trattato di Ta'if]]. Il non riconoscimento di Yaḥyā dei confini meridionali del suo regno con il [[Colonia di Aden|protettorato britannico su Aden]] (più tardi [[Repubblica Democratica Popolare dello Yemen]]), che era stato negoziato dai suoi predecessori ottomani, ha condotto a occasionali scontri con i britannici.
 
Lo Yemen divenne uno Stato fondatore della [[Lega degli Stati Arabi]] nel [[1945]] e delle [[Nazioni Unite]] il 30 settembre [[1947]].
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L'Imam Yaḥyā morì nel corso di un [[colpo di Stato]] nel [[1948]] e gli succedette un usurpatore. Il figlio di Yaḥyā , [[Ahmad bin Yahya|Aḥmad bin Yaḥyā]], tornò al potere pochi mesi dopo. Il suo regno fu contrassegnato da una crescente repressione, da rinnovate frizioni con il [[Regno Unito]] a causa della presenza britannica nel Sud che bloccava la realizzazione della aspirazioni all'unità con la creazione di un Grande Yemen. Nel marzo [[1955]], un colpo di Stato condotto da ufficiali delle forze armate e da due fratelli dello stesso Aḥmad riuscì a deporre l'Imam che, però, poco tempo dopo, stroncò l'insurrezione.
[[File:Salal.jpg|thumb|left|upright=0.7|ʿAbd Allāh al-Sallāl]]
L'Imam Aḥmad dovette fronteggiare le crescenti pressioni operate su di lui perché aderisse ai piani panarabi dei nazionalisti, che vedevano all'epoca nell'azione del Presidentepresidente egiziano [[Gamal Abd al-Nasser]] il loro campione. Nell'aprile del [[1956]], egli firmò quindi un patto di mutua difesa con l'[[Egitto]] e nel [[1958]], lo Yemen si unì a Egitto e Siria, dando il via alla [[Repubblica Araba Unita]]: una confederazione che voleva farsi conoscere come "Stati Uniti Arabi" ma che finì la sua breve esistenza nel settembre del [[1961]]: Le relazioni con l'Egitto, quindi, inevitabilmente si deteriorarono.
 
Aḥmad morì nel settembre del [[1962]] e gli succedette il figlio e principe ereditario [[Muhammad al-Badr|Muḥammad al-Badr]], iol cui regno tuttavia fu di breve durata.<br />
Ufficiali addestrati dall'Egitto e di sentimenti panarabi, guidati dal comandante della Guardia Reale, il [[colonnello|col.]] [[Abd Allah al-Sallal|ʿAbd Allāh al-Sallāl]], lo deposero nello stesso anno della sua incoronazione, presero il controllo di [[Sanaa|Ṣanʿāʾ]] e proclamarono la [[Repubblica Araba dello Yemen]]. L'Egitto sostenne la neonata repubblica con uomini e mezzi per sconfiggere le forze rimaste leali al deposto Imam, mentre le monarchie di [[Arabia Saudita]] e [[Giordania]] appoggiarono logicamente al-Badr.
 
La guerra civile andò avanti a lungo, fiaccando inevitabilmente le risorse egiziane, fin quando a [[La Mecca|Mecca]], in margine al ''[[hajj|ḥajj]]'' del 1976, in margine a un incontro tra Gamāl ʿAbd al-Nāṣer e il re [[Faysal dell'Arabia Saudita|Fayṣal]], le due parti misero fine al conflitto, facendo rientrare in patria i militari egiziani che stazionavano in forze sul territorio yemenita.<br />