Comunità internazionale: differenze tra le versioni

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Nei primi anni successivi alla seconda guerra mondiale, gli studiosi, anche per reagire ad una etnografia semplicistica, pensarono che fosse possibile collocare su questo piano tutti i soggetti internazionali classificandoli in ragione delle loro specificità: appartenenza ad un dato continente, per uguaglianza di regime politico, per grado di sviluppo economico. Il tutto prendeva forma di un grande atlante in cui si scorrevano le varie fotografie. Si deve a [[Raymond Aron]] e alla sua scuola il mutare l'approccio alla Comunità internazionale nella prospettiva organizzativa. Il punto di partenza si colloca nel modo di porsi rispetto alla realtà considerandone la sua totalità come un insieme, piccolo o grande, dei soggetti che lo compongono. La Comunità internazionale deve essere concepita come una società. In quanto prodotto umano deve essere studiata scomponendo i dati di organizzazione sociale e poi, dopo l'analisi deve essere ricomposta in modelli parziali o locali (teoria sociologiche del medio-raggio<ref>Su questo tema, molto importante per questi studi, sono essenziali gli insegnamenti di Robert King Merton cfr in bibliografia n.75</ref>, per poter giungere alla scoperta di sistemi sociali-culturali esistenti che si sviluppano nel tempo all'interno di essa.
 
Il primo e più importante apporto fu ottenuto con il ritornare alla metodologia seguita da [[Émile Durkheim]]<ref>cfr. in bibliografia n. 18</ref> alla fine del XIX secolo per la Francia, al fine di scoprire quale fosse la ''divisione sociale del lavoro”lavoro'' esistente. A questa analisi praticata da antropologi, sociologi ed economisti si palesò un mondo divisi in tre grandi sfere:
* i paesi guida con a capo gli [[Stati uniti d'America]],
* i paesi economicamente avanzati,
* i paesi affetti dal sottosviluppo cronico.
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A questa analisi economica si accompagnò la diagnosi demografica. Dopo i primi tentennamenti, risultò chiaro che la popolazione mondiale era condizionata pesantemente dal luogo geografico in cui la comunità umana studiata era collocata. Come in tutte le ere storiche in cui era manifestata la possibilità economica di soddisfare le esigenze primarie della vita, anche nella nostra, esistevano le ''grandi ingiustizie'' e le ''grandi diseguaglianze''. Ad una minoranza di persone che potevano permettersi lo spreco (economia dei consumi), localizzate nei paesi con il più forte sviluppo economico, si univa tutto il resto del mondo in cui questi popoli soffrivano la [[fame]]. Furono poi gli studiosi della politica internazionale che scoprirono che questa era una società priva di un potere regolatore ed in pratica governata dall'uso della forza con la quale si manifestava la difesa come la sopraffazione. Ci si trovò di fronte ad una società, che nonostante l'esperienza devastante di due guerre mondiali e la mediazione dell'ONU, non era riuscita ad elaborare una strategia pacificatrice tale da ridurre i conflitti.
 
Bisogna ricordare che proprio gli studiosi, che nella seconda guerra mondiale si erano spesi per la sconfitta del disegno dittatoriale e razzista del Nazi-Fascismo, Jean Monnet<ref>Si tratta dell'inventore del metodo di pianificazione generalizzata che durante la Seconda guerra mondiale fu usato dagli Stati Uniti per trasformare il suo apparato produttivo nell'opificio bellico del Mondo cfr. su questo tema Monnet Jean: ''Cittadino d' Europa'', Milano, Rusconi, 1978.</ref>, James March, [[Herbert Simon]]<ref>cfr. in bibliografia n. 48</ref>), Robert M. McIver<ref>Si tratta del primo studioso che ha promosso le analisi dei processi mediante i quali una società si ''istituzionalizza'' prendendo la forma dello [[Stato nazionale]] e costituendo le basi della sua forma costituzionale. Cfr. in bibliografia n. 41</ref> si deve lo sforzo di analisi sia organizzativo sia teorico per arrivare a delle forme di studio e di applicazione di nuove forme organizzative dei soggetti internazionali dirette e superare questo stato violento della Comunità internazionale. Si parte da fatto che ciascun Stato, o qualsivoglia forma di organizzazione internazionale, nascono da processi convergenti di istituzionalizzazione che permettono di conquistare il consenso dei cittadini che in essi, in quanto Stato, sono compresi.
 
Lo stesso deve avvenire per un preciso scopo enunciato e condiviso per la costruzione delle Organizzazioni internazionali che devono, a loro volta, superare gli ostacoli esistenti, in un preciso periodo storico, nella Comunità internazionale. Si deve a [[Jean Monnet]] e a [[Mario Albertini (filosofo)|Mario Albertini]], sicuramente maestri del Federalismo come [[Altiero Spinelli]], l'aver provato a costruire delle istituzioni internazionali che nel ''porre in comune'' delle risorse utili a diversi Stati che ne hanno poi condizionato gli sviluppi futuri, facendo sperimentare a questi stessi una strada di non ritorno che però aveva un precisa direzione quella di giungere alla costruzione di uno Stato federale in cui questi soggetti dovevano venir compresi e garantiti da una precisa definizione costituzionale dei loro ruoli. Nello stesso tempo i popoli diventano un solo popolo, superando le divisioni in tante unità contrapposte, si trasformavano in una sola comunità di destino<ref>Su processo costituente rimangono dei classici i volumi citati di Robert Dahl cfr. in bibliografia nn. 52, 73</ref>.