Stato federale: differenze tra le versioni

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La soluzione può ricercarsi studiando le tendenze, che sono state responsabili dello sviluppo di una nuova forma di organizzazione sul piano economico. Per la sua importanza, non si può dire che essa non condizioni le linee della politica estera, in particolare quando gli Stati o un insieme di Stati è coinvolto in una guerra. Era stato sostenuto già dai [[Mercantilisti]], che un commercio libero e aperto a tutti non sarebbe stato di danno agli Stati e alle loro economie: quindi, si può comprendere come con due grandi trattati di organizzazione del commercio internazionale - sia il [[Kennedy Round]] (1964-1967) che l'[[Uruguay Round]] (1986-1994)<ref>Cfr. su queste trattative di liberalizzazione [[General Agreement on Tariffs and Trade]]</ref> - si sia giunti all'[[accordo di Marrakech]]; con esso, il [[15 aprile]] [[1994]], non solo sono stati liberalizzati quasi tutti i filoni di interesse economico, ma si è data vita ad una nuova organizzazione internazionale funzionale per l'economia in ambito ONU - che ha il compito di seguire, promuovere, regolare i vari flussi commerciali ed economici fra quasi tutti gli Stati aderenti - denominata OMC ([[Organizzazione mondiale del commercio]]).
 
A questo salto di qualità dell'[[economia internazionale]] si sono opposte anche delle voci critiche che, non rifiutando questo nuovo stato di cose, mirano però a far riflettere la Comunità internazionale sulla diseguaglianza che vi è posta alla base<ref>Tra gli altri [[Joseph Stigliz]].</ref>. Oggi la Comunità internazionale ha diverse istituzioni nate dagli accordi post-bellici della [[Conferenza di Bretton Woods]]: la [[Banca Mondiale]] (BM) (1945), il [[Fondo Monetario Internazionale]] (FMI) (1946) oggi la OMC (1994) per citare le più importanti, anche queste stesse agenzie specializzate dell'ONU. Tutto questo proliferare di organizzazioni economiche non ha però ancora permesso la costruzione di una ''moneta mondiale''. Nonostante la proposta della Cina del 2010, la Comunità internazionale si basa solo per alcune transazioni sul [[diritti speciali di prelievo]] (media ponderata delle monete più forti del mondo) la quale penalizza inevitabilmente le monete dei paesi in via di sviluppo e rende più onerosi i prestiti che queste istituzioni economiche mondiali concedono a questi stessi paesi. Si deve a [[MuhamadMuhammad Yunus]] la formulazione della teoria economica, in forma più ampia di quella che oggi persegue il profitto come obbiettivo fondamentale della attività economica raggiunto nel tempo più breve possibile. Secondo Yunus, se si allarga la concezione teorica dell'economia - includendovi anche le attività che tendono a sviluppare la cooperazione e la solidarietà riportando quale rientro solo il capitale esposto - l'economia del futuro riuscirà al uscire dal ciclo che tende a schiacciare le economie deboli e quelle dei paesi sottosviluppati permettendo a loro di imboccare una linea di crescita e di sviluppo.
 
Lo stesso [[Joseph Stigliz]], critico sulla [[finanza creativa]] a cui si deve la crisi mondiale che attanaglia la comunità internazionale dall'anno 2008, ha spiegato che non si può creare una economia fittizia che non abbia rapporti con le innovazioni e il miglioramento della qualità della vita. Il [[profitto]] per il profitto, poggiato sulla economia di carta, è destinato a crollare e purtroppo trascina nel suo vortice anche l'economia reale e le sue più solide realizzazioni. In ultimo si deve tenere presente che l'[[ILO]] - nonostante i suoi sforzi - non è andata oltre le decisioni non vincolanti per gli Stati, lasciando i lavoratori di ogni parte del mondo in balia degli imprenditori e del quadro giuridico dello Stato nazionale in cui si trovano ad operare. Da tutto questo ritorna, l'interrogativo che già [[Lionel Robbins]] si pose durante la seconda guerra mondiale: come era possibile democratizzare i processi economici senza cadere, da un lato, nella barbarie del [[capitalismo]] delle origini, in cui la guerra economica fra lavoratori e imprenditori era la norma, e dalla altra parte come non cadere nella pianificazione dell'economia [[comunista]], con tutto quello di totalitario che portava con sé. Robbins rispose a questa domanda provando che il coordinamento economico fra Stati era una illusione.