Fonti storiche non cristiane su Gesù: differenze tra le versioni
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{{Citazione|I Cristiani... Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nell'esser soliti riunirsi prima dell'alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un dio, e obbligarsi con giuramento non a perpetrare qualche delitto, ma a non commettere né furti, né frodi, né adulteri, a non mancare alla parola data e a non rifiutare la restituzione di un deposito, qualora ne fossero richiesti.|Plinio il giovane a Traiano imperatore, ''Lettere'' 10.96 – 97}}
Il testo si limita a indicare ''Cristo'' come persona (venerata ''quasi deo''), ma non fornisce ulteriori informazioni dirette su Gesù: [[Charles Guignebert]] ha quindi evidenziato come questo breve passaggio non fornisca, da solo, elementi utili a definire i contorni della sua figura storica<ref>Charles Guignebert, ''Gesù'', Parigi, La Renaissance du Livre 1933. Vedi [[Gesù (Charles Guignebert)]].</ref><ref>[[Luigi Cascioli]] e Guy Fau, entrambi sostenitori della non esistenza di Gesù, ritengono che Plinio non si riferisse a cristiani ma a [[Esseni]]. Si veda Guy Fau, 1967, ''La Fable de Jesus Christ'', Parigi, Les Éditions de l'Union Rationaliste, pag. 235. [http://www.luigicascioli.eu/ita_argomenti.php?topic=5 Argomenti]</ref>. La lettera documenta piuttosto la diffusione delle prime comunità cristiane e l'atteggiamento dell'amministrazione romana nei loro confronti<ref>Vedi Colin M. Wells, ''L'Impero Romano'', Il Mulino, 1984 (ristampa RCS quotidiani, 2004, pagg. 316-317); C. Barbagallo, ''Storia Universale. Roma''. Volume II, Parte II, UTET, 1964, pagg. 1396-1397; Chester G. Starr, ''Storia del mondo antico'', Edizioni CDE su licenza Editori Riuniti, 1983, pag. 620.</ref>. Nella sua risposta a Plinio, che li considera colpevoli di una deplorevole ''superstitio''<ref>Il termine ''superstitio'' aveva al tempo un significato diverso dall'attuale, e indicava qualcosa di estraneo e di aggiunto alle religioni tradizionali (vedi C. Augias, M. Pesce, ''[[Inchiesta su Gesù]]'', Mondadori, 2006, pagg. 192 e 194).</ref>, Traiano dispone che i Cristiani non debbano essere ricercati dalle autorità, ma possano essere perseguitati solo se denunciati da qualcuno, purché non anonimo, salvo che, sacrificando agli dei dell'impero, non rinneghino la loro fede
===Svetonio in ''Vita dei dodici Cesari''===
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