Quercus ilex: differenze tra le versioni

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[[Plinio]] riporta che con i rami di leccio si facessero le prime corone civiche, sostituito poi dalla quercia o dal rovere. Sempre secondo Plinio sul Vaticano si levava il leccio più antico della città, già oggetto di venerazione religiosa da tempi più antichi tanto che su quest'albero era un'iscrizione su bronzo in caratteri [[etruschi]]. Scrive inoltre Plinio che: "Anche i Tiburtini hanno un'origine molto anteriore a quella di Roma: nel loro territorio esistono tre lecci ancora più antichi di Tiburno, fondatore della città, che secondo la tradizione fu consacrato vicino di essi."
Sembra infatti che il leccio fosse albero oracolare per i [[aeromanzia|fulgorales]] a causa della sua predisposizione ad essere colpito dai fulmini, con il tempo però assume una accezione non positiva come albero accomunato a oracoli negativi. Seneca lo considerava un albero triste tutto scuro come è.
Anche nel cristianesimo esistono di simbolismo per questa pianta. Nelle isole ioniche una leggenda (raccolta dal poeta [[Aristotelis Valaoritis]] nel XIX Secolo) vuole che il leccio fu l’unico albero che acconsentì a prestare il proprio legno per la costruzione della croce; per questo i boscaioli delle isole di [[Acarnania]] e di [[Leucade (isola)|Santa Maura]] temevano di contaminare l’ascia toccando “l’albero maledetto". Tuttavia nei “Detti” del beato Egidio – il terzo compagno di San Francesco – il buon nome del leccio viene difeso quando si riferisce che il Cristo lo predilige perché fu l'unico albero a capire che il suo sacrificio era necessario, così come ilquello del Salvatore stesso, per contribuire alla Redenzione. E proprio sotto il leccio il Signore appariva spesso a Egidio.
 
== Curiosità ==