Castanea sativa: differenze tra le versioni

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La presenza del castagno fin dall'antichità ha fatto sì che alcuni esemplari, ancora oggi esistenti, abbiano un particolare valore storico, culturale, paesaggistico e, come tali, sono definiti alberi monumentali.
* [[La Salle (Italia)|La Salle]] ([[Valle d'Aosta]]). Noto come ''[[Lo Tsahagnèr de Derby]]'', è considerato il più famoso (anche perché l'unico castagno monumentale) della Valle d'Aosta e uno dei più vecchi alberi d'Italia. È l'unico castagno da frutto, in Italia, di dimensioni eccezionali<ref>{{cita web |url=http://www.italiaatavola.net/articoli.asp?cod=12381 |titolo=Castagne e marroni, differenze e qualità dei protagonisti dell'autunno |autore=Piera Genta |sito=Italia a tavola |accesso=3 febbraio 2010}}</ref>. L'albero, a fusto grosso, singolo e stratificato, è ubicato vicino al villaggio della regione alpina, ha una circonferenza di 7,63 metri e un'altezza di 27 metri. L'età è di circa 400 anni. Si può raggiungere tranquillamente a piedi, a cinque minuti dal paese alpino, in località Saint-Ours, a monte del villaggio di Derby. Riconosciuto come albero monumentale dalla Regione nel 1993, è protetto dalla legge regionale<ref>{{cita web |url=http://www.regione.vda.it/risorsenaturali/corpoforestale/attivita/tutela_p_m/elenco/dettaglio/default_i.asp?id=40|titolo= Elenco comuni - Piante monumentali di La-Salle |editore= Corpo Forestale della Valle d'Aosta|sito=Alberi Monumentali |accesso=01-06-09}}</ref>.
* [[Melle (Italia)|Melle]] ([[Piemonte]]). Noto come [[Tabudiera grossa]] o Tabudiera de Titta, ha una circonferenza di 9,6 m e un'altezza di 30–32 m. L'età presunta è di circa 300 anni<ref name="melle">{{cita web |url=http://www.regione.piemonte.it/sit/argomenti/pianifica/recupero/dwd/alberimonument/32_castagno.pdf |titolo=Castagno - Melle (CN) |editore=Regione Piemonte |sito=Alberi Monumentali |accesso=5 settembre 2008 |urlmorto=sì }}</ref><ref name="CFS-Pie">{{cita web |url=http://www.corpoforestale.it/foreste&forestale/ricerca&progetti/alberi_m/piemonte.htm |titolo=Regione Piemonte |sito=Alberi monumentali d'Italia |editore=Corpo Forestale dello Stato |accesso=5 settembre 2008}}</ref>.
* [[Bioglio]] (Piemonte). Ha una circonferenza di 10,5 m e un'altezza di 15–18 m. L'età stimata è di 350 anni<ref name="CFS-Pie"/><ref>{{cita web |url=http://www.regione.piemonte.it/sit/argomenti/pianifica/recupero/dwd/alberimonument/28_castagno.pdf |titolo=Castagno - Bioglio (BI) |editore=Regione Piemonte |sito=Alberi Monumentali |accesso=5 settembre 2008 |urlmorto=sì }}</ref>.
* [[Monteu Roero]] (Piemonte). Ha una circonferenza di 10,5 m a petto d'uomo, di 14 m alla base, un'altezza di 12 m. L'età stimata è di 350 anni come per gli esemplari di Bioglio e Melle<ref>{{cita web |url=http://homoradixnew.wordpress.com/libri |titolo=Castagni monumentali del Piemonte |editore=Nerosubianco |sito="La linfa nelle vene. Alberografie a Nord-Ovest lungo gli itinerari dei Grandi Alberi" di Tiziano Fratus |accesso=12 novembre 2012}}</ref>.
* [[Sant'Alfio (Italia)|Sant'Alfio]] ([[Sicilia]]). Noto come [[Castagno dei Cento Cavalli]], è considerato il più famoso d'Italia e uno dei più vecchi alberi d'Europa. Ad esso sono associate leggende e note storiche e ad esso si sono ispirati artisti e letterati. L'albero è ubicato alle falde dell'[[Etna]], ha una circonferenza di 22 metri e un'altezza di 22 metri. L'età è incerta e secondo varie fonti è stimata dai 2000 ai 4000 anni<ref name="melle"/><ref>{{cita web |url=http://www.dipbot.unict.it/sistematica/CASTA100.html |titolo=Il Castagno dei Cento Cavalli |editore=Dipartimento di Botanica. Università di Catania |accesso=5 settembre 2008}}</ref><ref name="CFS-Sic">{{cita web |url=http://www.corpoforestale.it/foreste&forestale/ricerca&progetti/alberi_m/Sicilia.htm |titolo=Regione Siciliana |sito=Alberi monumentali d'Italia |editore=Corpo Forestale dello Stato |accesso=5 settembre 2008}}</ref>.
* [[Mascali]] (Sicilia). Noto come [[Castagno della Nave]], ha un'età incerta ma presumibilmente millenaria. Ubicato sulle falde dell'Etna, nella stessa stazione del Castagno dei Cento Cavalli a circa 300 metri da questo, ha una circonferenza di 20 m e un'altezza di 19 m<ref name="CFS-Sic"/><ref>{{cita web |url=http://www.siculina.it/Mascali%20-Siculina.htm |titolo=Mascali - gli eventi, corso della storia... |sito=Siculina turismo |accesso=5 settembre 2008}}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.etnapark.net/mascali.htm |titolo=Mascali |sito=Etna Park |accesso=5 settembre 2008}}</ref>.
* [[Tonara]] ([[Sardegna]]). Ubicato a circa 800 m, è uno degli esemplari più notevoli della regione, con una circonferenza di 8,5 m e un'altezza di 15 m<ref>{{cita libro |autore=Siro Vannelli |altri=Guido Costa (foto) |titolo=Grandi alberi della Sardegna - Monumenti verdi |editore=Assessorato della Difesa dell'Ambiente, Regione Autonoma della Sardegna |anno=1994 |pagine=262-263}}</ref>.
* [[Camaldoli]] (Toscana). Noto come [[Castagno Miraglia]], ha un'età presunta di 400 anni. Si tratta di uno degli esemplari più notevoli in Toscana, con una circonferenza alla base di 8,8 m e un'altezza di 19 m. Il nome è dedicato a Elena Miraglia, moglie del Direttore Generale del Ministero dell'Agricoltura alla fine dell'[[Ottocento]]<ref>{{cita web |url=http://www2.arsia.toscana.it/florovivaismo/turismo-botanico/schedestrade/AR_pdf/152_AR_A_Castagno_Miraglia.pdf |titolo=Scheda n. 152: Castagno Miraglia |editore=Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione nel settore Agricolo-forestale, Regione Toscana |accesso=28 ottobre 2008 |urlmorto=sì }}</ref>.
* [[Valle Castellana (Italia)|Valle Castellana]] ([[Abruzzo]]). Il [[Piantone di Nardò]] ha una circonferenza basale di oltre diciassette metri ed un'età presunta di oltre cinquecento anni. Si trova all'interno di un bosco sito nella frazione Morrice di Valle Castellana (TE).{{citazione necessaria}}
 
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{{citazione|Ivi forse una balestra rimosso dall'altre abitazioni della terra, tra ulivi e nocciuoli e castagni, de' quali la contrada è abondevole, comperò una possessione|Giovanni Boccaccio, ''Decameron''.}}
 
In ''Proserpina'', quinto [[idillio]] dell'opera [[La sampogna]], [[Giovan Battista Marino]] (1569-1625) descrive [[Vertunno]], dio dei giardini e della frutta nella [[mitologia romana]], con due ricci di castagno al posto delle tempie<ref>{{cita web |url=http://www.bibliotecaitaliana.it/xtf/view?docId=bibit000341/bibit000341.xml&chunk.id=d3811e8081&toc.depth=1&toc.id=d3811e1028&brand=default |titolo=Proserpina Idillio 5 |sito=Biblioteca Italiana |editore=Università La Sapienza, Roma |accesso=6 settembre 2008 |urlmorto=sì }}</ref>:
{{citazione|Ne l'una e l'altra tempia<br />tien duo non anco aperti<br />di pungente castagno ispidi ricci|Giovan Battista Marino, ''La sampogna. Proserpina Idillio 5''}}
 
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{{citazione|E lo aspettava la brumal Novara<br />e a' tristi errori mèta ultima Porto.<br />Oh sola e cheta in mezzo de' castagni<br />villa del Douro,<br /><br />che in faccia il grande Atlantico sonante<br />a i lati ha il fiume fresco di camelie,<br />e albergò ne la indifferente calma<br />tanto dolore!|Giosuè Carducci, ''Rime e Ritmi'': ''Piemonte''}}
 
Il castagno diventa addirittura un protagonista nelle opere di [[Giovanni Pascoli]] (1855-1912), che dedicò all'albero interi componimenti. ''Il castagno'', nella sezione ''Alberi e fiori'' della raccolta [[Myricae]]<ref>{{cita web |url=http://www.fondazionepascoli.it/Poesie/My189.htm |titolo=IX Il castagno |sito=Myricae, Alberi e fiori |editore=Fondazione Giovanni Pascoli |accesso=7 settembre 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080418055023/http://www.fondazionepascoli.it/Poesie/My189.htm |dataarchivio=18 aprile 2008 }}</ref> enfatizza il ruolo della pianta nella civiltà contadina di un tempo: esso accompagna, con la sua costante presenza, la scansione delle stagioni, e nelle freddi sere dell'autunno e dell'inverno diventa un protagonista nella vita della famiglia contadina, con lo scoppiettìo della sua corteccia che brucia nel focolare e le castagne che cuociono nella pentola.
{{citazione|Per te i tuguri sentono il tumulto<br />or del paiolo che inquïeto oscilla;<br />per te la fiamma sotto quel singulto<br />crepita e brilla:<br /><br />tu, pio castagno, solo tu, l'assai<br />doni al villano che non ha che il sole;<br />tu solo il chicco, il buon di più, tu dai<br />alla sua prole;|Giovanni Pascoli, ''Il castagno''}}
 
Non meno suggestiva è ''Il vecchio castagno'', nei ''[[Primi poemetti]]''<ref>{{cita web |url=http://www.fondazionepascoli.it/Poesie/pp21.htm |titolo=Il vecchio castagno |sito=Primi poemetti. Il bordone - L'aquilone |editore=Fondazione Giovanni Pascoli |accesso=7 settembre 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070212092020/http://www.fondazionepascoli.it/Poesie/pp21.htm |dataarchivio=12 febbraio 2007 }}</ref>, dove il Pascoli raffigura un vecchio albero come essere animato che parla alla pastorella Viola esortandola a prendere l'accetta.
{{citazione|...Viola!... Violetta!...<br />Non la vedi costì? C'è da stamani.<br />Ce l'ha lasciata il caro zio. L'accétta!<br /><br />La piglia su, domani, oggi, a due mani,<br />e picchia giù. Dove ella picchia, guai<br />a quei frassini! tristi quelli ontani!<br /><br />e quei castagni! Non credevi mai,<br />Violetta? Lo credo! Ero il più grande!<br />Sono il più vecchio. Ella è per me: vedrai.|Giovanni Pascoli, ''[[Primi poemetti]]: ''Il vecchio castagno''}}
 
Oltre alle due citate liriche, non mancano comunque altri riferimenti più o meno espliciti nella poesia del Pascoli (per esempio nel componimento in latino Castanea) e in alcuni suoi saggi, al castagno come pianta e alla cultura contadina del castagno.
 
Il castagno e i suoi frutti appaiono anche nel ritratto che [[Grazia Deledda]] (1871-1936) fa della famiglia di ''zia Grathia'', nel romanzo [[Cenere (libro)|Cenere]]. La Deledda presenta ''la castagna'' sia come bene economico sia come componente integrante della quotidianità nella famiglia rurale della montagna [[Barbagia|barbaricina]]<ref>{{cita web |titolo=Cenere, di Grazia Deledda |url=http://www.liberliber.it/biblioteca/d/deledda/cenere/html/testo.htm |sito=Liber liber |accesso=8 settembre 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080224074117/http://www.liberliber.it/biblioteca/d/deledda/cenere/html/testo.htm |dataarchivio=24 febbraio 2008 }}</ref>.
{{citazione|Le castagne del piccolo Zuanne scoppiavano fra la cenere che si spargeva sul focolare.<br />...<br />Eravamo sposi da pochi mesi; eravamo benestanti, sorella cara: avevamo frumento, patate, castagne, uva secca, terre, case, cavallo e cane.<br />...<br />Si alzò, accese una primitiva candela di ferro nero, e preparò la cena: patate e sempre patate: da due giorni Olì non mangiava altro che patate e qualche castagna.|Grazia Deledda, ''Cenere''}}
 
Il poeta ottocentesco sardo [[Peppino Mereu]] (1872-1901) cita il pane di castagne, come alimento rifugio dei poveri in tempi di carestia, nella sua più celebre poesia, ''[[Nanneddu meu]]''. La poesia, che ha subito diversi arrangiamenti musicali nei canti popolari della [[Sardegna]] e in una più nota versione interpretata dal gruppo dei [[Tazenda]], è un canto di protesta che, in forma di lettera ad un amico, descrive lo stato di miseria e oppressione in cui versavano gli strati sociali più bassi nella metà dell'[[Ottocento]]<ref>{{cita web|url=http://www.ildeposito.org/view.php?id=381|titolo=Nanneddu meu|sito=Il Deposito, canti di protesta politica e sociale|accesso=2 settembre 2008|lingua=sc|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080404032039/http://www.ildeposito.org/view.php?id=381|dataarchivio=4 aprile 2008}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.talloru.net/sardegna/cantitradizionali/nanneddu.htm |titolo=Nanneddu meu |sito=Canti sardi tradizionali |editore=Lino Talloru |lingua=it sc |accesso=2 settembre 2008}}</ref>.
{{citazione|Affamati noi stiamo mangiando<br />pane di castagne e terra con ghiande<br />terra come il fango, ridiventa il povero<br />senza cibo, senza ricovero.|Peppino Mereu, ''Nanneddu meu''|''Famidos nois semos pappande''<br />''pane e castanza, terra cun lande''<br />''terra ch'a fangu, torrat su poveru''<br />''senz'alimentu, senza ricoveru.''|lingua=sc}}
 
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=== Letteratura straniera ===
[[Herman Hesse]] (1877-1962) dedicò al castagno l'apertura del suo ''[[Narciso e Boccadoro]]''<ref>{{cita web |url=http://it.wikiquote.org/wiki/Herman_Gesse#Narciso_e_Boccadoro |titolo=Herman Hesse |sito=Wikiquote |accesso=9 settembre 2008 |urlmorto=sì }}</ref> descrivendo il maestoso albero ubicato presso l'ingresso del seminario di [[Maulbronn]], nella [[Germania]] meridionale, dove studiò da giovane. Nella descrizione, Hesse cita alcuni aspetti che evidenziano la natura esotica del castagno (''solitario figlio del Sud'') e la sua posizione al limite settentrionale dell'areale: l'entrata tardiva in vegetazione e la difficoltà di maturazione a causa della brevità della stagione vegetativa sono infatti condizioni sfavorevoli alla diffusione di questa specie nell'Europa centrale, determinandone la sporadicità. Ancora una volta viene l'arte mette sottolinea l'immagine suggestiva dei frutti rilasciati in autunno e arrostiti nel fuoco del camino.
{{quote
|Davanti all'arco d'ingresso, retto da colonnette gemelle, del convento di Mariabronn, sul margine della strada c'era un castagno, un solitario figlio del Sud, che un pellegrino aveva riportato da Roma in tempi lontani, un nobile castagno dal tronco vigoroso; la cerchia de' suoi rami si chinava dolcemente sopra la strada, respirava libera ed ampia nel vento; in primavera, quando intorno tutto era già verde ed anche i noci del monastero mettevano già le loro foglioline rossicce, esso faceva attendere ancora a lungo le sue fronde, poi quando le notti eran più brevi, irradiava di tra il fogliame la sua fioritura esotica, d'un verde bianchiccio e languido, dal profumo aspro e intenso, pieno di richiami, quasi opprimente; e in ottobre, quando l'altra frutta era già raccolta ed il vino nei tini, lasciava cadere al vento d'autunno i frutti spinosi dalla corona ingiallita: non tutti gli anni maturavano; per essi s'azzuffavano i ragazzi del convento, e il sottopriore Gregorio, oriundo del mezzodí, li arrostiva in camera sua sul fuoco del camino.