Castello Cantelmo (Alvito): differenze tra le versioni

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Ancora alla fine del [[XIX secolo]] il castello doveva apparire grossomodo integro delle sue strutture e conservare tutta l'imponenza originaria. Diversi terremoti del [[XX secolo]] e anni di abbandono però causarono il crollo e la perdita degli elementi architettonici più vistosi, dal maschio alle merlature.
 
La struttura architettonica è costruita secondo i modelli dell'economia militare e non ha subito interventi di restauro filologico o manieristico come successo ad altre strutture simili e conserva quindi tutte le forme medievali. Gli elementi principali sono i sistemi difensivi, disposti progressivamente da un perimetro esterno al centro e l'edificio in cui risiedevano i castellani. Una prima cerchia muraria alta cinque metri circonda tutta l'area su cui si è sviluppato il [[castello]], di forma trapezoidale, ricavata spianando la cima del colle; alle prime mura, che si innalzano per cinque metri, corrispondeva un fossato profondo altri cinque nel lato che dà verso il centro abitato. Una seconda cerchia muraria proteggeva l'edificio vero e proprio, protetto da quattro muraglioni a scarpa, con quattro torri angolari alte 14 metri e larghe 11 di circonferenza alla base e 9 alla cima. Al centro della seconda cerchia si ergeva un edificio quadrangolare, il [[maschio (architettura)|maschio]], che si innalzava per 11 metri più in alto rispetto al resto del castello: al lato sud dell'edificio dovevano trovarsi le stanze della nobilità, mentre nei restanti locali risiedeva la servitù e le guardie. Una torre ottagonale ne proteggeva l'accesso. [[merlatura|Merlature]] guelfe.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.infoalvito.it/home/index.php?option=com_content&task=view&id=14&Itemid=41 Rogacien P., ''Il Castello di Alvito'', in «''Spazio Aperto''», 1993, n. 2] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref><ref>Castrucci F.S., ''op. cit.'', pp. 49-53.</ref>
== Restauro contemporaneo e agibilità ==
Dagli anni [[1990|Novanta]] il castello è di proprietà del comune di [[Alvito (Italia)|Alvito]], che sta provvedendo a ricostruirlo nelle parti andate, col tempo, distrutte, e a riconsolidare quanto rimasto. I primi interventi risalgono al [[1994]] e sono stati affidati dalla provincia di Frosinone<ref>[http://www.centrodocumentazionebeniculturali.it/fortificazioni.htm Il riuso dei Castelli d'Italia: Provincia di Frosinone] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110326042302/http://www.centrodocumentazionebeniculturali.it/fortificazioni.htm |data=26 marzo 2011 }}.</ref> all'architetto Giulio Rossetti,<ref>[http://www.architettiroma.it/servizi/lavoro/documenti/gr.html Rossetti G., ''Il riuso del castello di Alvito''].</ref> che ha curato la ricostruzione, con le pietre originarie, di parte delle torri, delle merlature e dei principali ingressi, ripulendo gli accessi e restaurando le volte principali. Alcuni ambienti sono ancora in fase di ricostruzione. La struttura ospita nel periodo estivo una manifestazione culturale autorganizzata, autofinanziata e autogestita, denominata ''[[Castello Reggae]]'', in cui diversi musicisti e [[Sound System]] si esibiscono con gli strumenti e i suoni tipici della musica [[reggae]], dello [[ska]] e del [[dub]]. La manifestazione si è interrotta bruscamente prima dello svolgimento della 17ª Edizione, nell'anno 2013. In uno dei cortili interni è stata installata una voliera per ospitare gli uccelli che avevano bisogno di soccorso trovati nel Parco Nazionale d'Abruzzo. La voliera non è stata mai utilizzata in tal senso; infatti gli unici uccelli che ha ospitato sono stati dei volatili privati. Successivamente la voliera è stata rimossa.
 
== Note ==