Chiesa di Sant'Omobono (Roma): differenze tra le versioni

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La chiesa si trova nella zona del [[Foro Boario]] dove si trovavano i templi della [[Fortuna (divinità)|Fortuna]], di [[Mater Matuta]] e la [[Porta Triumphalis]]: queste strutture sono state scavate a fianco della chiesa tra gli [[anni 1930|anni trenta]] (nella fase del "raschiamento" del [[Campidoglio]]) e gli [[anni 1960|anni sessanta]], e sono tutt'oggi visibili nell'[[Area di Sant'Omobono|area archeologica di Sant'Omobono]]. Le sue fondamenta sono impostate, appunto, sui resti del tempio di Mater Matuta.
 
La prima chiesa [[Architettura paleocristiana|paleocristiana]] risale al [[VI secolo]] e fu intitolata originariamente '''San Salvatore in Portico''' (con riferimento al vicino [[Portico di Ottavia]]). Tra il [[XII secolo|XII]] e il [[XIII secolo]] venne restaurata e ripavimentata , con tarsie di tipo [[cosmati|cosmatesco]]. Ricostruita nel [[1482]], venne data nel [[1575]] all'"Università dei Sarti" e dedicata al patrono dei farsettai, [[sant'Omobono]] appunto. Nella stessa chiesa presero residenza la Confraternita dei Calzettai e quelle dei Sartori e dei Giubbonari<ref>Benché la chiesa sia chiusa, l'Arciconfraternita di Sant'Omobono (detta dei Maestri Sarti) ha avuto un [[primicerio]] in carica fino al [[1997]], ha oggi una sede in Laterano (cfr. {{collegamento interrotto|1=[http://www.diocesidiroma.it/Persona.asp?IDPERS=836] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}) e una "casa" (albergo) in via Aurelia.</ref>. L'ultimo restauro, con ripavimentazione, risale al [[1940]].
 
Il dislivello tra il piano stradale dell'area archeologica e il piano di costruzione della chiesa - che oggi si presenta rialzato di un paio di metri rispetto al livello stradale moderno, al quale lo collega una scala recente - è un esempio interessante e di plastica evidenza di come il piano di calpestio di Roma antica sia stato sommerso, nei secoli, da quattro / cinque metri (in alcuni casi anche di più) di macerie e detriti, sui quali si è continuato a costruire ininterrottamente, e poi si è tornati a scavare.
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Dopo le demolizioni del [[XX secolo|Novecento]] e la costruzione dei muraglioni del [[Tevere]] l'area circostante la chiesa è oggi quasi disabitata, salvo il piccolo isolato residenziale sopravvissuto tra via di San Teodoro sotto il [[Palatino]], il Foro romano, via della Consolazione e il Foro Jugario e l'attuale via Petroselli.
 
La zona era invece, fino all'inizio del '900, costruita, sia pur modestamente, e popolata, essendo uno dei punti d'accesso al mercato romano dei produttori provenienti dalla via Appia e dalla via Ostiense, che confluivano a Piazza Montanara (anch'essa scomparsa), al [[Teatro di Marcello]]. La sua rilevanza commerciale era testimoniata dal fatto che a metà dell'Ottocento la via di S. Omobono, dalla Bocca della Verità a Monte Caprino, contava ben 6 osterie, una locanda e un caffè<ref>Si veda in Alessandro Rufini, "''Notizie storiche intorno alla origine dei nomi di alcune osterie, caffè, alberghi e locande esistenti nella città di Roma"'' (1855) (consultabile a [{{cita web |url=http://www2.comune.roma.it/cultura/biblioteche/bd/rufini/Al_lettore.html] |titolo=Copia archiviata |accesso=13 marzo 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060830051212/http://www2.comune.roma.it/cultura/biblioteche/bd/rufini/Al_lettore.html |dataarchivio=30 agosto 2006 }}).</ref>.
 
Da sant'Omobono, si può: