Hieronymus Bosch: differenze tra le versioni

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[[File:Hieronymo Boschio pictori.jpg|thumb|Hieronymus Bosch]]
{{Bio
|Nome = Hieronymus
|Cognome = Bosch
|PostCognome = (pronuncia [[lingua olandese|olandese]] {{IPA|[ɦijeːˈɾoːnimʏs bɔs]}}), [[Pseudonimo|nome d'arte]] di '''Jeroen Anthoniszoon van Aken'''<ref>Dai dati d'archivio si rileva che il pittore era più comunemente chiamato "Joen" di cui "Jeroen" era la forma più elegante. Cfr. G.C.M. van Dijck, ''Hieronimus van Aken/Hieronymus Bosach: His Life and "Portraits"'', in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag.10</ref> (pronuncia {{IPA|[jəˈrun ɑnˈtoːnɪsoːn vɑn ˈaːkəⁿ]}})
|ForzaOrdinamento = Bosch, Hieronymus
|Sesso = M
|LuogoNascita = 's-Hertogenbosch
|GiornoMeseNascita = 2 ottobre
|AnnoNascita = 1453
|LuogoMorte = 's-Hertogenbosch
|GiornoMeseMorte = 9 agosto
|AnnoMorte = 1516
|Epoca = 1400
|Epoca2 = 1500
|Attività = pittore
|Nazionalità = olandese}}
Fu noto come '''El Bosco''' in lingua spagnola, '''Gerolamo Bosco''', o '''Bosco di Bolduc''', o ancora '''Ieronimo Bos'''<ref>''Le opere di Giorgio Vasari pittore e architetto aretino, parte prima- comprendente porzione delle Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti'', Firenze, 1832-38, Per David Passagli e Socj, pag. 693.</ref> in quella italiana (da Bosch e ''Bois le Duc'', traduzione francese di [['s-Hertogenbosch]] = Bosco Ducale, città natale di Bosch); in alcuni suoi dipinti si firmò con il solo cognome, Bosch (''Boss'' nella pronuncia [[Lingua olandese|olandese]]).[[File:Bosch-signature.svg|frameless|right]]
 
La ricchezza di inventiva nelle sue opere, vere e proprie visioni, ha chiamato in causa dottrine diverse, tra esse la [[psicoanalisi]], ciascuna delle quali dette una propria lettura, talvolta anche non compatibile storicamente. Sicuramente la sua opera andò di pari passo con le dottrine religiose e intellettuali dell'Europa centro-settentrionale che, al contrario dell'[[Umanesimo]] italiano, negavano la supremazia dell'intelletto, ponendo piuttosto l'accento sugli aspetti trascendenti e irrazionali: ne sono esempio le prime elaborazioni di [[Martin Lutero]] e le opere di [[Sebastian Brandt]] ed [[Erasmo da Rotterdam]]<ref name=DVC226>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 226.</ref>.
 
Con grande ironia, Bosch mise in scena i conflitti dell'uomo rispetto alle regole imposte dalla morale religiosa, quindi la caduta nel vizio e il destino infernale per redimersi dal quale appare il riferimento alle vite dei [[santo|santi]], attraverso l'imitazione della loro vita dedita alla [[meditazione]] anche se circondati dal male, sia nelle tavole con la ''Passione di Cristo'', attraverso la meditazione sulle pene sofferte dal [[Cristo]], per riscattare dal peccato universale il genere umano, che porta all'immedesimazione stessa del riguardante e alla [[Soteriologia|salvezza]]<ref name=DVC226/>.
 
Bosch non datò mai i suoi dipinti e ne firmò solo alcuni. Il re [[Filippo II di Spagna]] fu un appassionato collezionista dei suoi lavori, da qualche decennio dopo la morte del pittore; come risultato la [[Spagna]] è oggi il paese che in assoluto possiede il maggior numero di opere del pittore, soprattutto al [[Museo del Prado]] e al [[Monastero dell'Escorial]] a [[Madrid]].
 
== Biografia ==
=== Origini e ascesa sociale ===
[[File:Jheronimus Bosch.jpg|thumb|Ritratto di Hieronymus Bosch, ([[1550]] circa)]]
[[File:Hieronymus Bosch 095.jpg|thumb|''[[Sette peccati capitali (Bosch)|Sette peccati capitali]]'', [[Museo del Prado]], [[Madrid]]]]
[[File:Hieronymus Bosch 053.jpg|thumb|''[[Estrazione della pietra della follia]]'', Museo del Prado, Madrid]]
Nacque tra il 1450 e il 1455, forse il 2 ottobre 1453<ref>Secondo la ricostruzione di Jan Mosmans, ''Bosch'', "Gazette des Beaux-Arts", LIII, 1959, pagg. 13-14. Cfr. Elsig,cit., pag. 24</ref>, a [['s-Hertogenbosch]], una città nel sud degli odierni [[Paesi Bassi]], vicino a [[Tilburg]] e allora possedimento dei [[Elenco di duchi di Borgogna|duchi di Borgogna]].
La sua famiglia, probabilmente era [[Germania|tedesca]] originaria di [[Aquisgrana]] (come farebbe pensare il cognome "van Aken"), si era trasferita nei Paesi Bassi inizialmente a [[Nimega]] e abitava a 's-Hertogenbosch dal 1426<ref>Elsig, cit., pag. 20.</ref>. Il nonno Jan e quattro<ref>Thomas morto(†) nel 1561; Hubertus († 1563); Goeswinus († 1567)); Jan († 1571). Cfr. G.C.M. van Dijck, ''Hieronimus van Aken/Hieronymus Bosch: His Life and "Portraits"''; in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 9-10</ref> dei suoi cinque figli, fra cui il padre dell'artista, Anton van Aken, erano pittori, così come lo erano i suoi due fratelli Goossen e Jan. Nel febbraio del 1462 il padre acquista la casa sul versante orientale della Piazza del Mercato detta "In Sint Thoenis" (oggi al civico Markt 29) dove in seguito all'incendio dell'anno seguente che distrusse in città circa 4.000 abitazioni<ref>C'è chi opina che l'evento disastroso dell'incendio possa aver impressionato il giovane Bosch appena decenne al momento dei fatti. Cfr. Elsig, cit., pag. 24</ref>, verrà fissata la bottega di famiglia. A quest'epoca pare che Anton van Aken fosse il pittore di maggior prestigio in città e quindi il capo dell'impresa familiare che lavora per il patriziato locale e per la chiesa di San Giovanni (Sint Jan) che diverrà cattedrale nel 1559. Nella bottega di famiglia si praticava oltre alla pittura, compresa l'applicazione della policromia sulle sculture lignee, anche la doratura e la produzione di arredi sacri<ref>Gibson, cit., pag. 17; Ester Vink, ''Hieronymus Bosch's Life in 's-Hertogenbosch'', in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pagg. 20 e 22-23</ref>.
Le fonti d'archivio sono piuttosto scarse sulla biografia dell'artista e sulla sua famiglia, ma si sa che nel [[1454]] Jan, il nonno, morì e che nel [[1474]] il nome di "Jeronimus, detto Joen" è menzionato con quello di altri familiari in due atti notarili, datati rispettivamente 5 aprile e 26 luglio, relativi a questioni finanziarie, tra cui un prestito di 25 fiorini<ref>G.C.M. van Dijck, ''Hieronimus van Aken/Hieronymus Bosch: His Life and "Portraits"''; in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 13</ref> . Ancora nel [[1480]]-[[1481]] il nome di "Jeroen" è nominato per la prima volta come libero maestro in un documento sull'acquisto alla confraternita di Nostra Signora, di due scomparti di un trittico dipinto in origine dal padre nel 1463 e che in seguito alla distruzione della pala centrale non avevano più trovato collocazione liturgica e potevano pertanto essere riusati<ref>Ester Vink, ''Hieronymus Bosch's Life in 's-Hertogenbosch'', in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 22; Elsig, cit., pg. 25</ref>. Il 15 giugno 1481 è menzionato come ammogliato, con Aleid van de Meervenne, nata intorno al 1447 da Postuluna van Arkel e Goyaert van der Meervenne, di estrazione borghese relativamente agiata. Con il matrimonio Hieronymus eleva il proprio rango sociale e se l'unione rimarrà senza progenitura, la moglie portò in dote alcuni terreni a [[Oirschot]], non lontano da 's-Hertogenbosch e consentí alla coppia di trasferirsi nella casa di lei "In den Salvatoer" anch'essa sulla Piazza del Mercato ma sul versante nord di fronte al municipio (oggi al civico Markt 61). Mentre il fratello maggiore Goessen dirige l'impresa familiare "In Sint Thoenis", Hieronymus poteva disporre di un proprio studio privato in casa, essendo peraltro liberato da preoccupazioni finanziarie immediate. Infatti, pur non appartenendo alla ristretta cerchia dei notabili, beneficiava ormai della prosperità dei maggiorenti<ref>Ester Vink, ''Hieronymus Bosch's Life in 's-Hertogenbosch'', in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 21; G.C.M. van Dijck, ''Hieronimus van Aken/Hieronymus Bosch: His Life and "Portraits"''; in: ibidem, pag. 13, precisa che, nel 1481 dopo il matrimonio, Hieronymus insieme al resto della fratria (vale a dire Jan e Herberta, l'altra sorella Katherijn essendo già deceduta) trasferisce al fratello maggiore la proprietà della casa famigliare e che a partire dal 1487 la coppia Bosch beneficia di una confortevole rendita dopo aver realizzato parte del patrimonio immobiliare eredidato dalla moglie</ref>. Nel 1497, Hieronymus subentra al fratello scomparso alla guida dell'impresa familiare. Fino al 1500 sembra che la clientela del pittore rimanga essenzialmente locale, ma progressivamente si allarga grazie alle conoscenze altolocate che può sviluppare in virtù del suo nuovo rango e della sua appartenenza alla confraternita di Nostra Signora diffusa anche negli ambienti cosmopoliti di Bruxelles a contatto con la gerarchia amministrativa degli Asburgo<ref>Elsig, cit., pag. 40</ref>.
=== Vita di confratello ===
Dal [[1486]]-[[1487]] il nome di Hieronymus è tra i confratelli di Nostra Diletta Signora (Lieve-Vrouwe Broederschap)<ref>All'epoca la confraternita riunisce 353 membri, tra cui il Bosch, su un totale di circa 15'000 abitanti. Cfr. Roger H. Marijnissen, e.a., cit., pag. 18 e Elsig, cit., pag. 19, quest'ultimo indica che la città ha 11'675 abitanti nel 1464 e che raggiunge i 24'000 nel 1526</ref>. L'associazione, maschile e femminile, per laici ed ecclesiastici, aveva come simbolo un giglio tra le spine (''sicut lilium inter spinas'') e si dedicava al culto della Vergine, partecipando alla processione annuale e all'abbellimento della cappella del duomo riservata alla confraternita, alle onoranze funebri dei suoi membri, nonché ad opere di carità, contribuendo al ciclo annuale di banchetti festivi tra i quali spiccavano quelli durante i quali veniva servita carne di cigno<ref>Ester Vink, ''Hieronymus Bosch's Life in 's-Hertogenbosch'', in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 21</ref>.
 
Dal [[1488]], grazie alla nuova posizione sociale ed economica, è registrato tra i "notabili" della confraternita, un gruppo selezionato di circa cento persone per lo più legate all'alta borghesia cittadina, e in tale rango continuò ad essere registrato fino alla morte nel 1516<ref name=V32/>. Nello stesso anno presiedette l'annuale banchetto della Confraternita. Tra il [[1488]] e il [[1489]], sappiamo dai documenti che dipinse le ante di un polittico scolpito per questa stessa confraternita, non si sa però a quale tavola oggi conosciuta corrisponda.
 
Oltre alle opere di carità e alle pratiche devozionali legate all'immagine mariana della ''Zoete Lieve Vrouw'' nella principale chiesa cittadina, la confraternita si ispirava alla ''[[devotio moderna]]'' dei Fratelli e Sorelle della Vita Comune<ref name=V32>Varallo, cit., pag. 32.</ref>. In campo intellettuale la confraternita pubblicava libri, anche umanistici, e apriva case d'insegnamento della Scuola Latina: due ne erano state aperte a 's-Hertogenbosch, una nel [[1424]] e una nel [[1480]], che tra il [[1485]] e il [[1487]] era stata frequentata dall'allora diciassettenne [[Erasmo da Rotterdam]]. Sebbene non esistano collegamenti diretti tra Erasmo e Bosch, evidenti connessioni indirette sono ravvisabili tra i dipinti dell'artista e ''[[La nave dei folli (Brant)|La nave dei folli]]'' di [[Sebastian Brant]], che fece da principale fonte di ispirazione per l<nowiki>'</nowiki>''[[Elogio della follia]]''<ref name=V32/>.
 
Alcuni studiosi, nel tentativo di spiegare i soggetti della poetica di Bosch, hanno ipotizzato la sua relazione con altre sette, come quella degli ''[[Homines intelligentiae]]'' (Franger, 1947), ispirata a un'eresia clandestina che prevedeva il nudismo e il libero amore come tramite per giungere a una rinascita dell'"innocenza paradisiaca" prima del peccato originale, oppure quella di una cellula superstite dell'[[eresia catara]] (Linda Harris, 1995). Si tratta di ipotesi declinate o prese molto scetticamente dalla critica successiva, prive di riscontri documentali. Altri tentativi hanno coinvolto la [[teoria degli umori]] (Larsen, 1998), l'[[alchimia]] (Combe, 1946, e Van Lannep, 1966), la farmaceutica (Dixon, 1984), le perversioni erotiche e l'[[omosessualità]] (Gibson, 1983)<ref name=V36/>.
 
=== Formazione e sviluppo artistico ===
Non sappiamo nulla della prima formazione di Hieronymus, ma possiamo supporre che apprese i rudimenti dell'arte in famiglia, cominciando l'apprendistato a bottega a partire dai suoi tredici anni<ref>Elsig, cit., pag. 24</ref>. A parte le connessioni con la bottega familiare si ignora per quali vie si sviluppò l'arte di Bosch e non si hanno notizie di eventuali viaggi, ma si può supporre che intorno al 1476<ref>Elsig, cit., pag. 24.</ref> egli abbia potuto compiere un viaggio di compagnonaggio<ref>G.C.M. vn Dijck, ''Hieronimus van Aken/Hieronymus Bosch: His Life and "Portraits"''; in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pagg. 11 e 13. Il prestito contratto il 26 luglio 1474 potrebbe essere servito a finanziare il viaggio di fine studi di Hieronymus</ref> nel Nord attraversando città come [[Utrecht]], sede episcopale ed importante centro di [[miniatura]]<ref>Gibson, cit., pagg. 19; 24-25</ref>, [[Haarlem]], dove operava [[Geertgen tot Sint Jans]], e soprattutto [[Delft]], dove era attivo il [[Maestro della Virgo inter Virgines]]. Inoltre in quell'epoca circolavano xilografie e miniature, spesso legate al gusto [[gotico internazionale]], verso le quali dovette essere indirizzato dai familiari, come dimostrerebbero alcune delle poche opere attribuibili alla bottega dei van Aken, come la ''Crocifissione'' del [[1444]], o altre produzioni locali come gli affreschi tre-quattrocenteschi nel duomo cittadino, con l<nowiki>'</nowiki>''Albero di Jesse''<ref name=V39>Varallo, cit., pag. 39.</ref>.
 
Sicuramente l'artista sviluppò un proprio stile diverso da quello allora maggiormente in voga, basato sulla finezza dei dettagli e la resa dei volumi plastici, optando per «un'esecuzione piatta, a due dimensioni, grafica anziché pittorica: erede, sotto questo aspetto, dell'arte dell'illustrazione miniata» <ref>Erik Larsen, ''Bosch. Catalogo completo'', Firenze, Octavo-Franco Cantini ed., 1998, citato in: Varallo, pag. 39.</ref>. Circa la tecnica pittorica è opportuno citare l'osservazione del primo storico dell'arte olandese che fornisce questa descrizione:
{{citazione|Come molti pittori antichi, [Bosch] aveva l'abitudine di tracciare l'intera composizione direttamente sul sostrato bianco e di ritoccare in seguito il disegno con tratti leggeri e trasparenti di colore per gl'incarnati, ottenendo così un effetto che deve molto al sostrato<ref>«Come altri vecchi maestri, aveva l'abitudine di abbozzare e disegnare su una preparazione bianca, procedendo con velature trasparenti e facendo concorrere all'effetto ultimo anche il sottofondo» (traduzione proposta in Cinotti, cit., pag. 10</ref><ref>Si noti la stucchevole corrispondenza tra il testo del van Mander et la sintesi di Roger Van Schoute, fondatore nei primi anni '60 del ''Laboratoire d'étude des oeuvres d'art par les méthodes scientifiques'' presso l'Université catholique de Louvain ed autore del primo studio scientifico di un'opera del Bosch condotto sul "Portamento della croce" di Gand:
{{citazione|La tavola è preparata con un composto di uso comune fatto di gesso e colla animale; di colore biancastro. Essa è percettibile in diverse sezione del dipinto per via della sottigliezza dello strato pittorico che conferisce all'insieme del dipinto una particolare lucentezza traslucida, specie negl'incarnati|Roger Van Schoute; Monique Verboomen, Jérôme Bosch, cit., pag. 174|La préparation est de composition courante: craie et colle animale; elle est de couleur blanchâtre. Elle est perceptible en de nombreux endroits grâce à la minceur de la couche picturale donnant à l'ensemble une translucidité particulière, surtout dans les carnations|lingua=FR|lingua2=IT}}</ref>|Le livre des peintres de Carel van Mander : vie des peintres flamands, hollandais et allemands (1604), pag. [https://archive.org/stream/lelivredespeintr01mand#page/168/mode/2up 169]|Comme nombre d'anciens peintres, il avait coutume de tracer complètement ses compositions sur le blanc du tableau et de revenir ensuite par une teinte légère et transparente pour ses carnations, attribuant, pour l'effet, une part considérable au dessous|lingua=FR|lingua2=IT}}
==== Il problema della cronologia ====
La ricostruzione del catalogo dell'artista è un'operazione estremamente problematica e controversa, data la generale scarsità di notizie. Nessuna opera è infatti datata e pochissimi sono i collegamenti certi tra opere e commissioni documentate<ref name=V36>Varallo, cit., pag. 36.</ref>. A ciò vanno aggiunti anche i dubbi sull'autografia, anche delle opere firmate o di parti di esse, la presenza di più versioni della stessa opera (con la difficoltà di risalire al prototipo), nonché gli effetti del successo della sua arte: i suoi lavori erano spesso copiati o imitati, anche da artisti di alta capacità, e nei secoli restauri impropri e ridipinture di parti lacunose hanno alterato la superficie pittorica delle sue tavole<ref name=V36/>.
Tuttora per sormontare queste difficoltà ed evitare ricostruzioni puramente congetturali, gli studiosi si affidano alle tecniche di diagnostica artistica. Poiché la produzione pittorica è interamente composta di tavole su legno di quercia la [[dendrocronologia]] consente di determinare una datazione "alta" delle opere, che ha il merito di isolare dalla produzione autografa le copie tarde perché realizzate su legno abbattuto dopo la morte dell'artista. L'analisi del disegno preparatorio consentita dalla [[riflettografia]] e dalla [[radiografia]] permette invece di discernere la tecnica dell'artista relativamente alla preparazione del sostrato pittorico ed all'applicazione dei colori, e di identificarne alcuni schemi di base suscettibili, nella migliore delle ipotesi, di essere ricondotti a fasi distinte del suo sviluppo stilistico. Tra i contributi più moderni alla definizione di periodi stilistici nella produzione dell'artista, oltre ai classici studi di Justi (1889), Dollmayr (1898), [[Max Friedlander]] (1927), [[Charles de Tolnay]] (1937), Baldass (1943), Combe (1946), spiccano per l'appunto quelli legati ai restauri<ref>Roger Van Schoute, Hélène Verougstraete, Carmen Garrido, ''Bosch and his Sphere. Technique'', in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pagg. 103-120</ref> e alle indagini tecnico-scientifiche<ref>Peter Klein, ''Dendrochronological Analysis of Works by Hieronymus Bosch and His Followers'', in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pagg. 121-131</ref>.
In maniera schematica si sogliono distinguere tre periodi della produzione artistica del Bosch<ref>Frédéric Elsig, ''Hieronymus Bosch's Workshop and the Issue of Chronology'', in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 121</ref>: il periodo iniziale (o giovanile) fino al 1490 con i primordi risalenti si suppone al [[1470]] e il [[1475]]<ref name=V50>Varallo, cit., pag. 50.</ref>; il periodo mediano (o maturo) fino al 1505; ed il periodo tardo fino alla morte avvenuta ai primi del mese di agosto del 1516<ref>La scansione proposta dall'Elsig coincide con quella del Combe, mentre il Tolnay suggeriva la seguente tripartizione: (1475-80, 1480-1510, 1510-1516). Cfr. Cinotti, cit., pag. 86</ref>.
 
Questa tripartizione abbastanza tradizionale può essere complicata in una sequenza pentapartita la cui scansione distingue il periodo della prima giovinezza (1475-80); quello della seconda giovinezza (1480-85), la fase della prima maturità (1485-1500), quella della seconda maturità (1500-10) per terminare con il periodo tardo (1510-1516)<ref>Cinotti, cit., pag. 86</ref>.
 
=====La commessa di [[Filippo I di Castiglia|Filippo il Bello]]=====
Tra gli scarsi documenti che riferiscono della committenza del Bosch spicca quella di Filippo il Bello, che nel settembre del 1504, passa commessa per un grande quadro sul ''Giudizio universale'':
{{citazione|Settembre 1504. A Hieronimus Van Aaken detto Bosch pittore dimorante in Bois-le-Duc si versa la somma di 36 lire a titolo di arra [acconto] su ciò che sarà dovuto per un grande quadro di nove piedi di altezza e undici piedi di lunghezza<ref>± 249 x 304 cm</ref> che dovrà raffigurare il Giudizio di Dio vale a dire l'Inferno e il Paradiso secondo quanto ordinatogli dal nostro Signore per il suo nobilissimo piacere con la presente si rende quietanza della detta somma| Lille, Archives départementales du Nord, B.2185, f°230 v° pubblicato in facsimile in : Marijnissen e.a., cit., pagg. 19-20|Septembre l'an XVc quatre.A Jeronimus Van aeken dit bosch paintre dem[eurant] au boisleduc La somme de trente six livres dud[ict] pris En prest et paiement a bon compte Sur ce quil povoit et pourroit estre deu sur vng grant tableau de paincture de neuf pietz de hault et vnze pietz de long Ou doit estre le Jugement de dieu assvoir paradis et Infer que icellui S[eigneu]r lui avoit ordonné faire po[ur] son tres noble plaisir Pour ce icy par sa quictan[ce]ncy Rend[ue]n lad[icte] somme de XXXVI L[ivres]|lingua=FR|lingua2=IT}}
Se si potesse ancorare l'analisi cronologica ad una data precisa come quella della commessa di Filippo il Bello, si godrebbe di un punto di riferimento certo. Purtroppo il Giudizio universale di Filippo il Bello non è noto con certezza. Cionondimeno il dibattito verte sull'ipotesi che la tavola dell'Accademia di Vienna, malgrado le dimensioni più ridotte e l'assenza di emblemi araldici, possa identificarsi con "il grande quadro" voluto dal governatore delle Fiandre. È così che la data del 1505 è assunta da alcuni studiosi, tra cui l'Elsig, quale asse portante dell'analisi stilistica e da discrimine cronologico. Tale assunto conduce all'attribuzione al periodo 1505-1510 di un gruppo ben definito di opere cardini: il trittico del Giudizio di Vienna, il trittico del Giardino delle delizie; la Salita al Calvario di Gand e l'Incoronazione di spine di Londra. Tutte queste opere sarebbero accomunate da una maniera più plastica nella resa delle figure e nell'applicazione dei colori per zone omogenee contrastate. Il prototipo di tale indirizzo stilistico sarebbe il trittico di Vienna che farebbe da tramite tra la maniera di quello di Lisbona (Tentazioni di sant'Antonio) e quello di Madrid (Giardino delle delizie).
 
=== Anni iniziali ===
Intorno al [[1480]] è datata l'''Estrazione della pietra della follia'' ora al Prado. Il tema si rifà al detto popolare che indicava i pazzi come coloro che hanno un sasso nella testa. In essa, il chirurgo intento all'estrazione indossa un copricapo a forma di imbuto simbolo di stupidità, qui usato come pesante critica mossa contro chi crede di sapere ma che, alla fine, è più ignorante di colui che deve curare dalla «follia». L'iscrizione in alto e in basso recita: ''Meester snijt die keye ras'', ''Myne name is lubbert das'' cioè: «Maestro, cava fuori la pietra [della follia]» e «Il mio nome è sempliciotto» (o letteralmente: "bassotto castrato").
 
Tra il [[1480]] e il [[1485]] esegue L<nowiki>'</nowiki>''Epifania'', oggi conservata a [[Filadelfia]] al Museum of Art, in cui l'andamento lineare, tortuoso e spezzato della linea e l'incerta applicazione della prospettiva, rivelano un deciso influsso della pittura tardo gotica. Sempre a quel periodo risale la ''Crocifissione'', oggi a [[Bruxelles]] al Musée Royal des Beaux-Arts, di iconografia tradizionale e con sullo sfondo una città turrita identificabile con il suo paese natale.
 
Della fine di questi anni è l<nowiki>'</nowiki>''Ecce Homo'', conservato a Francoforte allo Städelsches Kunstinstitut: su un rialzo il Cristo e [[Pilato]] si fronteggiano stagliandosi contro la parete, l'uno composto e rassegnato l'altro vestito all'orientale mentre ghigna, in basso la folla, armata di pugnali e alabarde, con volti grotteschi resi con una linea tormentata, mentre sulla sinistra sono in parte riconoscibili i donatori, la veduta di città sullo sfondo è costruita senza un uso coerente della prospettiva tanto che il primo piano non si distingue da quello di fondo.
 
Del [[1490]] è la ''Salita al Calvario'', ora a Vienna, in cui il Cristo è circondato da una folla bestiale e grottesca, in basso è un frate che confessa il ladrone prima dell'esecuzione. Sul retro è un bambino su un girello che gioca con una girandola, il bambino forse allude a Gesù bambino.
 
Databile intorno al [[1490]], ''Il carro di fieno'', che ora si trova al Museo del Prado di Madrid, rappresenta la frenesia e la caoticità della vita guidata dalle passioni e dai vizi. Il fieno, così ambito dai personaggi raffigurati (medici, frati, suore, mercanti, donne e bambini), rappresenta i beni materiali della terra. In mezzo a scenette di umanità varia, emergono le figure di uomini-mostri, con il viso dell'animale significante un vizio, che si allontanano dal carro dopo aver momentaneamente appagato il bisogno. Nell'insieme, è un'opera che anticipa, per certi aspetti (es.lirica paesaggistica) il [[XVII secolo|Seicento]] olandese.
 
=== Anni centrali ===
[[File:Hieronymus Bosch 013.jpg|thumb|''[[Quattro visioni dell'Aldilà|Ascesa all'Empireo]]'', Palazzo Grimani, [[Venezia]]]]
Tra il 1490 e il 1500 realizza ''[[Nave dei folli (Bosch)|Nave dei folli]]'', conservata al Museo del Louvre, ispirata dal poema satirico ''[[La nave dei folli (Brant)|La nave dei folli]]'' (''Das Narrenschiff''), dell'umanista [[Sebastian Brandt]]: nel poema un gruppo di pazzi si imbarca su una nave per Narragonien, la terra promessa dei matti, prima del naufragio, arrivano a Schlaraffenland, la terra della cuccagna. Nel dipinto i pazzi sono stipati su una nave, per nocchiere mette un suonatore di cornamusa e come albero della barca utilizza quello della cuccagna. In quel periodo i pazzi non venivano esclusi, perché si riteneva che a volte Dio si esprimesse attraverso di loro, con ciò venivano lasciati liberi di girare per le campagne o caricati sulle cosiddette Navi azzurre che veleggiavano liberamente. Databile tra il 1490 e il 1500 è L<nowiki>'</nowiki>''Allegoria'' di Yale, forse coperta per la Nave dei folli.
 
Sempre a questo periodo dovrebbe appartenere la tavola, forse di un trittico non identificato, con la ''[[Morte di un avaro]]'', ora alla [[National Gallery di Washington|National Gallery of Art]] di [[Washington]]: la scena è ambientata in un interno con il letto di morte dell'avaro disposto obliquamente. Il moribondo, invece di alzare gli occhi verso la luce sprigionata dal Crocifisso posto davanti ad una finestra in alto che gli viene indicata dall'angelo custode alle sue spalle, guarda il demonio ed il sacchetto di denari che gli offre da sotto la tenda. A lato c'è la morte, rappresentata come un scheletro che lo sta per colpire con una freccia mentre ai piedi del letto un vecchio, forse lo stesso avaro, sta riponendo monete dentro un forziere pieno di animali mostruosi; per questo soggetto, comunque già presente nei Sette peccati capitali, può far riferimento l'opuscolo ''Het sterfboek'' (il libro della morte), una traduzione in fiammingo dell<nowiki>'</nowiki>''Ars moriendi''.
Tra il [[1500]] e il [[1504]], non si hanno documenti riguardo a Bosch. È probabile che in questi anni l'artista abbia fatto un viaggio in Italia, fermandosi a Venezia: infatti nella città lagunare sono presenti molte sue opere in collezioni private sin dai primi decenni del Cinquecento; inoltre a partire da questi anni lo stile di Bosch cambia, in direzione rinascimentale con figure monumentali inserite in un arioso paesaggio.
 
Tra il [[1500]] e il [[1504]] realizza il ''Trittico di santa Giuliana'', sappiamo di questo che si trovava nel Palazzo Ducale Veneziano nel 1771, negli sportelli laterali quello si sinistra La città in fiamme, mentre in quello di destra Il porto, nello sportello centrale il martirio della santa, alla presenza di una folla di personaggi non scalati in profondità, sulla sinistra ai piedi della croce un uomo svenuto: se si interpreta la scena con martirio di santa Giuliana, dovrebbe trattarsi di Eusebio, mentre se si interpreta la scena come martirio di santa Liberata, l'uomo svenuto potrebbe essere il re pagano del Portogallo: suo padre, che la condanna al martirio.
 
Dello stesso anno sono le quattro tavole, oggi a [[Palazzo Grimani di Santa Maria Formosa|Palazzo Grimani]]<ref>[http://www.palazzogrimani.org/il-museo/sale/sala-di-bosch/ Palazzo Grimani | Sala di Bosch<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> con il ''Paradiso terrestre'', l<nowiki>'</nowiki>''Ascesa all'Empireo'', la ''Caduta dei dannati'' e l<nowiki>'</nowiki>''Inferno'', costituenti a coppie gli sportelli laterali di un perduto trittico. Nella tavola con l<nowiki>'</nowiki>''Ascesa all'Empireo'' le anime sostenute dagli angeli sono condotte verso la luce divina attraverso un passaggio cilindrico, oltre il quale devono proseguire da sole, forse qui l'artista fa riferimento ad una frase dell<nowiki>'</nowiki>''Ornamento delle Nozze spirituali'' di [[Jan van Ruysbroeck]], in cui si parla dell'irradiazione di Dio come un abisso immenso di luce essenziale.
 
Tra il [[1503]] e il [[1504]] realizza la ''Salita al Calvario'' del Musée des Beaux-Arts di [[Gand]]. La tavola, gremita di volti grotteschi, è costruita secondo due diagonali che si incontrano nel volto rassegnato del Cristo: una che dalla croce conduce fino al cattivo ladrone, l'altra che parte dal volto del buon ladrone, confessato da un frate grottesco e arriva fino al volto della Veronica. In questa tavola Bosch utilizza il grottesco e la deformazione e non più simboli per introdurre nella scena il male.
 
Nel [[1504]], i documenti riportano il pagamento di 36 livres per un ''Giudizio Universale'' commissionato da [[Filippo I di Castiglia|Filippo il Bello]] di 9 piedi di altezza per 11 di larghezza, forse il trittico ora a Vienna o il Giudizio di Monaco. Nel ''Trittico del Giudizio'' sia la tavola centrale che le due parti laterali sono all'Accademia di Vienna. Delle parti laterali, la sinistra raffigura il Peccato originale e, sulla faccia esterna, san Giacomo, mentre la destra raffigura l'Inferno e, sulla faccia esterna, [[san Bavone]]; nella parte centrale, in alto, quasi separato dal resto della composizione, il Cristo giudice è appoggiato su un arcobaleno mentre ai lati su nuvole sono la Vergine e san Giovanni Battista con un esiguo numero di eletti; nel resto della composizione viene raffigurato il mondo del peccato e le pene assegnate ai peccatori; qui prevalgono i riferimenti alla "cucina" e agli arnesi di metallo, infatti gli avari sono cucinati sullo spiedo, gli iracondi appesi a ganci da macello e gli iracondi cucinati in padella.
 
Tra il [[1504]] e il [[1505]], realizza sia il ''San Giovanni Battista in meditazione'', ora a Madrid; sia la tavola con il ''San Giovanni a Patmos'', ora a [[Berlino]], sportello laterale di un perduto trittico, primo dei dipinti cosiddetti meditativi, in cui il santo, immerso in un paesaggio idilliaco, con toni cristallini che ricordano la pittura [[giorgione]]sca, ha la visione di un angelo e della Vergine nel cielo, in basso a destra un diavolo con occhiali, ali e coda di scorpione, sul retro a grisaglia varie scene della Passione.
 
Dello stesso periodo è il ''San Cristoforo'' di Rotterdam, probabilmente per l'altare della Confraternita di Nostra Signore nella Cattedrale della sua città natale. Del [[1505]] circa è la ''Salita al Calvario'' ora nel Palazzo Reale di Madrid e il ''San Girolamo in preghiera'' di Gand, dove i frutti in decomposizione intorno alla grotta del santo, alludono alle tentazioni.
 
=== Ultimi anni ===
Tra il [[1506]] e il [[1508]] realizza il ''Trittico del Giudizio'' del Groeninge Museum di Bruges, nello sportello destro l'Inferno, dove vengono utilizzati, come strumenti di tortura, oggetti quotidiani ingigantiti. Sempre dello stesso periodo è il ''[[Giudizio universale (Bosch Monaco)|Giudizio universale]]'' dell'[[Alte Pinakothek]] di Monaco.
 
Agli anni [[1508]]-[[1509|09]] veniva fatta risalire l<nowiki>'</nowiki>''[[Incoronazione di spine (Bosch Londra)|Incoronazione di spine]]'' ([[Londra]], National Gallery), opera invece degli anni ottanta del Quattrocento, dove maggiore è l'influenza della pittura italiana sia nella resa volumetrica delle figure sia nel tratto non più ondulato ma angoloso e spezzato; inoltre la composizione è costruita con meno personaggi ritratti a mezzobusto, il Cristo rassegnato è al centro mentre quattro aguzzini lo circondano, gli aguzzini possono far riferimento ai quattro tipi di carattere: il flemmatico e malinconico in alto e il sanguigno e collerico in basso. Del [[1510]] è il ''Trittico della Passione'' del [[Museo di Belle Arti di Valencia|Museo de Bellas Artes]] a Valencia, il pannello centrale presenta una composizione, con figure disposte asimmetricamente, inserita in un cerchio. Sempre dello stesso anno è la tavola con ''Tentazioni di sant'Antonio'', ora al Prado, in cui il santo non viene distolto dalla sua meditazione dai demoni che lo circondano.
 
Dello stesso anno è il ''Trittico dell'adorazione dei Magi'' di Madrid.
 
Sempre dello stesso anno circa è ''Il figliol prodigo'' di Rotterdam. Come scrive [[Jos Koldeweij]]: «esso rappresenta l<nowiki>'</nowiki>''homo viator'', il viandante, l'uomo sul sentiero della sua vita. Minacciato da pericoli e tentazioni, egli deve continuare il cammino lungo una via spesso stretta o accidentata e irta di ostacoli», in cui si aprono due strade o quella del peccato, simboleggiata dal bordello sulla sinistra che ha per insegna un'oca bianca, simbolo di lascivia, oppure quella del ritorno che sembra aver imboccato in figliol prodigo la cui iconografia deriva dal ventiduesimo Arcano dei Tarocchi: il [[Matto (Tarocchi)|Matto]].
 
Il 9 agosto [[1516]] si celebrano in forma solenne le esequie del pittore nella Cappella di Nostra Signora, appartenente alla Confraternita, nei cui registri è ricordato come: «Hieronymus Aquen, alias Bosh, insignis pictor».
 
[[Pieter Bruegel il Vecchio]] venne influenzato dall'opera di Bosch e produsse diversi dipinti con uno stile simile, ad esempio il ''Trionfo della morte'' del [[1562]].
 
== Citazioni su Bosch ==
{{Citazione|La caratteristica veramente sconcertante della pittura di Bosch è che, nonostante tutta la profusione di realismo, quasi fin dall'inizio esso si sforza di esprimere l'immateriale.|''Hieronimus Bosch'' di A. Linfert (1959)}}
 
{{Citazione|Bosch evoca un male immateriale, un principio di ordine spirituale che deforma la materia, un dinamismo che agisce in senso contrario a quello della natura.|''Jérome Bosch'' di L. van de Bossche (1944)}}
 
== Opere ==
Grazie alla radiografia, alla riflettografia e alla dendrologia, si sono raccolti dati che hanno stabilito, ad esempio, che alcuni supporti erano troppo "giovani" per essere stati dipinti da Bosch, escludendo dal catalogo opere come l<nowiki>'</nowiki>''[[Incoronazione di spine (Bosch Escorial)|Incoronazione di spine]]'' dell'Escorial, l<nowiki>'</nowiki>''[[Ecce Homo (Bosch Filadelfia)|Ecce Homo]]'' di Filadelfia le ''Nozze di Cana'' di Rotterdam e la ''Natività'' di Colonia<ref name=V46>Varallo, cit., pag. 46.</ref>.
 
Oggi la cronologia delle opere si basa sulla datazione dendrocronologica<ref>Dixon, cit., pag. 9. L'autrice spiega che nella sua monografia si rifà alla data di abbattimento dell'albero fissata dal Klein cui aggiunge due anni relativi alla stagionatura del legno. È dato constatare che la studiosa si attiene a questo principio di datazione facendo un'unica eccezione a proposito del ''Trittico del Giardino delle delizie'' (pag 132). Tale prassi conduce ad adottare una datazione generalmente più alta di quella tradizionale. Il ricorso ad ipotesi ''ad hoc'' per giustificare l'eccezione dimostra però quanto sia importante il secondo parametro della datazione dendrocronologica, vale a dire il periodo di giacenza che intercorre tra la data probabile dell'abbattimento dell'albero e quella della sua effettiva lavorazione, tenuto conto della durata più o meno lunga della stagionatura. Il Klein in merito avverte che nel '500 e nel '600 il periodo di giacenza variava di norma tra i due e gli otto anni, ma la pratica poteva andare oltre i dieci anni nel '400 (cfr. Peter Klein, ''Dendrochronological Analysis of Works by Hieronymus Bosch and His Followers'', in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pag. 121). Di fatto la Dixon ha optato per il margine basso relativo alla stagionatura adottandone però uno più elevato per il "Giardino delle delizie" che altrimenti sarebbe risultato datato al 1460 (1458+2), datazione incompatibile con la biografia del Bosch. Tale inconveniente ci ricorda che la datazione tecnico-scientifica deve essere corredata da analisi puntuali delle opere e delle prassi artigiane per ottenere delle tabelle di riferimento più affidabili perché accuratamente documentate anche dallo studio filologico e dal lavoro archivistico</ref> combinata all'analisi stilistica<ref>Frédéric Elsig, ''Hieronymus Bosch's Workshop and the Issue of Chronology'', in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pagg. 97-101</ref>.
 
=== Dipinti ===
{| class="sortable wikitable"
!Opere reputate autografe!!f<ref name="Dipinto firmato">Dipinto firmato</ref>!!dT(α)<ref name="ReferenceA">datazione tradizionale:α=terminus post quem</ref>||dT(ω)<ref name="ReferenceB">datazione tradizionale:ω=terminus ante quem. La fonte per la datazione dT è Cinotti, cit.</ref>||dTS<ref name="ReferenceC">datazione tecnico-scientifica. La fonte per la datazione dTS è Peter Klein, ''Dendrochronological Analysis of Works by Hieronymus Bosch and His Followers'', in: Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), cit., pagg. 121-131</ref>||dS(α)<ref>datazione stilistica aggiornata:α=terminus post quem</ref>||dS(ω)<ref>datazione stilistica aggiornata:ω=terminus ante quem. La fonte per la datazione dS è Elsig, cit.</ref>
|-
|''[[Ecce Homo (Bosch Francoforte)|Ecce Homo]]'', olio su tavola, 75 × 61&nbsp;cm, [[Francoforte sul Meno]], [[Städelsches Kunstinstitut]]||||1480||1485||1470||1485||
|-
|''[[Trittico del Giardino delle delizie]]'', olio su tavola, 220 × 195&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]||||1503||1504||1458||1505||1510
|-
|''[[Trittico del Giudizio di Vienna]]'', olio su tavola, 163,7 × 127&nbsp;cm, [[Vienna]], [[Gemäldegalerie der Akademie der bildenden Künste]]||||1508||1512||1474||1505||
|-
|''[[San Girolamo in preghiera]]'', olio su tavola, 77 × 59&nbsp;cm, [[Gand]], [[Museum voor Schone Kunsten]]||||1505||||1474||1504||1505
|-
|''[[Crocifissione con donatore]]'', olio su tavola, 70,5 × 59&nbsp;cm, [[Bruxelles]], [[Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique]]||||1480||1485||1477||1510||1516
|-
|''[[Incoronazione di spine (Bosch Londra)|Incoronazione di spine]]'', olio su tavola, 73,7 × 58,7&nbsp;cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]||||1508||1509||1477||1505||1510
|-
|''[[Trittico dell'Adorazione dei Magi]]'', olio su tavola, 138 × 72&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]||X||1510||||1500||1510||1516
|-
|''[[San Giovanni Battista in meditazione]]'', olio su tavola, 48,5 × 40&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Museo Lázaro Galdiano]]||||1504||1505||1472||1504||1505
|-
|''[[San Giovanni a Patmos e storie della Passione]]'', olio su tavola, 63 × 43,3&nbsp;cm, [[Berlino]], [[Gemäldegalerie (Berlino)|Gemäldegalerie]]||X||1504||1505||1487||1504||1505
|-
|''[[Quattro visioni dell'Aldilà]]'', olio su tavola, 87 × 40&nbsp;cm ciascuno, [[Venezia]], [[Palazzo Grimani di Santa Maria Formosa|Palazzo Grimani]]||||1500||1504||1482||1502||1503
|-
|''[[Trittico degli eremiti]]'', olio su tavola, 86,5 × 60&nbsp;cm, [[Venezia]], [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]]||X||1505||||1485||1502||1503
|-
|''[[Venditore ambulante (Bosch)|Venditore ambulante]]'', olio su tavola, 71 × 70,6&nbsp;cm, [[Rotterdam]], [[Museum Boijmans Van Beuningen]]||||1510||||1486||1502||
|-
|''[[Allegoria dei piaceri]]'', olio su tavola, 35,9 × 31,4&nbsp;cm, [[New Haven]], [[Yale University Art Gallery]]||||1490||1500||n.d.||1502||
|-
|''[[Nave dei folli (Bosch)|Nave dei folli]]'', olio su tavola, olio su tavola, 57,9 × 32,6&nbsp;cm, [[Parigi]], [[Louvre]]||||1490||1500||1486||1502||
|-
|''[[Morte di un avaro]]'', olio su tavola, olio su tavola, 92,6 × 30,8&nbsp;cm, [[Washington]], [[National Gallery of Art]]||||1490||1500||1486||1502||
|-
|''[[San Cristoforo (Bosch)|San Cristoforo]]'', olio su tavola, 113 × 71,5&nbsp;cm, [[Rotterdam]], [[Museum Boijmans Van Beuningen]]||X||1504||1505||1488||1503||1504
|-
|''[[Trittico della martire crocifissa]]'', olio su tavola, 105 × 63&nbsp;cm, [[Venezia]], [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]]||X||1500||1504||1489||1502||1503
|-
|''[[Salita al Calvario (Bosch Madrid)|Salita al Calvario]]'', olio su tavola, 150 × 94&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Monastero dell'Escorial]]||||1505||1507||1490||1504||1505
|-
|''[[Salita al Calvario (Bosch Vienna)|Cristo portacroce]]'' e ''[[Bambino che gioca]]'', olio su tavola, 57,2 × 32&nbsp;cm, [[Vienna]], [[Kunsthistorisches Museum]]||||1490||1500||1500||1490||1495
|-
|''[[Sette peccati capitali (Bosch)|Sette peccati capitali]]'', olio su tavola, 120 × 150&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]||X||1475||1480||1490||1505||1510
|-
|''[[Trittico delle Tentazioni di sant'Antonio]]'', olio su tavola, 131 ×119&nbsp;cm, [[Lisbona]], [[Museu Nacional de Arte Antiga]]||X||1505||1506||1493||1503||1504
|-
|''[[Salita al Calvario (Bosch Gand)|Salita al Calvario]] '', olio su tavola, 76,7 × 83,5&nbsp;cm, [[Gand]], [[Museum voor Schone Kunsten]]||||1515||1516||n.d.||1505||1510
|-
|''[[Tavole del Diluvio]]'', olio su tavola, 69,5 × 39 e 69 × 36&nbsp;cm, [[Rotterdam]], [[Museum Boijmans Van Beuningen]]||||1500||1504||1506||1510||1516
|-
|''[[Trittico del Carro di fieno]]'',olio su tavola, 135 × 200&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]||X||1500||1502||1508||1501||1502
|}
 
{| class="sortable wikitable"
!Opere di discussa attribuzione!!f<ref name="Dipinto firmato"/>!!dT(α)<ref name="ReferenceA"/>||dT(ω)<ref name="ReferenceB"/>||dTS<ref name="ReferenceC"/>||dS(α)<ref>datazione stilistica aggiornata:α=terminus post quem</ref>||dS(ω)<ref>datazione stilistica aggiornata:ω=terminus ante quem. La fonte per la datazione dS è Elsig, cit.</ref>
|-
|''[[Estrazione della pietra della follia]]'', olio su tavola, 48 × 35&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]||||1475||1480||1486||1516||
|-
|''[[Prestigiatore (Bosch)|Prestigiatore]]'' (con bottega), olio su tavola, 53 × 65&nbsp;cm, [[Saint-Germain-en-Laye]], [[Musée Municipal]]||||1475||1480||1494||1510||1515
|-
|''[[Giudizio universale (Bosch Monaco)|Giudizio universale]]'', olio su tavola, 60 × 114&nbsp;cm, [[Monaco di Baviera|Monaco]], [[Alte Pinakothek]]||||1506||1508||1440||1520||1525
|-
|''[[Tentazione di Sant'Antonio (Bosch)|Tentazioni di Sant'Antonio]]'', olio su tavola, 70 × 51&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]||||1510||||1460||1520||1525
|-
|}
 
{| class="wikitable sortable"
!Opere di di attribuzione respinta!!f<ref name="Dipinto firmato"/>!!dT(α)<ref name="ReferenceA"/>||dT(ω)<ref name="ReferenceB"/>||dTS<ref name="ReferenceC"/>||dS(α)<ref>datazione stilistica aggiornata:α=terminus post quem</ref>||dS(ω)<ref>datazione stilistica aggiornata:ω=terminus ante quem. La fonte per la datazione dS è Elsig, cit.</ref>
|-
|''[[Adorazione dei Magi (Bosch New York)|Adorazione dei Magi]]'', tempera e olio su tavola, 71,1 × 56,5&nbsp;cm, [[New York]], [[Metropolitan Museum]]||||1474||||||1466||1475
|-
|''[[Ecce Homo (Bosch Filadelfia)|Ecce Homo]]'', olio su tavola, 50 × 52&nbsp;cm, [[Filadelfia]], [[Philadelphia Museum of Art]]||||1500||1504||1555||1560||1570
|-
|''[[Nozze di Cana (Bosch)|Nozze di Cana]]'', olio su tavola, 93 × 72&nbsp;cm, [[Rotterdam]], [[Museum Boijmans Van Beuningen]]||||1475||1480||1553||1555||1560
|-
|''[[Trittico del Giudizio di Bruges]]'', olio su tavola, 99 × 117,5&nbsp;cm, [[Bruges]], [[Groeningemuseum]]||X||1505||1510||1478||1505||1510
|-
|''[[Incoronazione di spine (Bosch Escorial)|Incoronazione di spine]]'', olio su tavola, 165 × 195&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Monastero dell'Escorial]]||||1510||||1525||1530||1540
|-
|''[[Adorazione dei Magi (Bosch Filadelfia)|Adorazione dei Magi]]'', olio su tavola, 94 × 74&nbsp;cm, [[Filadelfia]], [[Philadelphia Museum of Art]]||||1480||1485||1491||1500||
|-
|}
 
=== Disegni ===
{{vedi anche|Disegni di Hieronymus Bosch}}
== Film e documentari ==
* cortometraggio ''[[Il paradiso perduto (film 1947)|Il paradiso perduto]]'' di [[Luciano Emmer]] ed [[Enrico Gras]] (1947)
* lungometraggio ''[[Pictura|Pictura (segmento "Hieronymus Bosch")]]'' di [[Ewald André Dupont]], [[Luciano Emmer]], [[Robert Hessens]] ed [[Enrico Gras]] (1951)
* cortometraggio ''[[Hieronymus Bosch (film 1963)|Hieronymus Bosch]]'' di [[François Weyergans]] (1963)
* documentario ''[[Y del sabor fugaz de la fresa]]'' di [[José Antonio Ramos Terrados]] (1969)
* cortometraggio ''[[Le Jardin des délices de Jérôme Bosch]]'' di [[Jean Eustache]] (1980)
* documentario ''[[The Dutch Masters: Bosch]]'' di [[Bob Carruthers]], [[Ronald Davis (produttore)|Ronald Davis]] e [[Dennis Hedlund]]
* documentario ''[[Hieronymus Bosch (film 2003)|Hieronymus Bosch]]'' di [[Adrian Maben]] (2003)
* documentario ''[[Hieronymus Bosch- Unto dal diavolo]]'' di [[Pieter van Huystee]] (2016)
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* D. H. Strickland, ''The Epiphany of Hieronymus Bosch. Imagining Antichrist and Others from the Middle Ages to the Reformation'' (''Studies in Medieval and Early Renaissance Art History''), Turnhout: Harvey Miller, 2016, ISBN 978-1-909400-55-9
* [[Charles de Tolnay]], ''Jérôme Bosch'', Paris, Robert Laffont, 1967 (traduzione francese della seconda edizione tedesca del 1965 della monografia del 1937).
* Mia Cinotti, ''L'opera completa di Bosch'', Milano, Rizzoli,1966.
* Roger H. Marijnissen, e.a., ''Hieronimus Bosch'', Bruxelles, Arcade, 1972
* Walter S. Gibson, ''Hieronymus Bosch'', New York, Oxford University Press, 1973 ISBN 0-19-519945-6
* Roger H. Marijnissen (a cura di), ''Bosch'', Milano, Electa, 1995
* Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
* Jos Koldeweij, Bernard Vermet, Barbera van Kooij (eds.), ''Hieronymus Bosch. New Insights Into His Life and Work'', Ludion, Museum Boijmans Van Beuningen/Nai Publishers, 2001 ISBN 90-5662-214-5
* Laurinda Dixon, ''Bosch'', London, Phaidon, 2003 ISBN 978-0-7148-3974-5
* Franca Varallo, ''Bosch'', Skira, Milano 2004.
* Frédéric Elsig, ''Jheronimus Bosch. La question de la chronologie'', Genève, Droz, 2004 ISBN 2-600-00938-8
* Roger Van Schoute; Monique Verboomen, ''Jérôme Bosch'', Bruxelles, La Renaissance du Livre, 2007 ISBN 978-2874158605
* Stefan Fischer, ''Jheronimus Bosch. L'oeuvre complet'', Köln, Taschen, 2013 ISBN 978-3-8365-2630-2
* Enrico Malizia, ''Hieronymus Bosch. Insigne pittore nel crepuscolo del medio evo. Stregoneria, magia, alchimia, simbolismo,'' Youcanprint Ed., Roma, 2015 ISBN 978-88-91171-74-0
 
;Approfondimenti
* [[Max Friedländer|Max J. Friedländer]], ''Die altniederlaendische Malerei, Bd. 5: Geertgen Van Haarlem und Hieronymus Bosch'', Leiden/Berlin, A.W. Sijthoff/P. Cassirer, 1927
* [[Charles de Tolnay]], ''Hieronymus Bosch'', Bâle, Ed. Holbein, 1937.
* Ludwig von Baldass, ''Hieronymus Bosch'', Wien, Anton Schroll &Co, 1943.
* Jacques Combe, ''Jérôme Bosch'', Paris, Ed. Pierre Tisné, 1946.
* Carl Linfert, ''Hieronymus Bosch - Die Gemälde. Gesamtausgabe'', Köln, Phaidon, 1959.
* Gerd Unverfehrt, ''Hieronymus Bosch : die Rezeption seiner Kunst im frühen 16. Jahrhundert'', Berlin, Mann cop., 1980
* W. Fraenger, ''Le tentazioni di sant'Antonio'', Milano 1981.
* W. Fraenger, ''Il regno millenario di Hieronymus Bosch'', a cura di G. Collu, Milano 1983.
* Erik Larsen, ''Bosch. Catalogo completo'', Firenze, Octavo-Franco Cantini ed., 1998
* [[Stefano Zuffi]], ''Il Quattrocento'', Milano, Electa, 2004. ISBN 88-370-2315-4
* Daniele Trucco, ''Bosch e l'alchimia: un immaginario ermetico'', in «Arte & Dossier», n. 329, anno XXXI, 2016, pp.&nbsp;58–61.
 
== Voci correlate ==
* [[Pieno Rinascimento fiammingo e olandese]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Hieronymus Bosch}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|https://archive.org/stream/lelivredespeintr01mand#page/168/mode/2up|Vita di Ieronimus Bos tratta dal Schilder-Boeck di Karel van Mander (1604) (cap. XVI dell'edizione francese)}}
* {{cita web|http://www.jheronimusbosch-artcenter.nl/Engels/index.php|Jheronimus Bosch Art Center}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|pittura}}
 
[[Categoria:Hieronymus Bosch| ]]