Coppa diatreta: differenze tra le versioni

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Il termine “diatreta” deriva dal verbo greco διατραω = ''diatrao''<ref>Anton Kisa, Das Glas im Alterthume, Leipzig 1908, p. 624; Axel von Saldern, Antikes Glas, C.H.Beck 2004 ISBN 3406519946, p. 387 n. 1</ref> e si riferisce alla particolare tecnica di lavorazione dell'oggetto, che anticamente consisteva nella soffiatura di un vaso grezzo di spessore notevole, sul quale veniva dopo intagliata una raffinatissima lavorazione a reticolo, conferendo al manufatto il tipico aspetto di un vaso che sembra essere avvolto da un finissimo reticolo. Questa particolare tecnica veniva praticata forse in alcune manifatture della zona del Reno, ed ancora nasconde alcuni interrogativi per gli specialisti del vetro.
 
Un esempio pregevole è la Coppa trivulziana (l'iscrizione <small>BIBE VIVAS MULTIS ANNIS</small>, «Bevi, che tu viva molti anni») risalente al [[IV secolo]] e conservata al [[Museo archeologico di Milano]].<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.poliarcheo.it/romana/ITA/ita/89_0_man_si_audio.html N.Inv. A 0.9.2840] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }} V. Elisabetta Roffia, ''I vetri antichi delle Civiche Raccolte Archeologiche di Milano'', Milano, 1993.</ref>
 
== Note ==