Incidente ferroviario di Crevalcore: differenze tra le versioni
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L''''incidente ferroviario di Crevalcore''' fu un [[incidente ferroviario]] verificatosi in località Bolognina di [[Crevalcore]]
== L'incidente ==
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Per poter effettuare l'incrocio, all'IR 2255 venne predisposto l'itinerario di ingresso in corretto tracciato verso il 1º binario, e nel rispetto del tipo di segnalamento in servizio nel PdM di Bolognina al momento dell'incidente, il treno incontrò nell'ordine prima il segnale di avviso del posto di movimento (che serve da preavviso al segnale di protezione) disposto al verde (avviso di via libera in corretto tracciato senza limitazioni di velocità), poi il segnale di protezione disposto al giallo (avviso di via impedita a 1200 metri con riduzione di velocità per arrestarsi entro lo spazio previsto) e successivamente il segnale di partenza disposto al rosso (conferma di via impedita).
Nonostante i segnali fossero regolarmente disposti come da regolamento segnali vigente al tempo nell'impianto di Bolognina, il macchinista del treno e il suo “aiuto” macchinista,
==Aspetti controversi==
La [[Ferrovia Bologna-Verona]], nonostante la sua importanza quale via di comunicazione internazionale e parte del cosiddetto "Corridoio 1" (Berlino-Palermo), all'epoca dei fatti era ancora per circa
Nel caso dell'impianto di Bolognina, secondo la perizia del prof. Rizzo
La [[Polizia ferroviaria]] evidenziò nelle indagini che dal 1999 al 2004 sulla stessa linea ferroviaria si erano già verificati altri cinque casi classificati come "SPAD" (incidenti derivanti dal superamento di segnali disposti a via impedita) per errore del personale di condotta, di cui ben quattro avvenuti tra i mesi di gennaio e febbraio a causa della fitta nebbia. Uno di questi episodi coinvolse proprio lo stesso treno IR 2255, che il 18 dicembre 2000 aveva superato il segnale rosso (di via impedita) a [[Poggio Rusco]]. Tali eventi non avevano comportato alcuna conseguenza fatale soltanto perché non
==Procedimento giudiziario==
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Nel dettaglio venne modificata una caratteristica peculiare del segnalamento ferroviario italiano portando all'eliminazione dell'aspetto di verde per i segnali di avviso puro, nel caso in cui essi preavvisino un segnale di protezione disposto al giallo (avviso di via impedita). Questo per eliminare la possibilità di trarre in inganno gli agenti di condotta dei treni che, incontrando un segnale disposto al verde prima di doversi arrestare al successivo segnale di partenza, si potrebbero confondere. Tutto ciò ha portato all'introduzione generalizzata (con modifiche apportate su tutta la rete) del segnale di avviso a luce gialla lampeggiata (già previsto in particolari situazioni d'impianto) in tutti i casi in cui un treno incontri un segnale di avviso in un itinerario di ingresso in corretto tracciato con obbligo di fermata al successivo segnale di partenza (solo la successiva massiccia introduzione del sistema SCMT con velocità di rilascio a 10 km/h ha portato anni dopo all'eliminazione in molti impianti di detta innovazione ripristinando il verde nei segnali di avviso al fine di eliminare una causa di eccessiva riduzione della velocità).
Quanto invece al sistema SCMT, l'attrezzaggio delle linee, che era cominciato a partire dal 2003, ebbe un notevole impulso soprattutto a causa delle polemiche, talvolta apertamente strumentali, che divamparono dopo l'incidente di Crevalcore. Va infatti ricordato che la sicurezza delle ferrovie italiane (con standard di incidentalità in linea con quelli europei e in costante miglioramento) era pur sempre garantita proprio dal doppio agente di condotta, dato che il compito del secondo agente, era proprio quello di ri-controllare l'operato del primo agente, intervenendo nel caso in cui questi avesse commesso degli errori o avesse avuto un malore. Per scatenare un evento tragico come quello accaduto, era quindi necessario un doppio errore umano, un evento con probabilità molto bassa. La sicurezza infatti, per quanto elevata non potrà mai essere totale dato che per esempio, in caso di guasti al sistema SCMT, esistono dei tasti "di soccorso" che permettono di poterlo escludere per poter comunque muovere il treno. In quei casi la sicurezza torna ad essere affidata solo all'attenzione del personale di condotta. In un grave incidente accaduto sulla linea del Brennero a Borghetto di Avio, fu proprio l'errato utilizzo di tali tasti di inserimento/esclusione delle apparecchiature di sicurezza, sommato ad un ulteriore errore degli agenti di condotta, a generare un grave incidente.
Le polemiche tuttavia, ebbero comunque l'effetto di affrettare la velocità con cui il sistema SCMT si diffuse nella rete nazionale. La "corsa" all'attrezzaggio delle linee, se da un lato ebbe indubbi effetti di sistema, dall'altro portò ad un esorbitante aumento dei costi, in quanto se dal punto di vista pratico l'affidabilità del sistema in tema di sicurezza era ed è innegabile, quella tecnologia della componentistica interna e di piazzale, venne raggiunta solo a poco a poco, nel corso di svariati anni e grazie a sostanziali modifiche hardware e software.
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