Luigi Repossi: differenze tra le versioni

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==La nascita del PCd'I==
Al Congresso di fondazione del [[Partito Comunista d'Italia]] ([[Livorno]], [[21 gennaio]] [[1921]]), fu eletto membro del Comitato esecutivo, con [[Amadeo Bordiga]], [[Bruno Fortichiari]], [[RuggieroRuggero Grieco]] e [[Umberto Terracini]]; in particolare gli fu affidata la responsabilità del lavoro sindacale ed ebbe, inoltre, la direzione di fatto del foglio comunista ''Il sindacato rosso''. Eletto alla [[Camera dei Deputati]] nelle elezioni del maggio [[1921]], diresse il settimanale della Federazione comunista milanese ''[[La voce comunista]] e, fino all'aprile [[1922]], fu anche direttore responsabile della rivista teorica del partito ''[[Rassegna Comunista]]''. Esponente tra i più in vista del partito, membro dell'ufficio centrale (legale) dell'organizzazione insediato a Roma, partecipò anche all'attività dell'[[Internazionale Comunista]] (IC), sostenendo le posizioni della Sinistra di [[Amadeo Bordiga]], contro la svolta moderata, che si era aperta dopo il Terzo Congresso (Mosca, 22 giugno – 12 luglio 1921). Rieletto deputato nel 1924, partecipò intensamente all'attività del Gruppo parlamentare.
 
Dopo l'assassinio di [[Giacomo Matteotti]], in un momento assai rischioso, pronunciò un famoso discorso in cui accusava il governo fascista. Verso la metà del [[1925]], con [[Onorato Damen]], [[Bruno Fortichiari]] e altri dirigenti comunisti bordighiani, diede vita al [[Comitato di Intesa]]. L'[[8 novembre]] [[1926]], fu arrestato con gli altri deputati comunisti e confinato a [[Lipari]] e a [[Ponza]], dove rimase fino al [[1932]]. Nel [[1928]], mentre si trovava al confino, fu espulso dal partito per non aver sottoscritto la condanna di [[Lev Trockij]], emessa dal IX Esecutivo Allargato dell’IC ([[15 febbraio]] 1928).