Sé (coscienza): differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua||SE|Se}}
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Il '''Sé''', dal punto di vista [[introspezione|introspettivo]], è considerato il nucleo della [[personalità]], indicato col [[pronome personale|pronome di terza persona singolare]] per distinguerlo dall'[[ioIo (psicologia)|ego]], cioè dalla sua immagine riflessa nella quale la coscienza normalmente si identifica.<ref>Fabrizio Desideri, ''L'ascolto della coscienza: una ricerca filosofica'', pag. 202, Feltrinelli, 1998.</ref> Pur assumendo diversi significati in ambito [[psicologia|psicologico]], [[educazione|educativo]], [[sociologia|sociologico]], [[filosofia|filosofico]] e teologico[[religione|religioso]], rappresenta generalmente il principio superiore dell'[[individuo]],. La [[Autocoscienza|coscienza di cuisé]] secondoè un'interpretazioneanche esotericala porterebbecaratteristica iscrittoprimaria ilche differenzia l'[[destinointelletto]] edegli le[[Essere lineeumano|esseri guidaumani]] delladalla sua[[mente]] condottadegli [[esistenzaAnimale|esistenzialeanimali]].<ref>Chris Griscom, ''Estasi.i Ilquali non superiorepossiedono inil azione'',[[pensiero]] Mediterranee, 1997cosciente.</ref>
 
== Il sé nella psicologia analitica ==
Lo [[Psicologia analitica|psicologo analista]] [[Carl Gustav Jung]] definisce il '''sé''' (''Selbst'') come la totalità psichica rispetto a cui l'[[Io (psicologia)|ioIo]], la nostra parte cosciente, è solo una piccola parte.
 
Lo [[Psicologia analitica|psicologo analista]] [[Carl Gustav Jung]] definisce il '''sé''' (''Selbst'') come la totalità psichica rispetto a cui l'[[Io (psicologia)|io]], la nostra parte cosciente, è solo una piccola parte.
 
Egli ritiene che compito dell'attività analitica sia quella di istituire un rapporto gerarchico tra sé e io, tra la totalità e la parte, in grado di soddisfare le condizioni per una ripresa del movimento evolutivo che lui chiama "[[individuazione]]" e che era stato arrestato dalla [[nevrosi]] conseguente a un irrigidimento delle istanze dell'Io rispetto ai bisogni individuativi del sé.
 
== Il sé innella altri ambiti del saperefilosofia ==
La coscienza di sé è anche la caratteristica primaria che differenzia l'[[intelletto]] degli [[uomo|uomini]] dalla mente degli [[animale|animali]], i quali non possiederebbero il [[pensiero]] ma solo la [[sensazione]] di esistere.<ref>[[Rudolf Steiner]], ''[[Teosofia (saggio)|Teosofia. Un'introduzione alla conoscenza sovrasensibile del mondo e del destino dell'uomo]]'' (1918), trad. it. di Emmelina de Renzis, pag. 56, Milano, Carlo Aliprandi editore, 1922.</ref> Nell'[[induismo]], in particolare, il Sè è definito "[[Ātman]]", espressione che nell<nowiki>'</nowiki>''[[Advaita Vedānta]]'' sta a indicare l'intima essenza dell'[[individuo]], ed è utilizzato anche come [[pronome riflessivo]].<ref>Joseph Masson, ''Mistiche dell'Asia. L'esperienza religiosa dell'induismo, buddhismo e Islam'', pag. 55, trad. it. di A. Piattelli, Città Nuova, 1995.</ref> Assumendo in origine il significato di «[[respiro]] vitale», l'Atman è il principio primo della [[soggetto (filosofia)|soggettività]], che nel suo fondo riflette però l'[[oggetto (filosofia)|oggettività]] del [[cosmo]], denominato [[Brahma]]: avviene così che nell'interiorità più recondita il Sè individuale giunge a coincidere con la totalità universale, in un'identità di [[macrocosmo e microcosmo]].<ref>Joseph Masson, ''Mistiche dell'Asia'', op. cit., pag. 56.</ref>
 
InNella [[filosofia occidentale|Occidente]] la coscienza di sé è stata spesso il fondamento della riflessione di numerosi filosofi, i quali hanno espresso l'importanza di approdare a se stessi prima di iniziare l'indagine delle [[verità]] assolute: l'[[autocoscienza]] cioè come presupposto della [[conoscenza]], sintetizzato dal motto delfico ''[[conosci te stesso]]'', il quale «ha assunto una posizione di esortazione morale di carattere strettamente filosofico soprattutto con [[Socrate]] – il cui messaggio ruota per intero intorno a questo perno teoretico – e nell'ambito della cultura occidentale ha poi avuto una ''Wirkungsgeschichte'', ossia una "storia di effetti" di straordinaria portata».<ref>[[Giovanni Reale]], prefazione all'opera di Pierre Courcelle, ''Conosci te stesso'', Vita e Pensiero, 2001.</ref>
La coscienza di sé è anche la caratteristica primaria che differenzia l'[[intelletto]] degli [[uomo|uomini]] dalla mente degli [[animale|animali]], i quali non possiederebbero il [[pensiero]] ma solo la [[sensazione]] di esistere.<ref>[[Rudolf Steiner]], ''[[Teosofia (saggio)|Teosofia. Un'introduzione alla conoscenza sovrasensibile del mondo e del destino dell'uomo]]'' (1918), trad. it. di Emmelina de Renzis, pag. 56, Milano, Carlo Aliprandi editore, 1922.</ref> Nell'[[induismo]], in particolare, il Sè è definito "[[Ātman]]", espressione che nell<nowiki>'</nowiki>''[[Advaita Vedānta]]'' sta a indicare l'intima essenza dell'[[individuo]], ed è utilizzato anche come [[pronome riflessivo]].<ref>Joseph Masson, ''Mistiche dell'Asia. L'esperienza religiosa dell'induismo, buddhismo e Islam'', pag. 55, trad. it. di A. Piattelli, Città Nuova, 1995.</ref> Assumendo in origine il significato di «[[respiro]] vitale», l'Atman è il principio primo della [[soggetto (filosofia)|soggettività]], che nel suo fondo riflette però l'[[oggetto (filosofia)|oggettività]] del [[cosmo]], denominato [[Brahma]]: avviene così che nell'interiorità più recondita il Sè individuale giunge a coincidere con la totalità universale, in un'identità di [[macrocosmo e microcosmo]].<ref>Joseph Masson, ''Mistiche dell'Asia'', op. cit., pag. 56.</ref>
 
In [[filosofia occidentale|Occidente]] la coscienza di sé è stata spesso il fondamento della riflessione di numerosi filosofi, i quali hanno espresso l'importanza di approdare a se stessi prima di iniziare l'indagine delle [[verità]] assolute: l'[[autocoscienza]] cioè come presupposto della [[conoscenza]], sintetizzato dal motto delfico ''[[conosci te stesso]]'', il quale «ha assunto una posizione di esortazione morale di carattere strettamente filosofico soprattutto con [[Socrate]] – il cui messaggio ruota per intero intorno a questo perno teoretico – e nell'ambito della cultura occidentale ha poi avuto una ''Wirkungsgeschichte'', ossia una "storia di effetti" di straordinaria portata».<ref>[[Giovanni Reale]], prefazione all'opera di Pierre Courcelle, ''Conosci te stesso'', Vita e Pensiero, 2001.</ref>
 
Sin dall'[[antica Grecia]], così, il "pensiero di sè" ha assunto i connotati di una sorta di «[[coscienza morale]]» di ispirazione divina,<ref>Monique Canto-Sperber, ''Socrate'', ne ''Il sapere greco. Dizionario critico'', vol. II, pag. 296, Torino, Einaudi, 2007.</ref> manifestandosi talora come la presenza di un ''daimon'' o [[demone]] interiore,<ref>Paolo De Bernardi, ''Socrate, il demone e il risveglio'', in «Sapienza», vol. 45, pagg. 425-43, Napoli, ESD, 1992.</ref> oppure nel [[cristianesimo]], soprattutto esoterico, come la voce dell'[[angelo custode]] o di uno spirito guida, identificabile con l'autentica natura dell'[[anima]] umana.
 
{{citazione|Quando l'uomo si è [[incarnazione|incarnato]] per la prima volta ha potuto guardare in alto a uno [[Spirito (filosofia)|spirito]] superiore e dirsi: "tu devi diventare come lui che ti guida di incarnazione in incarnazione". Che si dica: "l'uomo guarda in alto al suo Sé superiore al quale deve diventare sempre più simile"; oppure che si dica, nel senso dell'[[esoterismo]] cristiano: "l'uomo guarda in alto a un [[Angelo]] come a un grande modello", si tratta fondamentalmente della stessa cosa.|[[Rudolf Steiner]], ''[http://www.archiatiedizioni.it/files/pre-ebook/Steiner/angeli_opera/#p-61-anchor Angeli all'opera nell'evoluzione dell'uomo tra la terra e il cosmo]'', vol. 1, conferenze del 1908, ''O.O.'' 105 <ref>Testo orig.: ''Die Entwicklung von Erde und Mensch'' - Bd. 1, traduzione di Giusi Graziuso, Archiati Verlag, 2008.</ref>}}
 
== Note ==
<references/>
 
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== Voci correlate ==
 
* [[Autocoscienza]]
* [[Io (psicologia)]]