Crono: differenze tra le versioni

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==Crono nella ''Teogonia'' di Esiodo==
Nella ''[[Teogonia (Esiodo)|Teogonia]]'' di [[Esiodo]], ai vv. 133-138, viene narrato che Gea (Γαῖα, "Terra"), unendosi a Urano (Οὐρανός ἀστερόεις, "Cielo stellante"), genera i Titani: [[Oceano (mitologia)|Oceano]] (Ὠκεανός)<ref>In ''Iliade'', XIV 201, Oceano è detto «padre degli dèi». [[Aristotele]], in ''Metafisica'' I (A) 3,983 intende questo, «Oceano e Teti genitori del divenire», come anticipazione delle teorie di Talete.</ref>, [[Ceo (mitologia)|Coio]] (Κοῖος, anche Ceo), [[Crio|Creio]] (Κριός, anche Crio), [[Iperione (mitologia)|Iperione]] (Ύπέριον), [[Iapeto]] (Ιαπετός, anche Giapeto), [[Teia (mitologia)|Theia]] (Θεία, anche Teia o Tia)<ref>Pindaro ''Istmica'' V la canta; da intendere come divinità della luce (cfr. Colonna p.83)</ref>, [[Rea (mitologia)|Rea]] (Ῥέα), [[Temi|Themis]] (Θέμις, anche Temi), [[Mnemosyne]] (Μνημοσύνη, anche Menmosine), [[Febe (Urano)|Phoibe]] (Φοίϐη, anche Febe), [[Teti (Titanide)|Tethys]] (Τηθύς, anche Teti) e Kronos (Κρόνος, anche Crono).
 
Dopo i Titani (vv. 139-153), l'unione tra Gea e Urano genera i tre [[Ciclopi]] (Κύκλωπες: Brontes, Steropes e Arges<ref>Dèi con un "occhio solo", i loro nomi richiamano rispettivamente il "Tonante", il "Fulminante" e lo "Splendente".</ref>)<ref>Da notare la differenza con l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'', IX 187, dove i Ciclopi risultano dei giganteschi e selvaggi pastori e in cui, uno di questi, Polifemo,è figlio di Posidone. Qui, nella ''Teogonia'' esiodea, sono invece tre, dèì figli di Urano e Gaia, costruttori di fulmini che poi consegneranno a Zeus; in Callimaco, ''Inno ad Artemide'', sono gli aiutanti di Efesto, costruttori delle fortificazioni delle città dell'Argolide, ma lo scoliaste (Esiodo ''Theog.'', 139) indica questi ultimi come una "terza" categoria di Ciclopi: «perché di Ciclopi ci sono tre stirpi: i Ciclopi che costruirono le mura di Micene, quelli attorno a Polifemo e gli dèi stessi.»</ref>; e i Centimani (Ἑκατόγχειρες, [[Ecatonchiri]]): Cotto, Briareo e Gige dalla forza terribile<ref>Così lo scoliaste (148): «Costoro sono detti venti che prorompono dalle nubi, e sono di sicuro devastatori. Per questo miticamente sono provvisti anche di cento braccia perché hanno pulsionalità guerresche. Cotto, Briareo e Gige sono i tre momenti (dell'anno): Cotto è la canicola, cioè il momento dell'estate, Briareo è la primavera in rapporto con il fiorire ('bryein') e crescere le piante; Gige è il tempo invernale.» (Trad. Cassanmagnago, p. 503.</ref>.