Criminalità organizzata: differenze tra le versioni

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Secondo James Finckenauer, il primo vero "padrino" di un'organizzazione criminale fu Clodio che operò nella [[Roma antica]] in particolare tra gli anni 59 e 50 a.C. Il suo principale rivale era Milo, ex [[gladiatore]] che aveva come guardaspalle un gruppo di schiavi armati.<ref name="Marta" /> Nel corso del [[Medioevo]] i gruppi di briganti e più in generale i fenomeni del [[banditismo]] e del [[brigantaggio]] possono essere considerati forme di criminalità organizzata. I banditi e i briganti, soprattutto quelli unitisi in gruppi, operavano in particolare sulle vie commerciali compiendo rapine ai danni di viandanti, commessi viaggiatori ma anche di semplici cittadini o popolani. Col tempo, il brigantaggio divenne espressione di rivolta da parte dei contadini verso lo strapotere e le forme di sfruttamento dei poteri feudali e dei proprietari terrieri. Gruppi di ribelli operavano in maniera ciclica in corrispondenza di [[rivolta|rivolte]] e moti insurrezionali in particolare nelle fasce rurali del sud Italia dal [[XV secolo]] in poi. Di solito, il ritorno alla normalità coincideva con forti interventi militari da parte del potere costituito con eventuali massacri di massa al seguito.<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=MR3ZAfWOMjsC&lpg=PA223&dq=brigantaggio%20medioevo&pg=PA223#v=onepage&q=brigantaggio%20medioevo&f=false|titolo=Protesta e rivolta contadina nell'Italia medievale |autore=Bruno Andreolli |anno=1995 |pagine=223-225 |editore=Edizioni Dedalo |accesso=12 agosto 2011 }}</ref> A livello globale, dai XV secolo è la [[pirateria]] a rappresentare la principale forma di criminalità organizzata. La pirateria mostrava tutte quelle caratteristiche oggi riconducibili alle organizzazioni di stampo mafioso: i suoi interessi spaziavano dal contrabbando ai furti su commissione, dal mercato nero alla corruzione e i principali gruppi potevano vantare anche forti connessioni con la politica.<ref name="Marta">{{cita web|lingua=en|url=http://books.google.it/books?id=IXbTLHs7AScC&lpg=PA4&dq=organized%20crime%20ancient%20rome&pg=PA4#v=onepage&q=organized%20crime%20ancient%20rome&f=false|titolo=Mafia - the History with Mario Puzo's Godfather in Background |autore=Marta Zapała-Kraj |anno= 2010|pagine=4-5 |editore=GRIN Verlag |accesso=11 agosto 2011 }}</ref>
 
La moderna struttura tipicamente mafiosa ha invece origine in [[Sicilia]] nel [[XVIII secolo]], sebbene organizzazioni di stampo mafioso possano essere ricercate in epoche precedenti anche nell'organizzazione proto-camorristica della [[Bella Società Riformata]], costituitasi a [[Napoli]] ufficialmente nel [[1820]] ma già operante sul territorio da diversi secoli tramite un sistema di referenti territoriali definiti ''capintesta'' e ''capintriti'',<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=B1U47jkA8q8C&lpg=PA49&dq=capintesta%20capintriti&pg=PA49#v=onepage&q=capintesta%20capintriti&f=false|titolo=La camorra a Napoli |autore=Alberto Consiglio |anno=2005 |pagine=49-50 |editore=Guida Editori |accesso=11 agosto 2011 }}</ref> e rimodernata, in [[Campania]], dal ''[[boss (mafia)|boss]]'' [[Raffaele Cutolo]] alla fine degli [[anni 1970|anni settanta]] del [[XX secolo]] dando inizio alla nuova era della [[Nuova Camorra Organizzata]].<ref>{{cita web |url=http://books.google.it/books?id=-MI9iwX-DmgC&lpg=PA73&dq=Confraternita%20della%20Guarduna&pg=PA73#v=onepage&q=Confraternita%20della%20Guarduna&f=false |titolo= I preti e i mafiosi: storia dei rapporti tra mafie e Chiesa cattolica |autore=Isaia Sales |anno=2010 |pagina=73 |editore=Baldini Castoldi Dalai |accesso=11 agosto 2011 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111226213458/http://books.google.it/books?id=-MI9iwX-DmgC&lpg=PA73&dq=Confraternita%20della%20Guarduna&pg=PA73#v=onepage&q=Confraternita%20della%20Guarduna&f=false |dataarchivio=26 dicembre 2011 }}</ref>
 
La diffusione del sistema mafioso in Sicilia è da ricercarsi nella posizione strategica dell'isola nel [[Mar Mediterraneo]], che portò il suo territorio ad essere occupato a più riprese da popolazioni ostili. Questa situazione instabile col tempo determinò un'atavica mancanza di fiducia da parte della popolazione verso ogni forma di autorità costituita ed i relativi sistemi legali. La ''famiglia'' divenne così il fulcro della vita quotidiana e si sviluppò un sistema sociale in cui le dispute e le controversie venivano regolate al di fuori dei confini delle leggi stabilite dall'occupante di turno.<ref name="Marta" />
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L'[[Organizzazione delle Nazioni Unite]] nel [[1976]] ha definito la criminalità organizzata come "... le complesse attività criminali su larga scala portate avanti da gruppi organizzati di persone, in maniera non definita oppure con strutture complesse, con lo scopo di far trarre profitto ai suoi partecipanti a danno della comunità e dei suoi membri. Tali attività sono spesso portate avanti nel totale disprezzo di qualsiasi legge, con la commissione di reati contro la persona, e spesso in connessione con la politica corrotta". Secondo l'[[Unione europea]] ([[1998]]) "una organizzazione criminale è l'associazione strutturata di più di due persone, stabile nel tempo, che agisce in modo concertato allo scopo di commettere reati punibili con una pena privativa della libertà (...) non inferiore a quattro anni o con una pena più grave, reati che costituiscono un fine in sé ovvero un mezzo per ottenere profitti materiali e, se del caso, per influenzare indebitamente l'operato delle pubbliche autorità".<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:52000DC0786:IT:HTML|titolo=EUR-Lex - 52000DC0786 - IT |autore= |accesso=12 agosto 2011 }}</ref>
 
Ci sono invece undici caratteristiche che la [[Commissione europea]] e l'[[Europol]] hanno individuato per definire correttamente un'organizzazione criminale. Devono essere soddisfatte sei di queste caratteristiche e le prime quattro sono obbligatorie.<ref>{{en}}{{pdf}} {{cita web |url=https://biblio.ugent.be/input/download?func=downloadFile&fileOId=897823&recordOId=897796 |titolo=The european union methodology for reporting on organised crime |autore=Karen Verpoest and Tom Vander Beken |anno=2005 |pagina=4 |accesso=12 agosto 2011 |urlmorto=sì }}</ref> Si distingue, in particolare, tra ''criteri obbligatori'' e ''criteri non obbligatori''.
 
Criteri obbligatori: