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Secondo la commissione, [[Licio Gelli]] mantenne fino al primo dopoguerra un atteggiamento ambiguo, che gli permise di legarsi a chiunque avesse avuto le redini del potere in [[Italia]] dopo la [[Seconda guerra mondiale|guerra]] (fossero i nazifascisti, fossero gli Alleati e i loro gruppi politici di riferimento o fossero i comunisti filosovietici) e il rapporto ''[[Cominform]]'', che lo denunciava come spia dormiente dei servizi segreti dell'Est (probabilmente posizione frutto di accordi durante questo periodo ambiguo), su cui i servizi non indagarono, sarebbe divenuto una garanzia sulla sua fedeltà che i servizi avrebbero potuto eventualmente usare, denunciandolo come spia filosovietica e distruggendo quindi la sua figura fortemente anticomunista che era venuta a crearsi nel tempo.
 
Circa le motivazioni per le quali personaggi tanto affermati avrebbero aderito alla P2, {{Citazione necessaria|secondo taluni l'abilità di [[Licio Gelli]] sarebbe consistita nel sollecitare il diffuso desiderio di mantenere ed accrescere il proprio potere personale: a costoro, l'iscrizione alla loggia sarebbe apparsa di estrema opportunità per raggiungere posizioni di potere di primaria importanza, anche eventualmente partecipando ad azioni coordinate al fine di assicurarsi il controllo sia pure indiretto del governo e di numerose alte istituzioni pubbliche e private italiane.<ref name=":3">{{Cita libro|nome=Marco|cognome=Marsili|titolo=Dalla P2 alla P4: trent'anni di politica e affari all'ombra di Berlusconi|url=https://books.google.it/books?id=r2tRXwAACAAJ&dq=marco+marsili&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjsz9nJz8nZAhXCWxQKHSyfCCYQ6AEIQDAG|accesso=2018-02-28|data=2011*|editore=Termidoro|lingua=it|p=19-20|ISBN=9788897486008}}</ref>
 
Secondo altre interpretazioni, {{Citazione necessaria|la Loggia altro non sarebbe stata che un punto di raccordo fra diverse spinte che già prima andavano organizzandosi per influire sugli andamenti politici dello Stato.}}<ref name=":3" /> Non va dimenticato che proprio in quegli anni da molte parti della società si auspicava una svolta politica di impronta decisa, capace di sopperire alla perniciosa inefficienza sociale, economica e pratica dell'impianto statale.
 
A posteriori, la Commissione parlamentare d'inchiesta ricostruì che verso la fine degli [[Anni 1970|anni settanta]] il rapporto tra Gelli e i suoi amici-alleati [[Stati Uniti d'America|statunitensi]] e dei servizi segreti si sarebbe incrinato, e sarebbero cominciate a circolare sollecitazioni a farsi da parte, inoltrate anche nella suggestiva forma di fornire al giornalista [[Mino Pecorelli]] (poi assassinato) il famoso rapporto ''Cominform'' perché lo pubblicasse e avanzasse così il sospetto che Gelli agisse per qualche servizio segreto di Paesi comunisti.
 
Gelli reagì rilasciando un'imprevista intervista, nella quale qualcuno ha supposto che abbia inviato messaggi in codice: ma {{Citazione necessaria|sembra accertato che, poco dopo, un uomo di fiducia di [[Michele Sindona]] abbia fornito ai giudici di [[Milano]] elementi sufficienti per interessarsi del capo della loggia.}}<ref name=":3" /> Il giornalista e politico [[Massimo Teodori]], membro della succitata commissione, asserì: «La Loggia P2 non è stata un'organizzazione per delinquere esterna ai partiti ma interna alla classe dirigente. La posta in gioco per la P2 è stata il potere e il suo esercizio illegittimo e occulto con l'uso di ricatti, di rapine su larga scala, di attività eversive e di giganteschi imbrogli finanziari fino al ricorso alla eliminazione fisica».<ref name="Teodori"/>.
 
La P2 fu oggetto d'indagine anche della [[Commissione Stragi]] per un presunto coinvolgimento in alcune stragi, ma non portò a niente di rilevante. Gli appartenenti alla P2 e Gelli furono assolti con formula piena dalle accuse di «complotto ai danni dello Stato» con le sentenze della Corte d'assise e della Corte d'assise d'appello di Roma tra il [[1994]] e il [[1996]]<ref name="assoluzione">{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/03/28/la-p2-non-cospiro-contro-lo.html|titolo=La P2 non cospirò contro lo Stato|pubblicazione=la Repubblica|data=28 marzo 1996|accesso=18 novembre 2008}}</ref>.