Mirandolina: differenze tra le versioni

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Archetipo di donna dal carattere forte e volitivo, diviene espressione della sicurezza del potere delle [[donna|donne]]. Tale concezione del personaggio fu rispettata da tutte le [[attore teatrale|attrici]] che incarnarono, nel tempo, Mirandolina: da [[Eleonora Duse]] ad [[Adelaide Ristori]], le attrici si sforzarono di impersonare una donna furba ed intrigante, conscia del proprio fascino e delle proprie possibilità, capace di condurre un gioco seduttivo per proprio, esclusivo piacere intellettuale. Meno battuto fu l'aspetto sociologico della ''[[Dramatis personae|dramatis persona]]'', riscoperto da metà del [[XX secolo]] grazie ad una rilettura dell'opera: in questo senso, Mirandolina è l'esempio palese dello scontro tra le classi sociali ed i sessi, impegnati in un rocambolesco e divertente ménage.
 
Mirandolina riesce ad ammaliare i personaggi maschili della commedia: all'inizio Il Marchese di Forlipopoli ed il Conte d'Albafiorita, che rappresentano rispettivamente la [[nobiltà]] decadente e la [[borghesia]] da poco affermatasi e arricchitasi. Solo il Cavaliere di Ripafratta sembra resisterle, e MirandolaMirandolina si applica con tutta la sua arte della seduzione per soggiogarlo al suo fascino.
 
Con Mirandolina il personaggio della servetta caro alla [[Commedia dell'Arte]], che si rifà propriamente alla maschera di [[Colombina (maschera)|Colombina]], evolve da stereotipo a personaggio a tutto tondo, caratterizzato da un volto e personalità ben definite: donna lavoratrice (a differenza degli agiati nobili) e padrona del suo destino (sebbene smentito dal matrimonio finale con Fabrizio, frutto di una promessa della donna al padre), permette una rivalutazione della figura femminile sulla scena e del ruolo dell'attrice stessa, impegnata forse in un lavoro di interpretazione più profondo rispetto a Colombina.