Leonid Il'ič Brežnev: differenze tra le versioni

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{{NN|militari|arg2=politici|agosto 2017|Diverse sezioni prive di note}}
{{Carica pubblica
| nome = Leonid Il'ič Brežnev<br /><small>Леонид Ильич Брежнев</small>
| immagine= Brezhnev 1974.jpg
| didascalia = BreznevBrežnev alla firma degli [[SALT I|accordi di Vladivostok]] del 1974
| carica = [[Segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica]] <br> Primo segretario fino al 1966
| mandatoinizio = 14 ottobre [[1964]]
| mandatofine = 10 novembre [[1982]]
| predecessore = [[Nikita Sergeevič Chruščёv|Nikita Chruščёv]] (Primo segretario)
| successore = [[Jurij Vladimirovič Andropov|Jurij Andropov]]
| carica2 = [[Presidente del Presidium del Soviet Supremo dell'URSS]]
| mandatoinizio2 = 7 maggio [[1960]]
| mandatofine2 = 15 luglio [[1964]]
| predecessore2 = [[Kliment Efremovič Vorošilov|Kliment Vorošilov]]
| successore2 = [[Anastas Ivanovič Mikojan|Anastas Mikojan]]
| mandatoinizio3 = 16 giugno [[1977]]
| mandatofine3 = 10 novembre [[1982]]
| predecessore3 = [[Nikolaj Viktorovič Podgornyj|Nikolaj Podgornyj]]
| successore3 = [[Vasilij Vasil'evič Kuznecov|Vasilij Kuznecov]]
|carica4 = Deputato del [[Soviet dell'Unione]] del [[Soviet Supremo dell'URSS]]
|legislatura4 = III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X
|circoscrizione4 = [[Oblast' di Dnipropetrovs'k|Oblast' di Dnepropetrovsk]] <small>(III)</small>, [[RSS Kazaka]] <small>(IV)</small>, [[Oblast' di Samara|Oblast' di Kujbyšev]] <small>(V)</small>, [[Mosca (Russia)|Mosca]] <small>(VI, VII, VIII, IX, X)</small>
| partito = [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica]]
| firma = LEONID BREZHNEV SIGNATURE.svg
|}}
{{Infobox militare
|Nome =
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== Biografia ==
=== Primi anni ===
Brežnev nacque nel 1906 a [[Kamians'ke|Kamenskoe]] in [[Ucraina]], da una famiglia del posto. Suo padre era un operaio dell'acciaio. Il suo vero cognome era Brežnёv (Брежнёв, Brežnjòv) e così si fece chiamare fino al [[1956]]. Nonostante il suo trasferimento in [[Russia]] in giovane età, mantenne la [[lingua ucraina|pronuncia]] e le abitudini ucraine per l'intera vita. Come molti ragazzi appartenenti alla classe operaia, negli anni successivi alla [[rivoluzione russa]] ricevette un'educazione tecnica, prima in [[economia agraria]], poi in [[metallurgia]]. Diplomatosi nell'Istituto di studi Metallurgici di Dneprodzerźinsk e laureatosi in [[ingegneria]] metallurgica, lavorò per qualche tempo in alcune industrie del ferro e dell'acciaio nell'[[Ucraina|Ucraina orientale]]. Si unì alle organizzazioni giovanili del PCUS, il [[Komsomol]], nel [[1923]], e divenne membro del partito stesso nel [[1931]]. Nel 1928 si sposò con [[Viktorija Petrovna Brežneva|Viktoria Denisova]].
 
Nel [[1935]]-[[1936]] Brežnev partì per il [[servizio militare]], e dopo l'addestramento alla scuola carristi divenne [[commissario politico]] in una compagnia di cavalleria corazzata. Nel 1936 fu anche direttore dell'Istituto Superiore Tecnico di Studi Metallurgici di Dneprodzerźinsk, prima di essere trasferito al capoluogo della regione, [[Dnipropetrovs'k|Dnepropetrovsk]]. Qui, nel [[1939]], diventò segretario di partito, incaricato di gestire le importanti industrie militari della città.
 
Brežnev apparteneva alla prima generazione di comunisti sovietici che non avevano una vera memoria di come fosse la Russia prima della rivoluzione, e che erano troppo giovani per aver partecipato a quelle lotte per il comando del Partito che si erano scatenate dopo la morte di [[Lenin]] nel [[1924]]. Quando egli vi entrò [[Stalin]] ne era il capo indiscusso, e lui con molti altri crebbero politicamente nel segno dello [[stalinismo]] senza porsi dubbi o domande sulla bontà delle scelte che venivano dall'alto. Coloro che sopravvissero alle [[Grandi purghe]] del [[1937]]-1939 ebbero una carriera incalzante e molto rapida, dal momento che molte posizioni nei ranghi medi e alti del Partito, del governo e delle [[Armata Rossa|Forze Armate]], restavano vacanti per l'eliminazione di chi le occupava.
 
=== La carriera militare ===
Nel giugno [[1941]] la [[Germania nazista]] invase l'Unione Sovietica e, come molti funzionari del Partito che godevano di considerazione, Brežnev fu immediatamente richiamato alle armi (i suoi ordini avevano la data del 22 giugno). Egli si occupò dell'evacuazione delle fabbriche di Dnepropetrovsk nell'Est russo, prima che la città cadesse in mano tedesca il 26 agosto, e fu poi riassegnato come ''[[politruk]]'' (''политрук'', [[commissario politico]]). In ottobre, BreźnevBrežnev fu messo a capo dell'amministrazione politica per l'intero Fronte Meridionale, col grado di Commissario di brigata.
 
Nel [[1942]], con l'Ucraina completamente in mano tedesca, Brežnev fu inviato in [[Caucaso]] come capo dell'amministrazione politica del fronte transcaucasico. Nell'aprile [[1943]] diventò capo del dipartimento politico della XVIII armata, che successivamente fu inserita nel I fronteFronte ucrainoUcraino, quando l'[[Armata Rossa]] riprese l'iniziativa e cominciò l'avanzata verso occidente sul territorio ucraino. Il commissario politico del Fronte, suo diretto superiore, era [[Nikita Sergeevič Chruščёv|Nikita Chruščёv]], che divenne un importante alleato nella carriera di Brežnev. Alla fine della guerra in Europa Brežnev occupava la posizione di capo commissario politico del IV Fronte Ucraino, che entrò a [[Praga]] dopo la resa tedesca.
 
Nell'agosto [[1946]] Brežnev lasciò l'Armata Rossa col grado di [[maggior generale]]: era stato commissario politico per l'intera durata del [[Seconda guerra mondiale|conflitto]], e si era occupato pochissimo di incarichi di comando militare vero e proprio. Dopo aver lavorato su alcuni progetti per la ricostruzione in Ucraina, tornò alla vita civile come primo segretario a Dnepropetrovsk. Nel [[1950]] divenne deputato del [[Soviet Supremo]], il parlamento dell'URSS; nello stesso anno, fu primo segretario del [[Partito Comunista della Moldavia|PCM]] nella [[RSS Moldava]], che era stata da poco assorbita nell'Unione Sovietica dopo l'annessione alla [[Romania]]. Nel [[1952]] divenne membro del [[Comitato centrale del PCUS|Comitato Centrale del Partito Comunista]], e successivamente del Praesidium (già noto come [[Politburo]]).
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=== La scalata al potere ===
[[File:Pahlavi meets Brezhnev in 1970.jpg|thumb|left|BreznevBrežnev incontra lo [[Shah]] [[Mohammad Reza Pahlavi|Reza Pahlavi]] e la moglie [[Farah Pahlavi|Farah]] a [[Mosca (Russia)|Mosca]] nel [[1970]].]]
[[File:Bundesarchiv Bild 183-H0603-0036-001, Moskau, Ulbricht und Breshnew.jpg|thumb|BreznevBrežnev incontra il Segretario Generale del [[Partito di Unità Socialista di Germania]] (SED) [[Walter Ulbricht]] al suo arrivo a [[Mosca (Russia)|Mosca]] il 3 giugno [[1969]].]]
 
Stalin morì nel marzo del [[1953]], e nella riorganizzazione che seguì, come risultante della decisione del XXIII congresso del [[PCUS]], fu abolito il [[Praesidium]], la cui funzione fu assolta dal [[Politburo]], mentre il primo segretario del partito assunse la vecchia veste di segretario generale. Anche se Brežnev non vi fu incluso, fu comunque nominato capo del Direttorato Politico dell'Esercito e della Marina, con il grado di [[tenente generale]], una posizione di grande rilievo la cui assegnazione fu probabilmente non priva dell'influenza del suo mentore e amico, [[Nikita Chruščёv]], il quale aveva da poco preso il posto di Stalin come segretario generale del partito. Nel [[1955]] venne nominato primo segretario del partito in [[Kazakistan|Kazakhstan]], una posizione a sua volta molto importante.
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Nel [[1959]] Brežnev divenne [[Segreteria del Comitato centrale del PCUS|secondo segretario del Comitato centrale]] e nel maggio [[1960]] fu promosso a [[presidente del Praesidium del Soviet Supremo]] e reso nominalmente capo dello stato. Anche se il vero potere era nelle mani di Chruščёv, che era segretario di partito, la posizione presidenziale permise a Brežnev di viaggiare all'estero, e così iniziò a sviluppare il gusto per i ricchi abiti occidentali e le automobili, per le quali divenne poi famoso.
 
Divenne [[Segretario generale del PCUS|primo segretario del Comitato Centrale del PCUS]] nel [[1964]] (nel [[1966]] sarà segretario generale), in seguito alla "deposizione" di Chruščёv (ufficialmente avvenuta per il sopraggiungere "dell'età avanzata e del peggioramento delle condizioni di salute"), secondo alcune teorie frutto di una cospirazione guidata dallo stesso Brežnev insieme ad [[Aleksandr Šelepin]] e al capo del [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] [[Vladimir Semičastny]]. Alla carica di primo ministro un tempo tenuta da Chruščёv fu nominato [[Aleksej Nikolaevič Kosygin|Aleksej Kosygin]]. Nello stesso anno BreznevBrežnev cedette la carica di Presidente dell'URSS ad [[Anastas Ivanovič Mikojan|Anastas Mikojan]] ma la riprese nel [[1977]], cumulandola alla carica di Primo Segretario del PCUS ed acquisendo una posizione di dominio ''de facto''.
 
Il 22 gennaio [[1969]] il corteo che trasportava BreznevBrežnev attraverso la capitale fu preso a colpi d'arma da fuoco da un ex [[Armata Rossa|militare sovietico]] [[Diserzione|disertore]], Viktor Ilyin, lasciando il leader illeso, ma ferendo lievemente diversi celebri cosmonauti del programma spaziale sovietico che erano presenti nel corteo (che avevano partecipato alle missioni [[Sojuz 4]] e [[Sojuz 5]]).
 
=== Gli anni alla guida dell'URSS ===
==== La politica estera e la ''dottrina BreznevBrežnev'' ====
{{vedi anche|Dottrina BreznevBrežnev}}
[[File:Leonid Brezhnev and Richard Nixon talks in 1973.png|thumb|left|BreznevBrežnev e [[Richard Nixon]] in un incontro ufficiale nel [[1973]].]]
[[File:Bundesarchiv Bild 183-K0617-0001-163, Berlin, VIII. SED-Parteitag, Breshnew, Honecker.jpg|thumb|Il capo della [[Germania dell'Est]] [[Erich Honecker]] ringrazia BreznevBrežnev del discorso tenuto durante l'VIII congresso del [[Partito di Unità Socialista di Germania|SED]] il 16 giugno [[1971]].]]
[[File:Ford - Brezhnev 1974.jpg|thumb|[[Gerald Ford]] e BreznevBrežnev durante l'incontro di [[Vladivostok]] del [[1974]].]]
 
La sua politica estera passò alla storia sotto la definizione di "[[dottrina Brežnev]]" (nota anche come teoria o "dottrina della sovranità limitata"), esposta nell'intervento programmatico tenuto al V Congresso del [[Partito Operaio Unificato Polacco]] (12 novembre [[1968]]). Nel periodo in cui [[Alexander Dubček]] tentava di avviare in [[Cecoslovacchia]] il programma di liberalizzazione del sistema comunista, BreznevBrežnev sostenne una politica aggressiva che vedesse l'Unione Sovietica l'unica titolata, in quanto stato guida del [[comunismo]], ad intervenire, anche militarmente, negli affari interni dei paesi alleati del [[Patto di Varsavia]] (che godevano così, appunto, solo di una sovranità limitata). Si giustificò così nel [[1968]] l'intervento nella stessa Cecoslovacchia da parte dell'URSS (assieme ad altri contingenti dei paesi membri del patto di Varsavia), che pose fine alla [[primavera di Praga]]. Anche l'[[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|invasione dell'Afganistan]] in appoggio alle colonne comuniste nel paese e l'allargamento dell'influenza sovietica in [[Medio-Oriente]], [[Asia]] (sostegno al [[Vietnam del Nord]] contro la [[Cambogia]]) e in [[Africa]] (interventi in [[Angola]] e [[Etiopia]] in appoggio a [[Menghistu Hailè Mariàm|Menghitsu]]), teso a rafforzare il peso dell'URSS nel mondo, sono da inquadrare all'interno del nuovo espansionismo sovietico imposto da BreznevBrežnev.<ref name="dego1" />
 
BreznevBrežnev, quando ritenne che gli [[Stati Uniti]] attraversassero un periodo di debolezza politica (in conseguenza dell'insuccesso nella [[Guerra del Vietnam]] e delle dimissioni di [[Richard Nixon|Nixon]] a seguito dello [[scandalo Watergate]], tutti smacchi diplomatici che avevano indebolito l'immagine degli USA), ovvero a partire dalla metà degli [[anni 1970|anni settanta]], si adoperò per cercare di adeguare a vantaggio dell'URSS quella che lui credette una fase dannosa per gli USA, con l'installazione dei missili [[RSD-10|SS20]] provvisti di testata [[arma nucleare|nucleare]] nei paesi dell'Europa dell'Est a partire dal [[1976]]. Ciò diede inizio ad una escalation nucleare, in quanto all'inizio degli [[anni 1980|anni ottanta]] gli USA risponderanno installando nei paesi dell'Europa occidentale i missili nucleari a medio raggio [[MGM-31 Pershing|Pershing II]] e [[missile da crociera|Cruise]].<ref>{{Cita web |url=http://www.austria1989.org/index.php?option=com_content&view=article&id=63&Itemid=94|titolo=1980s-Battle of Euromissiles}}</ref>
 
Nei confronti di [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] ed [[Europa occidentale]] accettò tuttavia momenti di [[Distensione (politica)|distensione]] sul fronte della denuclearizzazione, in larga parte proseguendo nella linea iniziata dal predecessore, riportando risultanti non indifferenti, sebbene poco soddisfacenti (a causa dei disaccordi in relazione ai [[bombardieri]] sovietici [[Tupolev Tu-22M]] e ai [[missile da crociera|missili da crociera]] statunitensi), agli inizi degli anni settanta con la firma del primo trattato sulla limitazione delle armi strategiche [[SALT I]] (che non ottenne però seguito).<ref>Nicholas Riasanovsky, ''Storia della Russia'', [[RCS Quotidiani s.p.a.|RCS Quotidiani SPA]], Milano 2004, p. 637</ref> Dopo gli incontri con [[Richard Nixon|Nixon]] a [[Mosca (Russia)|Mosca]] nel luglio [[1974]] e [[Gerald Ford|Ford]] a [[Vladivostok]] (novembre [[1974]]), ripreso poi a Ginevra nel gennaio [[1975]], il secondo accordo per la limitazione della costruzione di armi strategiche ([[SALT II]]) fu raggiunto a [[Vienna]] il 18 giugno [[1979]], e firmato col [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente]] [[Jimmy Carter]]. Tuttavia l'intervento sovietico in [[Afghanistan]] nel [[1979]] segnò un deterioramento nelle relazioni USA-URSS che portò all'adozione di severe sanzioni contro l'URSS da parte degli USA, che rifiutarono di ratificare il SALT II, nonché, tra l'altro, al [[boicottaggio]] di due [[Giochi olimpici|Olimpiadi]], quelle del [[1980]] a Mosca, e quelle del [[1984]] a [[Los Angeles]].
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==== La politica economica ====
Durante l'era di BreznevBrežnev l'URSS avviò tre piani quinquennali di sviluppo dell'industria, l'ottavo ([[1966]]-[[1970]]), il nono ([[1971]]-[[1975]]) e il decimo ([[1976]]-[[1980]]), denominato "piano quinquennale della qualità". I nuovi piani di industrializzazione mostravano però un rallentamento sempre più evidente dell'economia del paese (abbassamento del tasso di crescita del [[PIL]] e di quello della [[produttività]], scarsi rendimenti degli investimenti), soprattutto durante il periodo del nono piano e poi anche ai tempi del decimo e dell'undicesimo.<ref name="riasano1">Nicholas Riasanovsky, ''Storia della Russia'', [[RCS Quotidiani s.p.a.|RCS Quotidiani SPA]], Milano 2004, p. 623-630</ref> L'URSS subì gli effetti dannosi del declino della manodopera (il paese era ormai largamente urbanizzato, l'incremento demografico aveva frenato, e l'industria non poteva più reggersi su quella riserva di uomini che aveva consentito in passato un costante sviluppo industriale), l'aprirsi del deficit commerciale con gli USA, ma soprattutto della crisi mai risolta dell'agricoltura, che a partire dal 1972 e fino alla morte di BreznevBrežnev andò incontro a raccolti cerealicoli incerti, talvolta rovinosamente negativi, talvolta eccellenti<ref>l raccolto negativo del 1972 (168,2 milioni di tonnellate di grano) fu seguito da quello positivo del 1973 (222,5 milioni di tonn.), così come quello disastroso del 1975 (140,1 milioni di tonnellate) fu a sua volta seguito da quello eccellente del 1976 (223,8 milioni di tonnellate). In virtù di questi risultati BreznevBrežnev poté annunciare durante il XXVI Congresso del PCUS, il raggiungimento della superiore stabilità dell'agricoltura, essendo i raccolti negativi del X piano quinquennale stati annullati dal miglior raccolto della storia sovietica (quello del 1978, di 237,4 milioni di tonn.). Cfr. ''USSR, measures of economic growth and development, 1950-80: studies'', United States Congress (prepared for the use of the Joint Economic Committee of the United States), Washington, 1982</ref>.
 
I livelli di sviluppo sovietici, sebbene subissero un allarmante calo, apparvero ugualmente elevati a fronte della recessione che colpiva l'[[Blocco occidentale|Occidente]].<ref name="riasano1" /> Va segnalata infine una arretratezza tecnologica e un ''gap'' di [[produttività]] dell'URSS che la poneva su livelli di squilibrio col rivale statunitense e che la costringeva a importare nuovi prodotti americani sfruttando in parte i proventi della vendita del petrolio.
 
Alcuni studiosi hanno osservato come vi siano state due fasi nell'arco di potere di BreznevBrežnev. Una prima sostanzialmente positiva, che vide buoni aumenti dei livelli di vita contestuali a crescita dei settore militare e industriale, mentre gli ultimi anni avrebbero conosciuto gli effetti della [[stagnazione]] e della crisi produttiva del comparto agricolo.<ref name="riasano1" /> Se da un lato vi furono aumento del livello di vita, crescita della potenza militare, riduzione del divario dei livelli di PIL e produttività con gli Stati Uniti, dall'altro si assistette a una costante decelerazione di questi fenomeni e alla già citata esacerbazione del deficit produttivo dell'agricoltura.<ref name="riasano1" /> La responsabilità più grave del governo di BreznevBrežnev riguarda soprattutto la scarsa capacità di interpretare i segnali negativi dell'economia sovietica e di attuare severe e adeguate misure per contrastare la situazione di crisi.<ref name="riasano2">Nicholas Riasanovsky, ''Storia della Russia'', [[RCS Quotidiani s.p.a.|RCS Quotidiani SPA]], Milano 2004, p. 616</ref>
 
=== Il consolidamento del potere e la morte ===
[[File:RIAN archive 417888 Leonid Brezhnev speaks at 18th Komsomol Congress opening.jpg|thumb|BreznevBrežnev tiene un discorso al XVIII Congresso del [[Komsomol]] il 15 aprile [[1978]].]]
 
Negli ultimi anni della sua vita Brežnev, nonostante la salute malferma, che peggiorò vistosamente con disturbi diversi sin dal 1974 (soffrirà di [[malattia cardiovascolare|malattie cardiovascolari]], [[leucemia]], [[Neoplasia|carcinoma orale]], [[enfisema]] e disfunzioni [[circolazione sanguigna|circolatorie]]), tanto da far diffondere voci interne sulla sua morte sin dalla prima metà degli [[anni 1970|anni settanta]], e la [[vecchiaia]], consolidò il proprio potere: nel [[1976]], anno del conseguimento del successo nel XXV Congresso del partito, fu nominato [[maresciallo dell'Unione Sovietica]].
 
L'anno successivo, eletto nuovamente alla presidenza del presidium del Soviet Supremo al posto di [[Nikolaj Podgornyj]] (assommando per la prima volta nella storia dell'URSS le cariche di leader del partito e di capo dello stato), promosse la riforma della [[Costituzione dell'Unione Sovietica|Costituzione]] (detta anche "Costituzione BreznevBrežnev"). Vi veniva riaffermata la funzione di controllo del partito, al quale venne assegnato il potere di attuare un monitoraggio capillare sul territorio attraverso il coinvolgimento delle masse per mezzo di associazioni e strutture ricreative,<ref>Cap. I, art. 6: "Il Partito Comunista dell'Unione Sovietica è la forza che dirige e indirizza la società sovietica, il nucleo del suo sistema politico, delle organizzazioni statali e sociali. Il PCUS esiste per il popolo ed è al servizio del popolo. Il Partito comunista, armato della dottrina marxista-leninista, determina la prospettiva generale di sviluppo della società e la linea della politica interna ed estera dell'URSS, dirige la grande attività creativa del popolo sovietico, conferisce un carattere pianificato e scientificamente fondato alla sua lotta per la vittoria del comunismo".</ref> e ribadito con maggiore completezza il carattere "plurifunzionale federale unitario" dell'Unione, attribuendo alle repubbliche federate il diritto di "libera secessione", che negli anni successivi influirà sul distacco degli stati satellite e sul dissolvimento dell'URSS.
 
Nel [[1981]] fu di nuovo alla guida del PCUS. La sua autorità crebbe a tal punto che nel partito si iniziò a vociferare di un ritorno al [[culto della personalità]]. Dopo aver subito un grave [[ictus]] nel maggio [[1982]], avendo rifiutato di abbandonare il potere, mantenne ogni incarico fino al sopraggiungere della morte il 10 novembre 1982 a causa di un [[Infarto miocardico acuto|infarto cardiaco]]. La notizia della sua morte venne ufficialmente diffusa l'11 novembre simultaneamente attraverso la [[Radio (mass media)|radio]] e la [[televisione]] sovietica (l'annuncio televisivo fu letto da Igor Kirillov con le lacrime agli occhi, alle 11,00 del [[mattino]] ora di Mosca). Dopo cinque giorni di [[lutto nazionale]], si tennero i solenni [[funerali di stato]] cui parteciparono 32 [[capo di Stato|capi di Stato]], 15 [[Capo del governo|capi di governo]], 14 [[Ministro degli esteri|ministri degli Esteri]] e quattro [[Principe|principi]]. BreznevBrežnev fu poi sepolto nella [[necropoli delle mura del Cremlino]].
 
=== Matrimonio e famiglia ===
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== Curiosità ==
=== La passione per le automobili ===
[[File:Richard M. Nixon and Leonid Brezhnev talking outside at Camp David - NARA - 194520.tif|thumb|BreznevBrežnev accanto a [[Richard Nixon]] a [[Camp David]] il 20 giugno [[1973]].]]
[[File:RR-Silver-Shadow.jpg|right|thumb|La Rolls-Royce Silver Shadow di BreznevBrežnev conservata al museo di Riga]]
 
Ben nota era la grande passione del leader sovietico per le automobili, con una particolare predilezione per le grandi berline ad alte prestazioni. Si dice che la madre di BreznevBrežnev alla vista della collezione di autovetture del figlio abbia esclamato: "''È tutto molto bello, figlio mio, ma se i bolscevichi tornassero?''".<ref name="riasano2" /> Dopo la sua elezione al vertice dell'URSS, i politici dell'intero pianeta fecero a gara per dimostrare la loro amicizia attraverso il dono di lussuose vetture.
 
Nel [[1980]] il garage di BreznevBrežnev era giunto a contenere una cinquantina di [[fuoriserie]], che egli faceva mantenere con scrupolo e che utilizzava a turno, guidandole personalmente a velocità sostenuta sulla ''Leningradskij Prospekt'' che, nelle occasioni, veniva opportunamente chiusa al traffico per diverse ore. Fu in una di queste "scorribande", nel 1980, che BreznevBrežnev distrusse la sua [[Rolls-Royce Silver Shadow]] del [[1966]], in un pauroso incidente. La vettura è ora conservata al [[Riga Motor Museum|Motor Museum]] di [[Riga]] e, all'epoca, venne immediatamente rimpiazzata dalla casa inglese. Tra i pezzi più importanti della collezione, anche una speciale [[Mercedes-Benz W100|Mercedes ''Limousine'' a sei porte]], costruita in soli due esemplari. L'altro venne donato all'[[Hirohito|Imperatore Hirohito]].
 
Il presidente statunitense [[Richard Nixon]] regalò al collega sovietico, nel [[1972]], una [[Cadillac Eldorado]] e, dietro esplicita richiesta dello stesso BreznevBrežnev, nel [[1974]] gli fece recapitare una speciale versione personalizzata di [[Lincoln Continental]]. Anche il comitato centrale del [[Partito Comunista Italiano]], nel 1968 al termine della crisi internazionale causata dalla [[primavera di Praga]], fece dono al leader comunista di una fiammante [[Maserati Quattroporte (1963)|Maserati Quattroporte]], all'epoca considerata una delle berline dalle più elevate prestazioni della produzione mondiale.<ref>{{Cita web |url=http://books.google.it/books?id=eiUDAAAAMBAJ&pg=PA56&dq=%22Maserati+Quattroporte%22+1968+world&lr=&cd=8#v=onepage&q=&f=false|titolo=Popular Science feb 1968}}</ref>
 
Dopo la morte di BreznevBrežnev, la collezione venne smembrata, per finire nelle mani di commercianti stranieri di auto d'epoca.<ref>{{cita web|http://archiviostorico.corriere.it/2005/agosto/11/Lenin_usava_una_Rolls_blindata_co_9_050811067.shtml|Lenin usava una Rolls blindata A BreznevBrežnev una Maserati dal Pci|16/08/2011}}</ref>
 
=== Il "bacio di BreznevBrežnev" ===
[[File:Bundesarchiv B 145 Bild-F088809-0038, Berlin, East Side Gallery.jpg|thumb|right|Il [[murale]] "Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale", tratto da una foto che ritraeva il bacio tra Leonid BreznevBrežnev e [[Erich Honecker]]]]
 
La fotografia che ritrae il bacio "alla sovietica" tra Honecker e il segretario del PCUS nel [[1979]] (in occasione del trentennale della [[Repubblica Democratica Tedesca|Repubblica Democratica]]) divenne un'icona della guerra fredda. L'immagine fu riprodotta sul [[muro di Berlino]] in un [[murale]] [[Satira|satirico]] (ora all'[[East Side Gallery]]) intitolato "Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale" (in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Mein Gott, hilf mir, diese tödliche Liebe zu überleben''), realizzato dal pittore russo [[Dmitri Vrubel]].