Leonid Il'ič Brežnev: differenze tra le versioni
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{{Infobox militare
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== Biografia ==
=== Primi anni ===
Brežnev nacque nel 1906 a [[Kamians'ke|Kamenskoe]] in [[Ucraina]], da una famiglia del posto. Suo padre era un operaio dell'acciaio. Il suo vero cognome era Brežnёv (Брежнёв, Brežnjòv) e così si fece chiamare fino al [[1956]]. Nonostante il suo trasferimento in [[Russia]] in giovane età, mantenne la [[lingua ucraina|pronuncia]] e le abitudini ucraine per l'intera vita. Come molti ragazzi appartenenti alla classe operaia, negli anni successivi alla [[rivoluzione russa]] ricevette un'educazione tecnica, prima in [[economia agraria]], poi in [[metallurgia]]. Diplomatosi nell'Istituto di studi Metallurgici di Dneprodzerźinsk e laureatosi in [[ingegneria]] metallurgica, lavorò per qualche tempo in alcune industrie del ferro e dell'acciaio nell'[[Ucraina|Ucraina orientale]]. Si unì alle organizzazioni giovanili del PCUS, il [[Komsomol]], nel [[1923]], e divenne membro del partito stesso nel [[1931]]. Nel 1928 si sposò con [[Viktorija Petrovna Brežneva|Viktoria Denisova]].
Nel [[1935]]-[[1936]] Brežnev partì per il [[servizio militare]], e dopo l'addestramento alla scuola carristi divenne [[commissario politico]] in una compagnia di cavalleria corazzata. Nel 1936 fu anche direttore dell'Istituto Superiore Tecnico di Studi Metallurgici di Dneprodzerźinsk, prima di essere trasferito al capoluogo della regione, [[Dnipropetrovs'k|Dnepropetrovsk]]. Qui, nel [[1939]], diventò segretario di partito, incaricato di gestire le importanti industrie militari della città.
Brežnev apparteneva alla prima generazione di comunisti sovietici che non avevano una vera memoria di come fosse la Russia prima della rivoluzione, e che erano troppo giovani per aver partecipato a quelle lotte per il comando del Partito che si erano scatenate dopo la morte di [[Lenin]] nel [[1924]]. Quando egli vi entrò [[Stalin]] ne era il capo indiscusso, e lui con molti altri crebbero politicamente nel segno dello [[stalinismo]] senza porsi dubbi o domande sulla bontà delle scelte che venivano dall'alto. Coloro che sopravvissero alle [[Grandi purghe]] del [[1937]]-1939 ebbero una carriera incalzante e molto rapida, dal momento che molte posizioni nei ranghi medi e alti del Partito, del governo e delle [[Armata Rossa|Forze Armate]], restavano vacanti per l'eliminazione di chi le occupava.
=== La carriera militare ===
Nel giugno [[1941]] la [[Germania nazista]] invase l'Unione Sovietica e, come molti funzionari del Partito che godevano di considerazione, Brežnev fu immediatamente richiamato alle armi (i suoi ordini avevano la data del 22 giugno). Egli si occupò dell'evacuazione delle fabbriche di Dnepropetrovsk nell'Est russo, prima che la città cadesse in mano tedesca il 26 agosto, e fu poi riassegnato come ''[[politruk]]'' (''политрук'', [[commissario politico]]). In ottobre,
Nel [[1942]], con l'Ucraina completamente in mano tedesca, Brežnev fu inviato in [[Caucaso]] come capo dell'amministrazione politica del fronte transcaucasico. Nell'aprile [[1943]] diventò capo del dipartimento politico della XVIII armata, che successivamente fu inserita nel I
Nell'agosto [[1946]] Brežnev lasciò l'Armata Rossa col grado di [[maggior generale]]: era stato commissario politico per l'intera durata del [[Seconda guerra mondiale|conflitto]], e si era occupato pochissimo di incarichi di comando militare vero e proprio. Dopo aver lavorato su alcuni progetti per la ricostruzione in Ucraina, tornò alla vita civile come primo segretario a Dnepropetrovsk. Nel [[1950]] divenne deputato del [[Soviet Supremo]], il parlamento dell'URSS; nello stesso anno, fu primo segretario del [[Partito Comunista della Moldavia|PCM]] nella [[RSS Moldava]], che era stata da poco assorbita nell'Unione Sovietica dopo l'annessione alla [[Romania]]. Nel [[1952]] divenne membro del [[Comitato centrale del PCUS|Comitato Centrale del Partito Comunista]], e successivamente del Praesidium (già noto come [[Politburo]]).
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=== La scalata al potere ===
[[File:Pahlavi meets Brezhnev in 1970.jpg|thumb|left|
[[File:Bundesarchiv Bild 183-H0603-0036-001, Moskau, Ulbricht und Breshnew.jpg|thumb|
Stalin morì nel marzo del [[1953]], e nella riorganizzazione che seguì, come risultante della decisione del XXIII congresso del [[PCUS]], fu abolito il [[Praesidium]], la cui funzione fu assolta dal [[Politburo]], mentre il primo segretario del partito assunse la vecchia veste di segretario generale. Anche se Brežnev non vi fu incluso, fu comunque nominato capo del Direttorato Politico dell'Esercito e della Marina, con il grado di [[tenente generale]], una posizione di grande rilievo la cui assegnazione fu probabilmente non priva dell'influenza del suo mentore e amico, [[Nikita Chruščёv]], il quale aveva da poco preso il posto di Stalin come segretario generale del partito. Nel [[1955]] venne nominato primo segretario del partito in [[Kazakistan|Kazakhstan]], una posizione a sua volta molto importante.
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Nel [[1959]] Brežnev divenne [[Segreteria del Comitato centrale del PCUS|secondo segretario del Comitato centrale]] e nel maggio [[1960]] fu promosso a [[presidente del Praesidium del Soviet Supremo]] e reso nominalmente capo dello stato. Anche se il vero potere era nelle mani di Chruščёv, che era segretario di partito, la posizione presidenziale permise a Brežnev di viaggiare all'estero, e così iniziò a sviluppare il gusto per i ricchi abiti occidentali e le automobili, per le quali divenne poi famoso.
Divenne [[Segretario generale del PCUS|primo segretario del Comitato Centrale del PCUS]] nel [[1964]] (nel [[1966]] sarà segretario generale), in seguito alla "deposizione" di Chruščёv (ufficialmente avvenuta per il sopraggiungere "dell'età avanzata e del peggioramento delle condizioni di salute"), secondo alcune teorie frutto di una cospirazione guidata dallo stesso Brežnev insieme ad [[Aleksandr Šelepin]] e al capo del [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] [[Vladimir Semičastny]]. Alla carica di primo ministro un tempo tenuta da Chruščёv fu nominato [[Aleksej Nikolaevič Kosygin|Aleksej Kosygin]]. Nello stesso anno
Il 22 gennaio [[1969]] il corteo che trasportava
=== Gli anni alla guida dell'URSS ===
==== La politica estera e la ''dottrina
{{vedi anche|Dottrina
[[File:Leonid Brezhnev and Richard Nixon talks in 1973.png|thumb|left|
[[File:Bundesarchiv Bild 183-K0617-0001-163, Berlin, VIII. SED-Parteitag, Breshnew, Honecker.jpg|thumb|Il capo della [[Germania dell'Est]] [[Erich Honecker]] ringrazia
[[File:Ford - Brezhnev 1974.jpg|thumb|[[Gerald Ford]] e
La sua politica estera passò alla storia sotto la definizione di "[[dottrina Brežnev]]" (nota anche come teoria o "dottrina della sovranità limitata"), esposta nell'intervento programmatico tenuto al V Congresso del [[Partito Operaio Unificato Polacco]] (12 novembre [[1968]]). Nel periodo in cui [[Alexander Dubček]] tentava di avviare in [[Cecoslovacchia]] il programma di liberalizzazione del sistema comunista,
Nei confronti di [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] ed [[Europa occidentale]] accettò tuttavia momenti di [[Distensione (politica)|distensione]] sul fronte della denuclearizzazione, in larga parte proseguendo nella linea iniziata dal predecessore, riportando risultanti non indifferenti, sebbene poco soddisfacenti (a causa dei disaccordi in relazione ai [[bombardieri]] sovietici [[Tupolev Tu-22M]] e ai [[missile da crociera|missili da crociera]] statunitensi), agli inizi degli anni settanta con la firma del primo trattato sulla limitazione delle armi strategiche [[SALT I]] (che non ottenne però seguito).<ref>Nicholas Riasanovsky, ''Storia della Russia'', [[RCS Quotidiani s.p.a.|RCS Quotidiani SPA]], Milano 2004, p. 637</ref> Dopo gli incontri con [[Richard Nixon|Nixon]] a [[Mosca (Russia)|Mosca]] nel luglio [[1974]] e [[Gerald Ford|Ford]] a [[Vladivostok]] (novembre [[1974]]), ripreso poi a Ginevra nel gennaio [[1975]], il secondo accordo per la limitazione della costruzione di armi strategiche ([[SALT II]]) fu raggiunto a [[Vienna]] il 18 giugno [[1979]], e firmato col [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente]] [[Jimmy Carter]]. Tuttavia l'intervento sovietico in [[Afghanistan]] nel [[1979]] segnò un deterioramento nelle relazioni USA-URSS che portò all'adozione di severe sanzioni contro l'URSS da parte degli USA, che rifiutarono di ratificare il SALT II, nonché, tra l'altro, al [[boicottaggio]] di due [[Giochi olimpici|Olimpiadi]], quelle del [[1980]] a Mosca, e quelle del [[1984]] a [[Los Angeles]].
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==== La politica economica ====
Durante l'era di
I livelli di sviluppo sovietici, sebbene subissero un allarmante calo, apparvero ugualmente elevati a fronte della recessione che colpiva l'[[Blocco occidentale|Occidente]].<ref name="riasano1" /> Va segnalata infine una arretratezza tecnologica e un ''gap'' di [[produttività]] dell'URSS che la poneva su livelli di squilibrio col rivale statunitense e che la costringeva a importare nuovi prodotti americani sfruttando in parte i proventi della vendita del petrolio.
Alcuni studiosi hanno osservato come vi siano state due fasi nell'arco di potere di
=== Il consolidamento del potere e la morte ===
[[File:RIAN archive 417888 Leonid Brezhnev speaks at 18th Komsomol Congress opening.jpg|thumb|
Negli ultimi anni della sua vita Brežnev, nonostante la salute malferma, che peggiorò vistosamente con disturbi diversi sin dal 1974 (soffrirà di [[malattia cardiovascolare|malattie cardiovascolari]], [[leucemia]], [[Neoplasia|carcinoma orale]], [[enfisema]] e disfunzioni [[circolazione sanguigna|circolatorie]]), tanto da far diffondere voci interne sulla sua morte sin dalla prima metà degli [[anni 1970|anni settanta]], e la [[vecchiaia]], consolidò il proprio potere: nel [[1976]], anno del conseguimento del successo nel XXV Congresso del partito, fu nominato [[maresciallo dell'Unione Sovietica]].
L'anno successivo, eletto nuovamente alla presidenza del presidium del Soviet Supremo al posto di [[Nikolaj Podgornyj]] (assommando per la prima volta nella storia dell'URSS le cariche di leader del partito e di capo dello stato), promosse la riforma della [[Costituzione dell'Unione Sovietica|Costituzione]] (detta anche "Costituzione
Nel [[1981]] fu di nuovo alla guida del PCUS. La sua autorità crebbe a tal punto che nel partito si iniziò a vociferare di un ritorno al [[culto della personalità]]. Dopo aver subito un grave [[ictus]] nel maggio [[1982]], avendo rifiutato di abbandonare il potere, mantenne ogni incarico fino al sopraggiungere della morte il 10 novembre 1982 a causa di un [[Infarto miocardico acuto|infarto cardiaco]]. La notizia della sua morte venne ufficialmente diffusa l'11 novembre simultaneamente attraverso la [[Radio (mass media)|radio]] e la [[televisione]] sovietica (l'annuncio televisivo fu letto da Igor Kirillov con le lacrime agli occhi, alle 11,00 del [[mattino]] ora di Mosca). Dopo cinque giorni di [[lutto nazionale]], si tennero i solenni [[funerali di stato]] cui parteciparono 32 [[capo di Stato|capi di Stato]], 15 [[Capo del governo|capi di governo]], 14 [[Ministro degli esteri|ministri degli Esteri]] e quattro [[Principe|principi]].
=== Matrimonio e famiglia ===
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== Curiosità ==
=== La passione per le automobili ===
[[File:Richard M. Nixon and Leonid Brezhnev talking outside at Camp David - NARA - 194520.tif|thumb|
[[File:RR-Silver-Shadow.jpg|right|thumb|La Rolls-Royce Silver Shadow di
Ben nota era la grande passione del leader sovietico per le automobili, con una particolare predilezione per le grandi berline ad alte prestazioni. Si dice che la madre di
Nel [[1980]] il garage di
Il presidente statunitense [[Richard Nixon]] regalò al collega sovietico, nel [[1972]], una [[Cadillac Eldorado]] e, dietro esplicita richiesta dello stesso
Dopo la morte di
=== Il "bacio di
[[File:Bundesarchiv B 145 Bild-F088809-0038, Berlin, East Side Gallery.jpg|thumb|right|Il [[murale]] "Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale", tratto da una foto che ritraeva il bacio tra Leonid
La fotografia che ritrae il bacio "alla sovietica" tra Honecker e il segretario del PCUS nel [[1979]] (in occasione del trentennale della [[Repubblica Democratica Tedesca|Repubblica Democratica]]) divenne un'icona della guerra fredda. L'immagine fu riprodotta sul [[muro di Berlino]] in un [[murale]] [[Satira|satirico]] (ora all'[[East Side Gallery]]) intitolato "Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale" (in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Mein Gott, hilf mir, diese tödliche Liebe zu überleben''), realizzato dal pittore russo [[Dmitri Vrubel]].
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