Henry Clinton: differenze tra le versioni

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Il generale Howe inviò le sue dimissioni da [[Comandante in Capo per il Nord America]] dopo le campagne del [[1777]] e Clinton era tra la lista dei possibili suoi successori. Malgrado non godesse della fiducia del primo ministro [[Frederick North, Lord North|North]], per le sue critiche e le continue richieste di dimissioni, Clinton venne formalmente nominato a quel posto il 4 febbraio [[1778]]. Clinton assunse il comando a Philadelphia nel maggio del [[1778]].<ref>Billias, pp. 61,82</ref> La Francia era a quel tempo entrata in guerra al fianco degli americani. Clinton ebbe come conseguenza l'ordine di ritirarsi da Philadelphia e di inviare 5.000 uomini nei [[Caraibi]], area coloniale economicamente molto importante per l'Inghilterra. Per il resto della guerra, Clinton ricevette alcuni rinforzi come conseguenza della globalizzazione del conflitto.<ref>Billias, p. 83</ref> I suoi ordini furono di rafforzare l'area del Nord America e di mantenerla fermamente sotto il controllo inglese, e di non fare nulla più se non spedizioni per verificare le posizioni del nemico.<ref>Willcox, pp. 222–223</ref>
 
Agendo ancora una volta contro le disposizioni ufficiali, Clinton decise di spostare il suo esercito a New York via terra anziché via mare.<ref>Willcox, p. 227</ref> Egli concluse così una significativa marcia verso New York, scontrandosi con l'esercito di Washington a [[Battaglia di Monmouth|Monmouth Court House]] il 28 giugno.<ref>Willcox, pp. 233–237</ref> Clinton bruciò definitivamente la sua reputazione in patria stendendo un rapporto sui movimenti svolti che esagerava enormemente la grandezza dell'armata di Washington, minimizzando sull'altro fronte le perdite inglesi a Monmouth.<ref>Leckie, p. 401</ref> Giunto a New York, Clinton e l'ammiraglio Howe dovettero scontrarsi con lo spettro di una flotta francese al di fuori del porto. Fortunatamente l'ammiraglio [[Charles Hector, conteHenri d'Estaing|d'Estaing]] decise anziché di entrare nel porto, di salpare alla volta di Newport.<ref>Willcox, pp. 238–239</ref> Una volta che Clinton seppe della destinazione del nemico, egli decise di spostare le truppe a rinforzare le guarnigioni di Newport garrison mentre Lord Howe salpò per scontrarsi con d'Estaing. Entrambe le flotte vennero colpite da una tempesta ed il [[Battaglia di Rhode Island|tentativo americano]] a Newport fallì prima che Clinton arrivasse.<ref>Willcox, pp. 242–250</ref> Clinton inviò delle forze di supporto al [[Raid di Grey|raid]] delle comunità vicine, mentre tornò a New York per organizzare le truppe che dovevano essere inviate a sud.<ref>Willcox, p. 251</ref> Il distaccamento per rafforzare la Florida venne inviato invece in [[Georgia]]. Questa forza [[Presa di Savannah|prese]] [[Savannah (Georgia)|Savannah]] nel dicembre del [[1778]] e nel gennaio del [[1779]] conquistò per breve tempo [[Augusta (Georgia)|Augusta]].<ref>Wilson, pp. 70–101</ref> Egli inoltre predispose delle truppe per il servizio nelle [[Indie occidentali]] cercando di catturare l'isola di [[St.Saint Lucia]]; [[Battaglia di St.Saint Lucia|la spedizione]] ebbe successo e costrinse i francesi dell'area ad arrendersi.<ref>Willcox, p. 254</ref>
 
Durante quel tempo a Philadelphia e New York nel [[1778]] Clinton riuscì a stabilire relazioni armoniche con [[William Eden, I barone Auckland|William Eden]], membro della [[Commissione di pace di Carlisle]]. Questa commissione, guidata nominalmente dal [[Frederick Howard, V conte di Carlisle|conte di Carlisle]] era stata inviata nel vano tentativo di riconciliare i ribelli del Congresso. Malgrado il fallimento dell'operazione, Eden e Clinton continuarono il loro positivo rapporto di collaborazione.<ref>Willcox, pp. 254–255</ref>