Maria de Cardona: differenze tra le versioni

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Nacque molto probabilmente a Napoli, dove risiedeva da tempo la sua famiglia, da Giovanni de Cardona e da Giovanna Villamarino.
 
Il casato [[Folch de Cardona|de Cardona]] (lo stemma conteneva ''tre cardi fioriti'') era originario della [[Catalogna]] e si stabilizzò nel [[Regno di Napoli]], dove i suoi rappresentanti esercitarono rilevanti cariche istituzionali e combatterono sempre in difesa della Monarchia Spagnola contro i Francesi che miravano tenacemente a riconquistare il suolo italico. In particolare, [[Ferdinando il Cattolico]] nel [[1507]] dispose di assegnare la Contea di [[Avellino]] ed il Marchesato di [[Padula]] ai fratelli Giovanni e Antonio de Cardona, che si erano distinti per importanti imprese militari nei primi anni del [[XVI secolo|Cinquecento]]. A seguito della morte di costoro in battaglia, Maria de Cardona, divenuta intanto orfana anche della madre, ereditò i feudi aviti sotto la tutela del nonno Bernardo Villamarino e poi dello zio Pietro de Cardona: quest'ultimo, insieme alla raffinata moglie Susanna Gonzaga, seguì l'infanzia di Maria che in quegli anni frequentò anche la famiglia [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]] e, in particolare, [[Ferrante Sanseverino|Ferrante]] che sposò Isabella, l'altra figlia di Bernardo Villamarino.
 
Maria era bella, apparteneva ad un casato prestigioso e vasti erano i suoi possedimenti; pertanto, era una donna ricercata e, alla maniera dei tempi, fu promessa sposa al figlio del Conte di [[Potenza (Italia)|Potenza]], [[Antonio de Guevara]]. Sennonché, dopo l'improvvisa morte di questi per le ferite riportate in un duello, fu combinato il matrimonio della nostra con il cugino {{citazione necessaria|Artale, figlio di Pietro de Cardona e di Susanna Gonzaga}}: sfortunatamente, questa unione non durò a lungo, perché Artale scomparve prematuramente nel [[1536]], senza lasciare eredi.
 
Nella successiva ricerca dell'ideale pretendente alla mano di Maria, intervenne ben presto uno sponsor d'eccezione: con quattro lettere sottoscritte personalmente con un confidenziale ''“Yo el Rey”]], [[Carlo V]] propose alla nostra il matrimonio con [[Francesco d'Este]], figlio legittimo del Duca di [[Ferrara]] [[Alfonso I d'Este|Alfonso I]] e della moglie [[Lucrezia Borgia]]. Dopo una serie di trattative, le feste nuziali si svolsero nel [[1540]] nello scenario del Palazzo Sanseverino a Napoli, alla presenza del viceré [[Pietro de Toledo]]; e furono festeggiamenti nobiliari, come hanno raccontato diversi cronisti<ref>Tra i quali, A. Castaldo, Dell'Istoria di notar Antonino Castaldo, Napoli 1769)</ref>; parimenti, fu incredibile la contentezza del popolo di Ferrara, e del duca, per quella unione, e si fecero di grandi feste in quella città<ref>Così, L.A. Muratori, Delle Antichità estensi ed italiane, MDCCXVII.</ref>
 
Un interessante fascio epistolare, conservato presso l'[[Archivio di Stato di Modena]]<ref>Archivio Segreto Estense, Sezione Casa e Stato, Busta 157</ref> dettaglia il periodo successivo al matrimonio: composto da una settantina di lettere scritte da Maria al cognato [[Ercole II d'Este|Ercole II]] (erede del [[ducato di Ferrara]]), esso documenta gli anni dal [[1538]] al [[1559]], scandisce i rapporti con il casato di Ferrara, arricchisce il profilo biografico della nostra, confermando quelle doti di umanità, di bontà e di saggezza nel governare che furono lodate dai suoi cantori. Parimenti interessanti sono alcune lettere scritte dalla stessa da Medelana (residenza estiva degli estensi, in provincia di Ferrara) ed indirizzate alla comunità di Massa Lombarda (della quale era Marchese Francesco D'Este), conservate presso l'Archivio Storico del Comune di [[Massa Lombarda]]<ref>Archivio Segreto, A/69, Istrumenti diversi, Tomo IV</ref>.
 
Il matrimonio con Francesco D'Este non fu sempre tranquillo e sereno: il Marchese aveva un carattere vivace ed irruente, sentiva ognora l'uzzolo delle armi, altalenava nelle alleanze politiche e militari mettendo a rischio i domini della consorte nel [[Regno di Napoli]]; e poi, aveva ormai occhi ed interessi solo per le figlie naturali Marfisa e Bradamante. Cosicché, negli ultimi anni di vita, Maria si dedicò completamente al governo dei suoi possedimenti, fino al 9 marzo [[1563]], quando chiuse gli occhi al mondo in quel di Napoli, senza lasciare eredi.