Operazione Barbarossa: differenze tra le versioni

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[[File:The Battle of Smolensk (10-18.7.1941).jpg|thumb|La [[Battaglia di Smolensk (1941)|sacca di Smolensk]] (10 - 18 luglio 1941)]]
 
Sulla strada per Smolensk l'Heeresgruppe Mitte aveva innanzi a sé grandi ostacoli naturali: le grandi paludi del [[PripjatPryp"jat' (fiume)|PripjatPryp"jat']], la [[foresta di Białowieża]] ed i fiumi [[Beresina]] e Dnepr, ma nonostante queste difficoltà i due gruppi corazzati avanzarono velocemente, superando il 30 giugno la grande foresta; la 29ª divisione, comandata dal generale [[Walter von Boltenstern]], ed il reggimento ''[[Panzergrenadierdivision Großdeutschland (Wehrmacht)|Großdeutschland]]'', comandato dall<nowiki>'</nowiki>''[[Gradi dello Heer|oberstleutnant]]'' [[Wilhelm-Hunert von Stockhausen]], chiusero la seconda sacca tra Białystok e Minsk, conquistata il giorno 28 dalla [[20. Panzer-Division|20ª divisione corazzata]], comandata dal generale [[Horst Stumpff]], fermandosi ad attendere le divisioni di fanteria della 4ª e della 9ª armata che, a causa della scarsa praticabilità delle strade, procedevano più lentamente, per poi proseguire l'avanzata. Il 30 giugno la 18ª divisione corazzata, comandata dal generale [[Walter Nehring]], avanzò a sud di Minsk per prendere la città di [[Barysaŭ]] e stabilire una testa di ponte al di là del fiume; le forze sovietiche, agli ordini del generale [[Andrej Ivanovič Erëmenko|Erëmenko]], tentarono una resistenza ma il 1º luglio due [[Battaglione|battaglioni]] del 52º reggimento fanteria attaccarono le postazioni a difesa del ponte impedendone la distruzione mentre a sud la [[3. Panzer-Division (Wehrmacht)|3ª divisione corazzata]], comandata dal generale [[Walter Model]], e la [[4. Panzer-Division|4ª divisione corazzata]], comandata dal generale [[Willibald Freiherr von Langermann und Erlencamp]], avevano a loro volta varcato il fiume<ref>La sconfitta nella battaglia della Beresina costò il posto di comandante del fronte occidentale al generale Erëmenko, retrocesso al ruolo di "comandante in seconda", in favore del [[Maresciallo dell'Unione Sovietica|maresciallo]] [[Semën Konstjantynovyč Tymošenko]]. Cfr. {{Cita|Carell 1963|p. 86|Carell1963}}.</ref> puntando a nord in direzione di [[Mahilëŭ]] sul fiume Dnepr<ref>Il 3 luglio 1941 il generale Halder scrisse nel suo diario "si può essere quasi certi che il nemico sia stato praticamente distrutto, salvo pochi superstiti, nell'arco di Białystok. Così pure si possono considerare completamente distrutte le 12-15 divisioni russe schierate di fronte all'Heeresgruppe Mitte, non esagero quindi se affermo che la campagna contro la Russia è stata vinta nello spazio di 14 giorni". Cfr. {{Cita|Carell 1963|p. 86|Carell1963}}.</ref>.
 
Il 10 luglio fu lanciato l'attacco verso Smolensk: la 20ª divisione corazzata dopo Minsk conquistò anche [[Vicebsk]], procedendo senza fermarsi verso est per prendere la città alle spalle, mentre a sud l'11 luglio la 3ª e la 4ª divisione corazzata attraversarono il fiume in tre punti senza incontrare forti resistenze e, mentre la [[24. Panzer-Division|1ª divisione di cavalleria]], comandata dal generale [[Kurt Feldt]], proteggeva il fianco sud dal contrattacco sovietico, Guderian puntò verso Smolensk<ref>Tymošenko aveva concentrato 42 divisioni in perfetto assetto di combattimento sul corso superiore del Dnepr. Cfr. {{Cita|Carell 1963|p. 97|Carell1963}}.</ref>. Il 15 luglio il III gruppo corazzato, con alla testa la [[7. Panzer-Division (Wehrmacht)|7ª divisione corazzata]], comandata dal generale [[Hans von Funck]], superò Smolensk tagliando la linea ferroviaria e la strada che portavano a Mosca; in questo modo la città fu isolata e si formò una sacca in cui vennero a trovarsi 15 divisioni sovietiche; la città, che doveva essere uno dei capisaldi della "linea di estrema difesa"<ref>{{Cita|Salmaggi, Pallavisini 1989|p. 145|SalmaggiPallavisini1989}}.</ref> cadde dopo un solo giorno grazie all'attacco del 71º reggimento della [[Turingia]], comandato dal colonnello Thomas, che si fece strada casa per casa aggirando le fortificazioni della città mentre il 26 luglio, a sud di Smolensk, fu eliminata a Mahilëŭ l'ultima resistenza sul Dnepr ad opera della 23ª divisione di fanteria, comandata dal generale [[Heinz Hellmich]]. L'obiettivo dell'Heeresgruppe Mitte era stato raggiunto dopo meno di quattro settimane e la strada verso Mosca era aperta.
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[[File:Bundesarchiv Bild 101I-020-1262-35, Russland-Süd, Soldaten mit Gefangenen.jpg|thumb|left|Soldati tedeschi catturano due [[Commissario politico|commissari politici]] sovietici nei primi giorni dell'invasione]]
 
L'Heeresgruppe Süd, comandato dal feldmaresciallo [[Gerd von Rundstedt]], aveva il compito di invadere l'[[Ucraina]] e la [[Penisola di Crimea|Crimea]] spingendosi fino ad [[Astrachan']], al fine di assicurare alla Germania le risorse agricole ucraine, quelle minerarie ed industriali del bacino del Donec e di quelle petrolifere del mar Caspio. A nord dello schieramento, sul lato meridionale delle paludi del PripjatPryp"jat', operava la [[6. Armee (Wehrmacht)|6ª armata]], comandata dal feldmaresciallo [[Walter von Reichenau]], sul suo lato destro il I gruppo corazzato, comandato dal generale [[Paul Ludwig Ewald von Kleist]], e, a nord dei Carpazi, la 17ª armata, comandata dal generale [[Carl-Heinrich von Stülpnagel]], mentre, provenienti dalla Romania e distanti tra loro circa 400 chilometri, operavano l'11ª armata, comandata dal generale [[Eugen von Schobert]] e la 3ª e 4ª armata rumene, comandate dai generali Dimitrescu e Ciuperca; le due colonne del gruppo di armate avrebbero dovuto riunirsi presso la grande ansa del fiume Dnepr a sud di Kiev.
 
L'avanzata a sud fu meno rapida rispetto al centro ed a nord per diverse ragioni: l'insufficienza di strade praticabili per i mezzi motorizzati, la grande distanza tra le due ali dello schieramento<ref>Nel corso dello schieramento delle forze non fu possibile per ragioni politiche utilizzare lo spazio dei Carpazi poiché l'Ungheria, retta dall'ammiraglio [[Miklós Horthy]], capo di un regime conservatore che aderiva al patto tripartito e che aveva permesso il passaggio delle truppe tedesche dirette in Jugoslavia, sarebbe entrata in guerra a fianco delle altre forza dell'asse il 27 giugno dosando comunque il proprio aiuto non fornendo più di 150.000 soldati per tutta la durata del conflitto. Cfr. {{Cita|Ferro 1993|p. 83|Ferro1993}}.</ref>, la presenza di un unico gruppo corazzato che non consentiva rapide manovre di aggiramento e la forte presenza di truppe sovietiche in quel settore.
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[[File:Bundesarchiv Bild 101I-020-1268-36, Russland, russischer Gefallener, Panzer BT 7,.jpg|thumb|Fante tedesco accanto ad un carro sovietico [[BT (carro armato)|BT-7]] distrutto nei pressi di [[Uman']]]]
 
Il 7 luglio il I gruppo corazzato riuscì a sfondare la linea Stalin in due punti: l'11ª divisione corazzata, comandata dal generale [[Ludwig Crüwell]], conquistò la città di [[Berdyčiv]] e la 16ª divisione corazzata, comandata dal generale [[Hans-Valentin Hube]], prese la città di [[Liubar]] senza però riuscire ad intrappolare le truppe sovietiche. Il 10 luglio il maresciallo [[Semën Michajlovič Budënnyj]] per tentare di alleggerire la pressione sulla linea Stalin dette ordine alla 5ª armata di fanteria, comandata dal generale Potatov, di attaccare dalle [[paludi del PripjatPryp"jat']] la 6ª armata costringendola a combattimenti difensivi ma il fianco nord dello schieramento tedesco riuscì a reggere. La lentezza dell'avanzata indispose Hitler che propose di "spezzare" il I gruppo corazzato in tre gruppi da combattimento separati al fine di creare piccole sacche di accerchiamento, ma von Rundstedt si oppose per non dividere le uniche forze corazzate a sua disposizione ed in questo modo avanzò a formazioni unite a sud di Kiev lungo la sponda occidentale del Dnepr, ponendo le basi sia per un piccolo accerchiamento intorno a [[Vinnycja]] sia per uno di maggiori dimensioni intorno ad [[Uman']].
 
Il 16 luglio le avanguardie corazzate di von Kleist raggiunsero [[Belaia-Zerkov]] a nord di Uman' e, grazie alle ristabilite condizioni atmosferiche, riuscirono velocemente a congiungersi il 1º agosto a [[Novo Arcangelo]] con i primi reparti dell'11ª armata ad est della città dove in quel momento si trovavano tre armate sovietiche; temendo l'accerchiamento i difensori tentarono di rompere l'anello che si andava formando ma il sopraggiungere delle divisioni di fanteria della 17ª armata impedì lo sganciamento del grosso delle truppe. La battaglia nella [[Battaglia di Uman|sacca di Uman]] si concluse il 6 agosto e le tre armate sovietiche furono distrutte (la 6ª e la 12ª si arresero mentre la 18ª fu praticamente annientata e furono fatti 103.000 prigionieri<ref>Furono inoltre catturati 858 pezzi di artiglieria, 317 carri armati e 240 cannoni anticarro ed antiaerei. Cfr. {{Cita|Biagi 1995|p. 652|Biagi1995}}.</ref>); il successo appena ottenuto spinse Hitler a valutare l'ipotesi di conseguirne uno ancora maggiore a Kiev, dove nel frattempo stavano confluendo ingenti rinforzi da parte sovietica, realizzando una colossale tenaglia dove sarebbero rimaste imprigionate tutte le forze del fronte sud sovietico che contava circa un milione di uomini.