Operazione Barbarossa: differenze tra le versioni

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[[File:Bundesarchiv B 145 Bild-F016198-0033, Rumänien, Brückenbau über den Pruth.jpg|thumb|[[Genio militare|Genieri]] tedeschi approntano un ponte di legno sul fiume [[Prut]]]]
 
Il 23 giugno il I gruppo corazzato aveva percorso circa 80 chilometri quando venne per la prima volta contrattaccato sul fianco destro dal XV corpo meccanizzato sovietico; nel settore meridionale il generale [[MikhailMichail Petrovič Kirponos|Michail Kirponos]], comandante del "fronte sud-occidentale" disponeva di grandi riserve corazzate: 8 corpi meccanizzati con oltre 3.800 carri armati, tra cui quasi 500 T-34 ed oltre 150 KV-1 e KV-2, i quali, pur disorganizzati e non concentrati, erano enormemente superiori rispetto agli 880 mezzi corazzati tedeschi, tra cui però 447 [[Panzer III]] ultimo modello<ref>{{Cita|DeLannoy 2001|pp. 6-11|DeLannoy2001}}.</ref>. Nei giorni seguenti il III ed il XXXXVIII corpo motorizzato, che avanzavano verso [[Luc'k]] e [[Žytomyr]], vennero attaccati ripetutamente da nord, dov'erano concentrati il IX ed il XIX corpo meccanizzato sovietico, e soprattutto da sud dove contrattaccarono l'VIII ed il XV corpo meccanizzato, rafforzati con parte del IV corpo meccanizzato<ref>{{Cita|Zaloga 1994|pp. 13-14|Zaloga1994}}.</ref>, e, fino al 30 giugno, i due schieramenti furono impegnati nelle [[battaglia di Brody-Dubno|battaglie di carri di Brody, Luc'k e Dubno]]: la ''[[11. Panzer-Division|11.]]'', la ''[[13. Panzer-Division|13.]]'' e la ''[[16. Panzer-Division]]'' furono messe in difficoltà e rischiarono di essere isolate e tagliate fuori dalle puntate dei carri sovietici, ma, essendo più esperte, meglio addestrate e sostenute potentemente dalla ''Luftwaffe'', respinsero tutti gli attacchi, finendo per decimare le forze sovietiche<ref>{{Cita|Zaloga 1994|pp. 14-16|Zaloga1994}}.</ref> le quali, dopo il 30 giugno, dovettero sospendere i loro tentativi di passare alla controffensiva, ripiegando per raggrupparsi a circa 240 chilometri più a est lungo la linea Stalin, mentre il 1º luglio la colonna meridionale dello schieramento tedesco varcò i confini rumeni stabilendo forti teste di ponte oltre il fiume [[Prut]].
 
[[File:Bundesarchiv Bild 183-L19885, Russland, Heinz Guderian vor Gefechtsstand.jpg|thumb|left|Agosto 1941, il generale [[Heinz Guderian]], comandante del panzergruppe 2, a colloquio con alcuni ufficiali carristi]]
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-020-1268-36, Russland, russischer Gefallener, Panzer BT 7,.jpg|thumb|Fante tedesco accanto ad un carro sovietico [[BT (carro armato)|BT-7]] distrutto nei pressi di [[Uman']]]]
 
Il 7 luglio il I gruppo corazzato riuscì a sfondare la linea Stalin in due punti: l'11ª divisione corazzata, comandata dal generale [[Ludwig Crüwell]], conquistò la città di [[Berdyčiv]] e la 16ª divisione corazzata, comandata dal generale [[Hans-Valentin Hube]], prese la città di [[LiubarLjubar]] senza però riuscire ad intrappolare le truppe sovietiche. Il 10 luglio il maresciallo [[Semën Michajlovič Budënnyj]] per tentare di alleggerire la pressione sulla linea Stalin dette ordine alla 5ª armata di fanteria, comandata dal generale Potatov, di attaccare dalle [[paludi del Pryp"jat']] la 6ª armata costringendola a combattimenti difensivi ma il fianco nord dello schieramento tedesco riuscì a reggere. La lentezza dell'avanzata indispose Hitler che propose di "spezzare" il I gruppo corazzato in tre gruppi da combattimento separati al fine di creare piccole sacche di accerchiamento, ma von Rundstedt si oppose per non dividere le uniche forze corazzate a sua disposizione ed in questo modo avanzò a formazioni unite a sud di Kiev lungo la sponda occidentale del Dnepr, ponendo le basi sia per un piccolo accerchiamento intorno a [[Vinnycja]] sia per uno di maggiori dimensioni intorno ad [[Uman']].
 
Il 16 luglio le avanguardie corazzate di von Kleist raggiunsero [[Belaia-ZerkovBila Cerkva]] a nord di Uman' e, grazie alle ristabilite condizioni atmosferiche, riuscirono velocemente a congiungersi il 1º agosto a {{controllare|[[Novo Arcangelo]]}} con i primi reparti dell'11ª armata ad est della città dove in quel momento si trovavano tre armate sovietiche; temendo l'accerchiamento i difensori tentarono di rompere l'anello che si andava formando ma il sopraggiungere delle divisioni di fanteria della 17ª armata impedì lo sganciamento del grosso delle truppe. La battaglia nella [[Battaglia di Uman'|sacca di Uman']] si concluse il 6 agosto e le tre armate sovietiche furono distrutte (la 6ª e la 12ª si arresero mentre la 18ª fu praticamente annientata e furono fatti 103.000 prigionieri<ref>Furono inoltre catturati 858 pezzi di artiglieria, 317 carri armati e 240 cannoni anticarro ed antiaerei. Cfr. {{Cita|Biagi 1995|p. 652|Biagi1995}}.</ref>); il successo appena ottenuto spinse Hitler a valutare l'ipotesi di conseguirne uno ancora maggiore a Kiev, dove nel frattempo stavano confluendo ingenti rinforzi da parte sovietica, realizzando una colossale tenaglia dove sarebbero rimaste imprigionate tutte le forze del fronte sud sovietico che contava circa un milione di uomini.
 
==== La grande sacca di Kiev ====
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[[File:Fronte Orientale 1941-06 al 1941-09.png|thumb|La [[Battaglia di Kiev (1941)|sacca di Kiev]] (25 agosto - 26 settembre 1941)]]
 
Per realizzare il nuovo piano voluto da Hitler era necessario distaccare consistenti forze dall'Heeresgruppe Mitte che, dopo la caduta di Smolensk, sembrava sul punto di sferrare l'attacco verso la capitale; lo stato maggiore dell'esercito era contrario alla diversione verso sud ed il 18 agosto il generale [[Franz Halder|Halder]] ed il feldmaresciallo [[Walther von Brauchitsch|von Brauchitsch]] scrissero ad Hitler pregandolo di riprendere la marcia verso Mosca ma il giorno 21 egli rispose che aveva già ordinato all'Heeresgruppe Mitte di trasferire le forze necessarie per la conquista totale dell'Ucraina. Halder insistette ed il 23 agosto si recò al quartier generale dell'Heeresgruppe Mitte per persuadere il generale Guderian ad incontrare il Führer in modo da convincerlo a non sospendere l'attacco ma egli si dimostrò irremovibile<ref>Guderian fece presente che per i suoi carri armati sarebbe stato impossibile percorrere i 400 chilometri che lo separavano da Kiev e, dopo la presa della città, tornare indietro per prendere Mosca prima dell'arrivo dell'inverno. Cfr. {{Cita|AA.VV. 1993 (Operazione Barbarossa)|p. 78|AAVVBarbarossa1993}}.</ref> ed il 25 agosto il panzergruppePanzergruppe 2 e la sopraggiunta 2ª armata, comandata dal generale [[Maximilian von Weichs]], cominciarono a dirigersi verso sud<ref>L'intento del generale Halder era quello di convincere Hitler a dirigersi verso Mosca e, in caso contrario, assecondare la sua idea di dividere il panzergruppePanzergruppe 2 di Guderian per mantenere forze sufficienti per l'avanzata verso la capitale. Nessuno di questi obiettivi fu realizzato e fu possibile mantenere nei pressi di Smolensk solo il XLVI corpo d'armata motorizzato. Cfr. {{Cita|Biagi 1995|p. 663|Biagi1995}}.</ref>.
 
Il piano prevedeva che l'11ª armata, insieme alle due armate rumene, si sarebbe diretta a sud est in direzione della Crimea mentre tutte le altre colonne dello schieramento sarebbero state utilizzate per l'accerchiamento: la 6ª armata doveva avanzare verso Kiev da occidente ed il I gruppo corazzato e la 17ª armata, che a quella data si trovavano già a sud est della città, avrebbero marciato verso nord; il secondo braccio della tenaglia sarebbe stato formato dalla 2ª armata e dal panzergruppePanzergruppe 2 provenienti da nord. Quest'ultimo, il 26 agosto, raggiunse il fiume [[Desna (fiume)|Desna]], riuscendo a catturarne intatto il ponte permettendo la creazione di una testa di ponte ma, nonostante gli sforzi della 10ª divisione di fanteria motorizzata, comandata dal generale [[Friedrich-Wilhelm von Loeper]], non fu possibile allargarla per oltre una settimana a causa della forte resistenza sovietica. Il 3 settembre i tedeschi ebbero un colpo di fortuna: una mappa rinvenuta all'interno di un aereo abbattuto permise di conoscere il punto debole dello schieramento sovietico, ossia il punto di sutura tra la 13ª e la 21ª armata; immediatamente fu dato ordine alla 3ª divisione corazzata di attaccare in quel punto, riuscendo ad uscire dalla testa di ponte ed a superare il fiume [[Sejm (fiume)|Sejm]] il 7 settembre, seguita il 9 dalla 4ª divisione corazzata.
 
[[File:Bt7 6.jpg|thumb|left|Un carro sovietico [[BT (carro armato)|BT-7]], con a bordo alcuni fucilieri, nelle vicinanze di Kiev]]
[[File:Bundesarchiv Bild 183-B12190, Kiew, Brand in der Hauptstraße.jpg|thumb|Combattimenti nelle strade di Kiev; la città cadde il 26 settembre 1941]]
 
Superati i due fiumi il 9 settembre il panzergruppe 2 si fece strada attraverso [[KonotopoKonotop]] ed il 10 occupò il villaggio di [[Romny]], dirigendosi verso [[Lokovitsa]] per unirsi con il I gruppo corazzato alle spalle dello schieramento sovietico; lo stesso giorno a sud il XLVIII corpo d'armata motorizzato raggiunse la sponda occidentale del Dnepr presso [[KremenchukKremenčuk]] e la 16ª divisione corazzata iniziò l'attraversamento del fiume. Il giorno dopo il generale [[Hans-Valentin Hube|Hube]] sfondò la resistenza sovietica avanzando verso nord per oltre 70 chilometri ed il 14 fu occupata [[Lubny]]; in quel momento solo 50 chilometri separavano i due gruppi corazzati tedeschi ed i sovietici, contravvenendo agli ordini di Stalin<ref>Il 13 settembre Stalin emanò l'ordine di non ritirarsi da Kiev per permettere di guadagnare tempo al fine di organizzare la difesa di Mosca ma Žukov, al pari di molti altri ufficiali sovietici, si oppose. Per questo motivo fu rimosso dalla carica di capo di stato maggiore generale e trasferito alla difesa di Leningrado. Cfr. {{Cita|AA.VV. 1993 (Operazione Barbarossa)|p. 87|AAVVBarbarossa1993}}.</ref>, stavano cercando di fare evacuare dalla sacca quante più truppe possibile ma tutti gli sforzi si rivelarono inutili, così come risultarono vani tutti i tentativi di attacco al fianco sinistro del panzergruppe 2 per tentare di spezzare l'accerchiamento, ed il cerchio si chiuse definitivamente il 15 settembre. Il 19 settembre, dopo che il 18 era arrivata l'autorizzazione allo sganciamento da Mosca, la 6ª armata occupò Kiev; il maresciallo Budënnyj fu fatto evacuare ed il suo posto fu affidato al generale Kirponos che cadde durante i combattimenti e dopo una settimana, il 26 settembre, la battaglia si concluse con la distruzione di cinque armate, la cattura di 665.000 prigionieri, 884 carri armati ed altri veicoli corazzati e più di 3.700 pezzi di artiglieria: complessivamente nel mese che precedette la caduta di Kiev i sovietici persero, tra morti, feriti e dispersi, quasi un milione di uomini.
 
==== L'avanzata in Crimea ====
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Il 17 ottobre il III corpo d'armata motorizzato occupò [[Mariupol']] ed il 22 fu occupata [[Taganrog]] con il suo importante porto, consentendo l'attraversamento del fiume [[Mius]] mentre il 20 ottobre la [[1. Gebirgs-Division (Wehrmacht)|1ª divisione da montagna]], nonostante la resistenza opposta dalla 12ª armata sovietica comandata dal generale Ponedelin, aveva conquistato [[Donec'k|Stalino]]; il 23 il generale Tymošenko subentrò al comando del fronte sud al generale Erëmenko ma il giorno dopo la 6ª armata tedesca occupò Char'kov e [[Belgorod]], precedentemente evacuate dai sovietici, riuscendo a superare il fiume [[Severskij Donec|Donec]], ed il 3 novembre fu conquistata [[Kursk]] ma l'arrivo delle piogge autunnali rese le strade impercorribili, bloccando qualunque possibilità di un'azione veloce a largo raggio.
 
L'offensiva riprese il 17 novembre grazie al gelo che, indurendo le strade, consentì la ripresa della marcia ma, nei giorni in cui il fronte era rimasto bloccato, i sovietici avevano provveduto ad organizzare nuove divisioni mentre i tedeschi faticavano sempre di più a tamponare le perdite subite durante l'avanzata<ref>L'organizzazione per il reperimento di nuove risorse allo scopo di creare nuove unità combattenti, sia regolari che partigiane, fu affidata al componente del consiglio di guerra del fronte sud occidentale [[Nikita Sergeevič Chruščёv]]. Vedi {{Cita|Carell 1963|p. 362|Carell1963}}.</ref>; la divisione ''Leibstandarte'' e la [[13. Panzer-Division|13ª divisione corazzata]], comandata dal generale [[Friedrich-Wilhelm von Rothkirch und Panthen]], attaccarono in direzione del Caucaso superando di slancio [[Sultan-Sali]] mentre la [[14. Panzer-Division|14ª divisione corazzata]], comandata dal generale [[Friedrich Kühn]], si diresse verso {{controllare|[[Bolscie-Sali]]}} e, nonostante il contrattacco con ingenti forze corazzate da parte della 56ª armata sovietica comandata dal generale Remisov, contrattacco tamponato dall'intervento della 60ª divisione motorizzata comandata dal generale [[Friedrich-Georg Eberhardt]], il 20 novembre le tre divisioni fecero il loro ingresso a Rostov, spingendosi fino al [[Don (fiume Russia)|Don]], riuscendo, grazie all'azione del 1º battaglione della ''Leibstandarte'', a catturare intatto il ponte sul fiume e, mentre la 60ª divisione motorizzata, a protezione del fianco del III corpo d'armata, occupava Aksaskaja, reparti della 13ª divisione corazzata sospinsero le rimanenti forze sovietiche a presidio della città verso est, aprendo in questo modo la strada in direzione del Caucaso e delle sue riserve petrolifere.
 
[[File:Bundesarchiv Bild 183-H29376, Sowjetunion, Lagebesprechung.jpg|thumb|left|Il feldmaresciallo [[Walter von Reichenau]] (a sinistra), comandante della [[6. Armee (Wehrmacht)|6ª armata]], qui a colloquio con il generale Otto Stapf, comandante della 111ª divisione di fanteria, sostituì, il 1º dicembre 1941, al comando dello ''[[Heeresgruppe Süd]]'' il feldmaresciallo [[Gerd von Rundstedt]]]]
[[File:Fronte Meridionale dal 1941-06 al 1941-12.png|thumb|La linea del fronte nel settore di [[Rostov-sul-Don|Rostov]] ai primi di dicembre del 1941]]
 
Il contrattacco sovietico fu tuttavia immediato: la 37ª armata, comandata dal generale [[Anton IvanovichIvanovič Lopatin]] e la 9ª armata, comandata dal generale Haritonov, si gettarono nel "vuoto" che si era creato tra la 17ª armata e la 1ª armata corazzata; lo spazio poté essere colmato e la controffensiva tamponata solo richiamando verso nord nel settore di Tuslov la 13ª e la 14ª divisione corazzata ma nello stesso momento Tymošenko dette ordine di attaccare Rostov da est e da sud con la 343ª e la 31ª divisione di fanteria e la 70ª divisione di cavalleria, facendo indietreggiare le deboli forze tedesche che erano rimaste a difendere le linee esterne della città ed il 29 novembre Rostov fu riconquistata insieme a Taganrog.
 
Il feldmaresciallo von Rundstedt, temendo un accerchiamento del III corpo d'armata motorizzato, chiese ad Hitler l'autorizzazione per il ritiro delle truppe sulla sponda occidentale del fiume Mius ma, avendo ottenuto il rifiuto da parte del Führer<ref>Il piano, che aveva ricevuto parere favorevole anche da parte del generale von Kleist, era stato approvato dall'OKH il 30 novembre ma Hitler diede l'immediato contrordine di resistere sul posto e di tenere la città. Vedi {{Cita|AA.VV. 1993 (Operazione Barbarossa)|p. 124|AAVVBarbarossa1993}}.</ref> e vista l'impossibilità di resistere, iniziò ugualmente il ripiegamento e per questo il 1º dicembre fu destituito ed il comando dell'Heeresgruppe Süd fu affidato al comandante della 6ª armata, il feldmaresciallo Walter von Reichenau<ref>Il comando della 6ª armata fu affidato al generale [[Friedrich Paulus]].</ref>; egli, uomo di fede nazista, che riscuoteva la fiducia di Hitler, non poté che constatare la situazione e gli riferì che l'unica possibilità di evitare uno sfondamento del fronte era l'esecuzione del piano predisposto da von Runstedt ed il Führer fu costretto ad acconsentire senza tuttavia reintegrare il feldmaresciallo destituito; il bacino del Donec rimaneva comunque in massima parte in mano tedesca ma l'obiettivo della conquista del Caucaso non era stato conseguito.
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Dopo la chiusura delle due sacche furono definiti i piani successivi: a nord la 9ª armata e la 3ª armata corazzata<ref>Al II ed al III gruppo corazzato fu mutato il nome in "armate corazzate".</ref>, avrebbero dovuto dirigersi verso Ržev e [[Tver'|Kalinin]] per congiungersi con il IV gruppo corazzato, la 4ª armata avrebbe dovuto seguire la direttrice Možajsk-Mosca, puntando direttamente sulla capitale, la 2ª armata di fanteria avrebbe continuato a colmare lo spazio tra il settore nord e quello sud ed infine la 2ª armata corazzata avrebbe conquistato Tula e [[Kolomna]] per isolare la città da sud. Contemporaneamente, nel comando sovietico, avvennero significativi cambi di vertici: il 10 ottobre il generale [[Georgij Konstantinovič Žukov]] assunse il comando del fronte occidentale sovietico in sostituzione del generale Tymošenko inviato sul fronte sud, come suo capo di stato maggiore fu nominato il generale [[Vasilij Danilovič Sokolovskij]] e, come capo politico, il futuro [[premier dell'Unione Sovietica]] [[Nikolaj Aleksandrovič Bulganin]].
 
Nel settore nord il 13 ed il 14 ottobre furono conquistate [[Kaluga]] e Kalinin dalla 1ª divisione corazzata, comandata dal generale [[Walter Krüger]], punta avanzata della 3ª armata corazzata alle dipendenze del generale [[Georg-Hans Reinhardt]]<ref>Georg-Hans Reinhardt e il generale Ferdinand Schaal sostituirono al comando, rispettivamente del III Gruppo corazzato e del LVI corpo d'armata motorizzato, il generale Hermann Hoth e il generale Erich von Manstein, inviati sul fronte sud per la conquista della Crimea.</ref>, mentre a sud, il IV gruppo corazzato avanzò verso Borodino e Možajsk, scontrandosi per la prima volta con rinforzi provenienti dalla [[Siberia]], precisamente con la 32ª divisione di fanteria siberiana, equipaggiata con tenute invernali di cui i tedeschi non disponevano, e questa unità fu solo la prima che Stalin spostò dalla difesa dell'oriente, dopo essere venuto a conoscenza, informato dalla spia Richard Sorge, dell'intenzione del Giappone di attaccare gli Stati Uniti e quindi di essere stato parzialmente sollevato dal timore dell'apertura di un [[Secondo fronte (seconda guerra mondiale)|secondo fronte]] ad est<ref>Le unità trasferite da est facevano parte del dispositivo difensivo orientale, posizionato a guardia della linea che partiva da Vladivostok ed arrivava fino alla Mongolia esterna; tale dispositivo, che avrebbe dovuto fronteggiare un eventuale attacco proveniente dall'armata giapponese del Kuantung, comprendeva 25 divisioni di fanteria e 9 brigate corazzate, al comando del generale [[IosifJosif RodionovichRodionovyč Apanasenko]].</ref>, ma il 19 ottobre la 10ª divisione corazzata e la divisione SS ''Das Reich'', comandata dal ''brigadeführer'' [[Wilhelm Bittrich]]<ref>Wilhelm Bittrich sostituì il 14 ottobre, al comando della divisione SS ''Das Reich'', il brigadeführer Paul Hausser.</ref>, si congiunsero superando la [[Moscova]] e lo stesso giorno cadde Možajsk, distante meno di 100 chilometri dalla capitale.
 
===== Le disposizioni per la difesa di Mosca ed il blocco delle operazioni: 19-29 ottobre =====