Progetto Manhattan: differenze tra le versioni

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Il 1º novembre 1939 il Comitato consultivo per l'uranio compilò un primo rapporto che venne inviato al presidente Roosevelt che lo lesse il 17 novembre; il documento affermava che la ricerca sulla "reazione a catena" poteva essere utile come fonte di energia per i sottomarini e forse anche come "possibile fonte di bombe" più distruttive di "qualsiasi cosa oggi conosciuta"; il comitato richiedeva adeguati finanziamenti per "un'accurata ricerca"<ref name="RR341"/>. Il presidente Roosevelt apparve interessato e inserì il documento nel suo schedario personale ma per il momento non prese alcun'altra iniziativa concreta<ref name="RR341"/>.
 
=== Gli inizi del programma atomico americanostatunitense ===
 
I mesi successivi alla prima riunione del Comitato consultivo sull'uranio furono particolarmente deludenti per Szilard e i fisici ungheresi; non si ebbero nuove notizie durante l'inverno e solo a febbraio 1940 l'aiutante militare del presidente Roosevelt convocò Briggs da cui seppe che al momento si era ancora in attesa dei risultati delle ricerche di Fermi, finanziate con i 6.000 dollari iniziali, sulla funzione della grafite come "assorbitore" di neutroni<ref>R. Rhodes, ''L'invenzione della bomba atomica'', pp. 356-357.</ref>. Szilard era sempre più preoccupato; mentre completava un suo studio teorico sulle "reazioni a catena divergenti", era venuto a conoscenza del lavoro su esperimenti con uranio e acqua del gruppo francese dei [[Frédéric Joliot-Curie|fratelli Joliot-Curie]] e soprattutto di ricerche segrete sull'uranio svolte dai tedeschi all'[[Istituto Kaiser Wilhelm]]<ref>R. Rhodes, ''L'invenzione della bomba atomica'', p. 357.</ref>. Egli quindi decise nuovamente di consultare Einstein, e i due fisici scrissero una nuova lettera indirizzata a Sachs che a sua volta cercò ripetutamente di contattare Roosevelt, il quale il 5 aprile 1940 rispose a Sachs confermando la fiducia in Briggs e convocando una nuova riunione del Comitato per l'uranio per il 27 aprile<ref>R. Rhodes, ''L'invenzione della bomba atomica'', pp. 357-358.</ref>.