Ferrovia Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone: differenze tra le versioni

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La linea poi piegava a sinistra e fiancheggiando l'antica [[via Prenestina]] arrivava alla stazione di [[San Cesareo]] da dove si staccava il ramo San Cesareo-[[Frascati]]. Da San Cesareo la linea, abbandonando la SS6 Casilina per la [[Strada statale 155 di Fiuggi|SS155 di Fiuggi]], ripartiva e, dopo il bivio con la diramazione per Zagarolo Scalo, toccava [[Zagarolo]]. I grandiosi ruderi dell'[[acquedotti di Roma|acquedotto]] di [[Claudio]], accompagnavano il trenino in un tratto in sede propria verso [[Palestrina]] (antica [[Preneste]]) centro archeologico con i resti del [[Palestrina#Il Santuario della Fortuna Primigenia|santuario della Fortuna Primigenia]].
 
Da Palestrina, la linea ferroviaria, tra tornanti e viadotti sui [[monti Prenestini]], percorrendo la valle del fiume [[Sacco (fiume)|fiume Sacco]] raggiungeva [[Cave (Italia)|Cave]] e [[Genazzano]], ove si trovava uno dei tre depositi della linea (oggi utilizzato da vetture [[COTRAL]]) proseguendo verso la pianura di [[Olevano Romano]], [[Paliano]] e [[Serrone]]. La ferrovia accentuava poi la salita e costeggiando valloni con lo splendido panorama della valle sottostante del fiume Sacco raggiungeva [[Fiuggi]], l'importante stazione termale già nota all'epoca dei romani, dalla cui si distaccavano due rami per Fiuggi Fonte e Fiuggi Città. La linea ferroviaria proseguiva quindi verso [[Torre Cajetani]] e [[Trivigliano]] e raggiungeva [[Alatri]] - città conosciuta per l'[[acropoli di Alatri|acropoli]] e le mura poligonali di epoca preromana - con due brevi tratti in sede propria ed entrava a [[Frosinone]] con la stazione Madonna della Neve.
 
La linea, attraversando due gallerie, arrivava alla stazione di Frosinone Scalo, antistante la [[Stazione di Frosinone]] delle FS. In seguito al dissesto della volta della galleria Cavalli, nel [[1926]] viene costruita una variante da Madonna della Neve (nuova stazione) a Frosinone Scalo, senza fermate intermedie. Il tracciato tra il capolinea e la fermata di Sant'Antonio venne utilizzato come servizio urbano (la tratta tra Sant'Antonio e Madonna della Neve vecchia venne abbandonata), per poi costruire il capolinea nord della ferrovia urbana in Piazzale Vittorio Veneto. Sia il servizio extraurbano che quello urbano vennero soppressi nel [[1937]].