Annibale Caro: differenze tra le versioni

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Fu segretario dal [[1543]] di [[Pier Luigi Farnese]], primo [[Duchi di Parma|duca di Parma e di Piacenza]], finché questi non fu assassinato a [[Piacenza]] nel [[1547]]. In seguito, per intercessione dei [[cardinale|cardinali]] [[Ranuccio Farnese (cardinale)|Ranuccio Farnese]] e [[Alessandro Farnese il giovane|Alessandro Farnese]], figli del duca, gli fu riconosciuto nel [[1555]] il cavalierato dell'[[Cavalieri Ospitalieri|Ordine di San Giovanni di Gerusalemme]] e, con bolla papale, gli fu affidata la Commenda dei SS. Giovanni e Vittore in Selva a [[Montefiascone]].
 
Nel [[1557]] ebbe un'aspra polemica con [[Lodovico Castelvetro]]. Il Castelvetro aveva criticato la canzone del Caro ''Venite all'ombra de' gran gigli d'oro''; il Caro per un po' fece finta di non accorgersene ma, dopo esser stato sfidato in tutti i modi, mandò a stampa una mordace apologia. Il Castelvetro voleva a tal punto la rissa che si era offerto al Varchi di pagarne le spese di stampa. I dotti sono divisi sul merito della questione: il [[Benedetto Varchi|Varchi]] era tutto dalla parte del Caro, mentre il [[Lodovico Antonio Muratori|Muratori]] si sbraccia a dimostrare quanto il Castelvetro fosse erudito e le sue critiche dessero nel giusto; ma il Castelvetro era suo conterraneo. [[Antonfederigo Seghezzi]] cerca di mantenere una certa equidistanza tra le due posizioni. Eco di questa polemica in senso allegorico e stilistico giungerà in alcuni sonetti del giovane Leopardi.
 
Rimase al servizio del cardinale [[Alessandro Farnese il giovane|Alessandro Farnese]] dal [[1548]] al [[1563]], al quale suggerì i soggetti per gli [[affresco|affreschi]] del [[Palazzo Farnese (Caprarola)|Palazzo Farnese di Caprarola]].