La banalità del male: differenze tra le versioni

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Tra la conferenza di Wannsee e la fine delle deportazioni nei [[lager]], Eichmann perse le sue competenze in emigrazione, per diventare amministratore della macchina organizzativa: egli requisiva treni e pianificava gli spostamenti in base alla capacità dei campi di concentramento. Il suo primo incarico fu una prova di deportazione in un vecchio campo di concentramento nella Francia occupata, dove furono trasferiti circa 7000 ebrei. Eichmann in questa fase mitiga i propri sensi di colpa scaricando la responsabilità sui governi dell'Europa: secondo la sua visione, Hitler si è trovato costretto a questa scelta poiché nessuno Stato aveva accettato le masse ebraiche che Eichmann costringeva all'emigrazione, senza considerare che nessuno Stato avrebbe potuto accettare masse di apolidi senza alcun patrimonio: le leggi del [[Germania nazista|Reich]] prevedevano che un cittadino che avesse lasciato il territorio tedesco – senza inoltrare richiesta di visto – avrebbe automaticamente perso la cittadinanza; alla perdita della cittadinanza lo Stato era autorizzato a confiscarne i beni. Questo è il trucco burocratico che permetterà ai nazisti di ammassare ebrei nei campi (fuori dal territorio del Reich) e confiscarne ogni avere.
 
Nel giugno [[1943]], il Reich viene proclamato ''[[Pulizia etnica#Esempi storici|Judenrein]]''. Nel resto dell'Europa occidentale, le deportazioni procedettero in maniera disomogenea: la [[Francia]] del [[Governo di Vichy]] acconsentì alla deportazione di 100.000 ebrei stranieri, ma poiché l'antisemitismo qui era di natura [[Sciovinismo|sciovinista]], non fece altrettanto per gli ebrei francesi – sabotandone la deportazione in maniera simile a quella dei belgi: essi arrivarono a lasciare aperti i vagoni diretti verso i campi di concentramento, di modo che gli ebrei potessero fuggire senza che il [[Germania nazista|Reich]] potesse incolparli di tradimento (questo però non basterà a salvare oltre 25.000 ebrei). La [[Norvegia]] di [[Vidkun Quisling]] consegnò quasi tutti gli ebrei rimasti sul territorio (circa 7000), mentre la [[Danimarca]] fu l'esempio più lampante di come i gerarchi nazisti, secondo la [[Hannah Arendt|Arendt]], compissero il male semplicemente perché condizionati dalla società hitleriana: l'intero popolo danese si ribellavaribellò alle deportazioni, il re arrivò a mettere la fascia ebraica, i ministri minacciarono di presentare dimissioni se costretti a promulgare leggi razziali, e gli abitanti di [[Copenaghen]] organizzarono un'evacuazione con la [[Svezia]] – che proteggeva gli ebrei – pagando di tasca propria i costi per gli ebrei non abbienti. Ricondizionato dai lunghi anni trascorsi nella società danese, il comandante tedesco [[Werner Best]] – cui era stato ordinato di procedere alla deportazione forzata – proibì ai suoi uomini di violare qualsiasi proprietà privata, e sparse la voce dell'imminente rastrellamento per permettere agli ebrei di barricarsi nelle proprie case. Da questo paese furono deportati solo 470 ebrei.
 
Addirittura il re arrivò a mettere la fascia ebraica, i ministri minacciarono di presentare dimissioni se costretti a promulgare leggi razziali, e gli abitanti di [[Copenaghen]] organizzarono un'evacuazione con la [[Svezia]] – che proteggeva gli ebrei – pagando di tasca propria i costi per gli ebrei non abbienti. Ricondizionato dai lunghi anni trascorsi nella società danese, il comandante tedesco [[Werner Best]] – cui era stato ordinato di procedere alla deportazione forzata – proibì ai suoi uomini di violare qualsiasi proprietà privata, e sparse la voce dell'imminente rastrellamento per permettere agli ebrei di barricarsi nelle proprie case. Da questo paese furono deportati solo 470 ebrei.
 
L'Italia, invece, secondo l'autrice, fu ''doppiogiochista'', perché era il solo Stato la cui sovranità era rispettata dai tedeschi, e sebbene [[Benito Mussolini]] promulgasse [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]], queste esentarono (tuttavia solo inizialmente) ogni ebreo iscritto al partito fascista (inutile dire che l'iscrizione al partito era praticamente condizione necessaria, in quegli anni)<ref>Si veda: Decreto Legge del 17 novembre 1938-XVII, n.1728, ''Provvedimenti per la difesa della razza italiana''. Art. 10. I cittadini italiani di razza ebraica non possono: a) prestare servizio militare in pace e in guerra; b) esercitare l'ufficio di tutore o curatore di minori o di incapaci non appartenenti alla razza ebraica; c) essere proprietari o gestori, a qualsiasi titolo, di aziende dichiarate interessanti la difesa della Nazione, [...] e di aziende di qualunque natura che impieghino cento o più persone, né avere di dette aziende la direzione [...]; d) essere proprietari di terreni [...]; e) essere proprietari di fabbricati urbani [...].