Legame chimico: differenze tra le versioni

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Si ha un '''legame chimico''' quando una [[forza]] di natura [[elettrostatica]] tiene uniti più [[atomo|atomi]] in una [[specie chimica]] (''legami forti'', o ''primari ''o ''intramolecolari'') o più [[molecola|molecole]] in una sostanza allo [[stato condensato]] (''legami deboli'', o ''secondari ''o ''[[Legami intermolecolari|intermolecolari]]'').
 
I legami chimici "più forti" hanno un [[Energia di legame|contenuto energetico]] maggiore e sono più difficili da rompere, mentre i legami minori hanno un contenuto energetico minore e sono più facili da rompere. Da ciò deriva che le molecole che hanno al loro interno legami chimici più deboli sono più instabili.<ref>A tale proposito, un esempio è dato dalla molecola di [[etilene]] rispetto alla molecola di [[etano]]. Nel caso dell'etilene, i due atomi di [[carbonio]] sono legati da due legami: un [[legame σ]], più forte, e un [[legame π]], più debole. Nella molecola di etano invece i due atomi di carbonio sono legati da un singolo [[legame σ]]. Per questo motivo, la molecola di etilene è più instabile rispetto alla molecola di etano, in quanto in seguito a riscaldamento si ha l'apertura del [[legame π]], che è più debole.</ref>
In sicilia possiamo notare diversi legami chimici.
 
Inoltre tanto più un legame è forte, tanto minore è la [[lunghezza di legame|lunghezza del legame]], essendo la forza che tiene uniti gli atomi maggiore.<ref>Infatti il legame chimico funge da forza attrattiva, alla quale è contrapposta una forza di tipo repulsivo (che aumenta di intensità al diminuire della distanza), per cui la posizione reciproca degli atomi è una posizione di equilibrio data dall'azione contrastante delle due forze. Per approfondire: [[potenziale di Lennard-Jones]].</ref>
 
== Natura elettrostatica del legame chimico ==