Libro dell'Esodo: differenze tra le versioni

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L'intervento divino nella storia di Israele e la sua [[rivelazione]], intermediata dalla figura centrale di Mosè, culminano nel significato [[teologia|teologico]] della terra promessa quale dono di [[salvezza (Bibbia)|salvezza]] per la [[fede]] e l'[[obbedienza]] del popolo scelto da Dio.
 
Sul Monte Sinai Dio rivela a Mosè il proprio nome: il dialogo è sincero, diretto e personale: Dio è chiamato per nome e parla ai singoli chiamandoli per nome. Dio parla in prima persona, che come prima parola afferma "Io", di esistere non come un'idea filosofica astratta, ma come un ''[[Logos|Verbo]] vivente'':
{{quote|'''[[Io sono colui che sono]]'''|Esodo 3:13-14}},
presentandosi come colui la cui [[Essenza (filosofia)|Essenza]] (o natura) è l'[[essere]] stesso, non meglio qualificabile con aggettivi che possono appartenere soltanto a Dio ([[Onnipotenza|Onnipotente]], Eterno, [[Onniscienza|Onnisciente]], ecc.) ma non dicono rivelano mai veramente la sua natura.
 
== Note ==