Andrea (apostolo): differenze tra le versioni

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|ricorrenza= [[30 novembre]]
|attributi= Croce decussata, pesci, rete da pesca
|patrono di= [[Diocesi di Amalfi]]-[[Cava de' Tirreni]], [[Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza]], [[Grecia]], [[Romania]], [[Russia]], [[Scozia]], [[Alfero]] (FC), [[Amalfi]] (SA), [[Andrano]] (LE), [[Brunate]] (CO), [[Castelnuovo Don Bosco]] (AT), [[Chiusa]] (BZ), [[Crespadoro]] (VI), [[Curinga]] (CZ), [[Dugenta]] (BN), [[Empoli]] (FI), [[Gonnesa]] (CA), [[Gricignano d'Aversa]] (CE), Guardia Piemontese (CS), [[Meldola]] (FC), [[Giave]] (SS), [[Montecarlo]] (LU), [[Montespertoli]] (FI), [[Paliano]] (FR), [[Paolisi]] (BN), [[Pescorocchiano]] (Ri), [[Pienza]] (SI), [[Portogruaro]] (VE), [[Presicce]] (LE), [[Sant'Andrea Apostolo dello Ionio]] (CZ), [[Sant'Andrea di Conza]] (AV), [[Sarzana]] (SP), [[Sirignano]] (AV), [[Sommacampagna]] (VR), [[Suisio]] (BG), [[Tortolì]] (NU), [[Trequanda]] (SI), [[Trissino]] (VI), [[Levanto]] (SP)
[[Bordeaux]], [[Celle]] (Germania), [[Edimburgo]] (Scozia), [[Luneburg]] (Germania), [[Saint-Andrews]] (Scozia), [[Weissenburg di Baviera]] (Germania), [[Wolfenbuttel]] (Germania).
[[Fabbricanti di corde]], [[Paralitici]], [[Pescatori]], [[Pescivendoli]], Giovani donne che cercano marito.
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Nel VI secolo la reliquia di una mano e di un braccio di sant'Andrea fu donata a [[Venanzio di Luni|Venanzio]] vescovo di [[diocesi di Luni|Luni]] dal [[papa Gregorio Magno]], suo grande amico. È tradizione che in tale tempo, e con l'occasione del dono, sia stata costruita in [[Sarzana]] la [[Pieve di Sant'Andrea (Sarzana)|chiesa di Sant'Andrea]], che divenne la dimora della reliquia. Da quel giorno l'apostolo divenne il patrono della città. Tali reliquie si conservano al presente nella [[Concattedrale di Santa Maria Assunta (Sarzana)|cattedrale di Sarzana]]; essa era stata portata da [[Costantinopoli]] a [[Roma]] da un certo Andrea, maggiordomo dell'[[Impero bizantino|imperatore]] [[Maurizio (imperatore)|Maurizio]]<ref>http://www.cattedraledisarzana.it/main.php?m=4&s=200&l=: breve storia della reliquia di Sant'Andrea a Sarzana.</ref>. A [[Città di Castello]], nella chiesa di San Francesco, si conserva una reliquia dell'osso di un braccio, che una tradizione locale vuole donata da papa [[Celestino II]], nativo della città e già canonico della cattedrale, a un monastero locale dove viveva una sua sorella; nel XV secolo il comune fece realizzare un reliquiario in argento oggi nella Pinacoteca Comunale.
 
La testa del santo venne donata, insieme ad altre reliquie (un mignolo e alcune piccole parti della croce), da [[Tommaso Paleologo]], despota della Morea spodestato dai Turchi, a [[papa Pio II]] <ref>S. Ronchey, ''Andrea, il rifondatore di Bisanzio. Implicazioni ideologiche del ricevimento a Roma della testa del patrono della chiesa ortodossa nella settimana santa del 1462'', in M. Koumanoudi e C. Maltezou (a cura di), ''Dopo le due cadute di Costantinopoli (1204, 1453). Eredi ideologici di Bisanzio'', Atti del Convegno Internazionale di Studi (Venezia, 4-5 dicembre 2006), Venezia, Edizioni dell’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini, 2008, pp. 259-272</ref>nel [[1461]], in cambio dell'impegno per una crociata che avrebbe dovuto riprendere Costantinopoli. Il papa accettò il dono promettendo di restituire le reliquie quando la Grecia fosse stata liberata e ne inviò la mandibola custodita nell'antico reliquiario a [[Pienza]]. Per decisione di [[papa Paolo VI]] nel [[1964]] le reliquie conservate a Roma vennero inviate nuovamente a Patrasso all'interno dell'antico reliquiario bizantino, fino ad allora custodito nella cattedrale pientina; in cambio il Papa donò alla cattedrale di Pienza il busto-reliquiario della testa commissionato da Pio II a Simone di Giovanni Ghini per la [[basilica di San Pietro in Vaticano]]. Le reliquie rese sono a tutt'oggi custodite nella chiesa di sant'Andrea a Patrasso in una speciale urna e vengono mostrate ai fedeli in occasione della festa del 30 novembre.
 
La [[Chiesa di San Nicola (Gesualdo)|chiesa madre di San Nicola]] a [[Gesualdo (Italia)|Gesualdo]] conserva un presunto osso del braccio del santo. La reliquia custodita in una preziosa scultura d'argento fu donata alla Chiesa da Eleonora Gesualdo, badessa del celebre monastero del [[Abbazia del Goleto|Goleto]] in Irpinia, quando, verso la fine del Cinquecento, si trasferì a Gesualdo presso il fratello principe [[Carlo Gesualdo]].