Adam Ferguson: differenze tra le versioni

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A seguito delle sue dimissioni dalla cattedra di Edimburgo, Ferguson ebbe modo di dedicarsi alla revisione delle sue lezioni, che pubblicò nel 1792 con il titolo [[Principles of Moral and Political Science|''Principles of moral and political science'']]. L’opera è di carattere sociologico ed antropologico e segue un approccio di tipo empirico fondato sui dati dell'esperienza e della pratica e soprattutto sulla ricerca di prove concrete a sostegno delle affermazioni.
 
L’oggetto di analisi è la [[natura umana]]: così come [[Hobbes]] e Hume, Ferguson individua come strumento principale per il raggiungimento della perfezione e per il continuo progresso il principio dell’interesse e dell’utilità personale; il filosofo sostiene che gli individui non agiscano solo secondo il loro spirito egoistico, e quindi alla ricerca del raggiungimento dell’interesse personale, ma che invece siano attenti e interessati anche ai rapporti sociali. Si garantisce in questo modo il benessere sociale, e tali sentimenti risultano essere alla base della natura morale dell’uomo. Attraverso l’osservazione dei comportamenti dell’individuo appare evidente che egli, perseguendo i propri obiettivi egoistici, non giunge mai alla felicità o, nel caso in cui accada, questa dura per un brevissimo lasso di tempo; il vero obiettivo dell’individuo dovrebbe consistere infatti nel benessere della società, poiché è quello che porta alla felicità del singolo individuo e dell’umanità nel suo complesso.
 
All’età di 70 anni, con il progetto di pubblicare una nuova opera storica, visitò l’Italia e le principali città europee, dove fu ricevuto con i massimi onori e dove collaborò con i massimi studiosi dell’epoca, fra i quali Voltaire.