Raffaele Cadorna (1889-1973): differenze tra le versioni

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Comandante della scuola di applicazione di [[cavalleria]] di [[Pinerolo]] nel [[1942]], all'indomani dell'[[armistizio di Cassibile]], con il grado di [[generale di brigata]] alla testa della [[135ª Divisione corazzata "Ariete II"|Divisione Corazzata "Ariete II"]], fu incaricato di organizzare la resistenza alle forze di occupazione tedesche difendendo [[Roma]] dall'invasione nazista con le vittorie di Monterosi e Bracciano. Durante la lotta di [[Resistenza italiana|Resistenza partigiana]], nel luglio del [[1944]] assunse il comando del [[Corpo volontari della libertà]] il braccio militare della Resistenza avendo come vice Longo e Parri: coordinò la strategia militare della resistenza ed ordinò l'insurrezione del 25 aprile.
 
Il 14 giugno [[1945]] gli venne consegnato dal generale [[Willis D. Crittenberger|Willis Crittenberger]], comandante del IV Corpo d'Armata alleato, il [[Certificato al Patriota]], riconoscimento attribuito ai [[partigiano|partigiani]] che avevano contribuito alla lotta di [[Resistenza italiana|Liberazione]]<ref>[http://archivio.unita.it/archivio/navigatore.php?page=3&dd=15&mm=06&yy=1945&ed=nazionale&url=http://82.85.28.102/cgi-bin/showfile.pl?file=archivio/uni_1945_06/19450615_0003.pdf ''La consegna al gen. Cadorna del certificato di Partigiano'', in L'Unità, 15/6/1945.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304105816/http://archivio.unita.it/archivio/navigatore.php?page=3&dd=15&mm=06&yy=1945&ed=nazionale&url=http%3A%2F%2F82.85.28.102%2Fcgi-bin%2Fshowfile.pl%3Ffile%3Darchivio%2Funi_1945_06%2F19450615_0003.pdf |data=4 marzo 2016 }}</ref>. Poco dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale fu nominato [[capo di stato maggiore]] del [[Regio esercito]] (4 luglio [[1945]], ultimo ad avere tale incarico), confermato nel ruolo anche quando l'Italia diventò una [[Repubblica (forma statuale)|repubblica]].
 
Dimessosi dall'incarico di [[Capo di stato maggiore dell'Esercito italiano]] nel [[1947]] per divergenze con il [[Ministero della difesa]], nel [[1948]] fu eletto senatore come indipendente su lista della [[Democrazia Cristiana]]; fu presidente della commissione difesa e si ritirò nel [[1963]]. In quest'anno lanciò con [[Randolfo Pacciardi]], [[Tomaso Smith]], [[Alfredo Morea]], [[Mario Vinciguerra]], [[Ivan Matteo Lombardo]] ed altri il manifesto per l'Unione Democratica Nuova Repubblica che auspicava l'introduzione del presidenzialismo in Italia. Nel 1928 sposò donna Paola Greppi dei conti di Bussero e di Corneliano (figlia del Generale Edoardo), dalla quale ebbe quattro figli. Rimasto vedovo nel 1939, nel 1941 sposò la sorella minore della moglie, Cecilia Greppi, dalla quale ebbe due figli. Nelle biografie viene spesso riportato con l'appellativo di "Junior" per distinguerlo dal nonno [[Raffaele Cadorna (1815-1897)|Raffaele]], di cui era omonimo.