Fuorigioco (calcio): differenze tra le versioni
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Nel [[1924]], venne introdotto il concetto di fuorigioco passivo («Non è in fuorigioco il giocatore che non interferisce con un avversario o con il gioco»).<ref name=JulianCarosi>{{cita web|lingua=en|url=http://www.kenaston.org/download/KenAstonRefereeSociety/offside_history-JulianCarosi.pdf|titolo=The History of Offside|formato=PDF|pagina=6|autore=Julian Carosi|lingua=en}}</ref><ref>{{cita news|url=http://storiedicalcio.altervista.org/blog/fuorigioco_storia.html|titolo= Fuorigioco: l’evoluzione della regola|pubblicazione= storiedicalcio.altervista.org|data=2017}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.allfootball.it/news/4-8-2016/fuorigioco-e-tattica-due-storie-parallele|titolo=CALCIO: FUORIGIOCO E SCELTE TATTICHE|pubblicazione=AllFootball|autore=Gianluca Ciofi|data=04-08-2016}}</ref>
La modifica che più ha influenzato la storia del calcio (proposta per primo nel [[1925]] dall'allora tecnico del Newcastle) è senz'altro quella del [[1926]], con la quale si passò dal fuorigioco a 3 a quello a 2 giocatori. Questa variazione, volta ad aumentare la spettacolarità del gioco, sortì gli effetti desiderati e il numero di reti aumentò decisamente. Questa rivoluzione regolamentare ne determinò un'altra dal punto di vista tattico: l'esigenza di rafforzare la difesa spinse [[Herbert Chapman]], allenatore dell'
La formulazione della regola secondo cui un calciatore si trova in posizione di fuorigioco se una parte qualsiasi del suo corpo, escluse le braccia e le mani, è più vicina alla linea di porta avversaria sia rispetto al pallone sia rispetto al penultimo difendente, è recente, in quanto fino alla stagione [[Serie A 2004-2005|2004-05]] in [[Serie A]] era necessario che passasse una "luce" fra i due corpi, ovvero un calciatore si trovava in posizione di fuorigioco solamente se fra lui e il penultimo difendente passasse della luce, e quindi ci fosse dello spazio vuoto, ferma restando la distanza dell'attaccante rispetto alla linea di porta avversaria.
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