Santuario di Montevergine: differenze tra le versioni

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==Storia==
[[File:Montevergine 16.jpg|thumb|left|La statua di San Guglielmo]]
La storia del santuario di Montevergine è strettamente legata alla figura di [[Guglielmo da Vercelli]], un [[Monachesimo|monaco]] [[eremita]] vissuto tra l'[[XI secolo|XI]] e il [[XII secolo]], attratto dai pellegrinaggi nei luoghi della [[Cristianesimo|cristianità]]<ref name="Origini">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Storia/Origini-del-Santuario.aspx|titolo=Le origini del santuario|accesso=19-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120426142638/http://www.santuariodimontevergine.com/Storia/Origini-del-Santuario.aspx|dataarchivio=26 aprile 2012}}</ref>. Rientrato in [[Italia]] dopo un lungo viaggio a [[Santiago di Compostela]], decise di intraprendere un nuovo pellegrinaggio verso [[Gerusalemme]] ed al fine di prepararsi spiritualmente si rifugiò presso il monte Serico, ad [[Atella (comune)|Atella]], dove è protagonista della guarigione di un cieco<ref name="Nazareth">{{cita web|url=http://www.mariadinazareth.it/www2005/Apparizioni/Apparizione%20Montevergine.htm|titolo=Il santuario di Montevergine e Mercogliano|accesso=19-05-2011}}</ref>. Ripreso il viaggio verso la terra santa, giunge a [[Ginosa]], incontrandosi con [[Giovanni da Matera]], il quale gli consiglia di rinunciare al pellegrinaggio e di operare per il servizio divino nelle terre d'[[Civiltà occidentale|Occidente]]: Guglielmo rifiuta i consigli del santo e prosegue per il suo cammino fino a che non viene malmenato da un gruppo di briganti<ref name="Vita">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Storia/San-Guglielmo-da-Vercelli.aspx|titolo=La vita di San Guglielmo da Vercelli|accesso=19-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120503073347/http://www.santuariodimontevergine.com/Storia/San-Guglielmo-da-Vercelli.aspx|dataarchivio=3 maggio 2012}}</ref>. Ricordatosi delle parole di Giovanni e dopo una lunga riflessione spirituale, comprende la nuova strada da seguire, ossia quella di ritirarsi in solitudine e dedicarsi alla meditazione<ref name="Origini"/>. Giunto in [[Irpinia]], sente che la volontà di [[Dio]] è quella di farlo risiedere su un monte, oggi conosciuto come [[Montevergine (montagna)|Partenio]], ad una altitudine di oltre mille metri<ref>{{cita web|url=http://www.culturacampania.rai.it/site/it-IT/Patrimonio_Culturale/Musei/Scheda/mercogliano_santuario_di_santa_maria_di_montevergine.html|titolo=Informazioni sul santuario di Montevergine a Mercogliano|accesso=19-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100129060434/http://www.culturacampania.rai.it/site/it-IT/Patrimonio_Culturale/Musei/Scheda/mercogliano_santuario_di_santa_maria_di_montevergine.html|dataarchivio=29 gennaio 2010}}</ref>. Come ricordato in uno scritto si dice che:
 
{{citazione|Su quell’alta montagna, a 1270 metri sul mare, in una piccola conca creata dall’incontro di due opposti declivi di monti, si fa costruire una piccola cella, ed ivi per un anno rimane solo nella più assoluta solitudine, tutto dedito alla più alta contemplazione, a contatto con orsi e con lupi, che però non osano recargli alcun male<ref name="Nazareth"/>.}}
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Con il passare del tempo la fama di santità di Guglielmo aumentò sempre più, tanto che sul monte, spontaneamente, iniziarono ad arrivare uomini desiderosi di abbracciare uno stile di vita dedito alla preghiera e alla solitudine<ref name="Vita"/>: in poco tempo numerose celle, fatte per lo più con [[fango]] e [[Malta (materiale)|malta]], ospitarono numerosi monaci. Allo stesso tempo si decise anche la costruzione di una chiesa, consacrata nel [[1126]], dedicata alla Madonna, ma, contrariamente a quanto è spesso raccontato, non si verificò alcuna apparizione<ref name="Origini"/>: Guglielmo seguì soltanto la sua profonda devozione nei confronti della Vergine Maria. Ben presto i monaci di Montevergine si riunirono in una congregazione detta ''Verginiana''<ref name="Origini"/>, riconosciuta ufficialmente l'8 agosto [[1879]] da [[papa Leone XIII]]: nel corso dei secoli la congrega ha svolto servizio sia di evangelizzazione, utilizzando addirittura il dialetto locale pur di arrivare ai ceti più bassi della società, sia di cura dei malati, con la costruzione di numerosi nosocomi in [[Campania]] e nel resto del [[Mezzogiorno (Italia)|sud Italia]]. Dopo la morte di San Guglielmo, nel [[1142]]<ref name="Vita"/>, il santuario raggiunse il periodo di massimo splendore tra il [[XII secolo|XII]] ed il [[XIV secolo]], quando si arricchì di numerose opere d'arte e si espanse notevolmente grazie alle offerte di [[Feudatario|feudatari]], [[Papa|papi]] e [[re]]<ref name="Origini"/>: fu in questo periodo che venne donato il dipinto della Madonna, oggi venerato nella basilica cattedrale, ma anche numerose [[Reliquia|reliquie]], tra cui le [[Osso|ossa]] di [[San Gennaro]], che furono poi trasferite nel [[Cattedrale di Napoli|duomo]] di [[Napoli]] nel [[1497]]<ref name="Santi"/>.
 
Tra il [[1378]] ed il [[1588]] il santuario di Montevergine visse una profonda crisi sia dal punto di vista spirituale sia economico, accentuata da una [[commenda]] del [[1430]], che assegnava ad uomini senza alcun interesse cristiano le offerte deposte per l'abbazia. Dal [[1588]] fino all'inizio del [[XIX secolo]] la vita monastica scorse abbastanza tranquilla, anche se nel [[1611]] la [[foresteria]] fu gravemente danneggiata da un [[incendio]] e nel [[1629]] si assistette al crollo della navata centrale della chiesa<ref name="Origini"/>; dal [[1807]], anno in cui il corpo di San Guglielmo fu traslato dall'[[abbazia del Goleto]] a [[Sant'Angelo dei Lombardi]] a Montevergine, al [[1861]] un nuovo periodo di crisi mise seriamente a rischio la vita della congregazione stessa: il 28 maggio [[1868]] il consiglio di stato sancì che le abbazie non dovessero essere soggette ad alcun tipo di soppressione economica e quindi tutti i beni confiscati negli anni precedenti vennero nuovamente restituiti<ref name="Origini"/>; nello stesso anno il santuario fu dichiarato [[Monumenti nazionali italiani|monumento nazionale]]<ref name="Farmacia">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Loreto/Farmacia.aspx|titolo=La farmacia del palazzo abbaziale di Loreto|accesso=19-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120426142249/http://www.santuariodimontevergine.com/Loreto/Farmacia.aspx|dataarchivio=26 aprile 2012}}</ref>, mentre nel 1884 venne inaugurata la [[stazione meteorologica di Montevergine]]<ref>{{cita web|url=http://www.mvobsv.org/?page_id=64|titolo=La stazione meteorologica di Montevergine|sito=Mvobsv.org|accesso=5 dicembre 2015}}</ref>
 
All'inizio del [[XX secolo]] la situazione migliorò notevolmente ed il santuario ritornò a godere dell'antica fama, diventando uno dei più visitati del sud Italia: addirittura durante la [[seconda guerra mondiale]], precisamente dal [[1939]] al [[1946]], ospitò segretamente la [[Sindone di Torino|Sacra Sindone]] di [[Torino]]<ref>{{cita web|url=http://avellino.agendaonline.it/articoli/sindone.htm|titolo=La sacra Sindone a Montevergine|accesso=19-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110526040010/http://avellino.agendaonline.it/articoli/sindone.htm|dataarchivio=26 maggio 2011}}</ref>, fortemente voluta da [[Adolf Hitler]]. Notevoli furono le novità apportate in questo periodo, come la ristrutturazione della foresteria, del monastero e della basilica antica, l'apertura nel [[1956]] della [[Funicolare di Montevergine|funicolare]] che collegava il centro di [[Mercogliano]] al santuario in soli 7 minuti<ref name="Avellino">{{cita web|url=http://avellino.agendaonline.it/montevergine.htm|titolo=Il santuario della Mamma Schiavona|accesso=19-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100724180623/http://avellino.agendaonline.it/montevergine.htm|dataarchivio=24 luglio 2010}}</ref>, evitando ai pellegrini una strada stretta e tortuosa, precorsa all'epoca da carri trainati da [[mulo|muli]] o a piedi, l'inaugurazione della nuova basilica, progettata dall'Arch. [[Florestano Di Fausto]], nel [[1961]]<ref name="Cattedrale">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Basilica-Cattedrale.aspx|titolo=La basilica cattedrale|accesso=18-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120503074450/http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Basilica-Cattedrale.aspx|dataarchivio=3 maggio 2012}}</ref>, sul cui altare maggiore venne posto il quadro della Madonna; sempre agli [[Anni 1960|anni sessanta]] risalgono la [[cripta]], che contiene le spoglie di San Guglielmo, la sala degli [[ex voto]] ed un [[Museo abbaziale di Montevergine|museo]], riorganizzato secondo i moderni standard solo nel [[2000]], che raccoglie i numerosi reperti archeologici o gioielli ed opere d'arte portati dai pellegrini o ritrovati intorno al santuario; infatti in zona sorgeva, in [[Storia romana|epoca romana]], un [[Tempio romano|tempio]]<ref name="Nazareth"/> dedicato a [[Cibele]]<ref>{{Cita|Bourcard|pp. 130-131}}.</ref>. Oltre al complesso che sorge sul monte Partenio, appartiene al santuario anche il [[Palazzo abbaziale di Loreto]]<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Loreto/Palazzo-Abbaziale.aspx|titolo=Il palazzo abbaziale di Loreto|accesso=19-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120503074658/http://www.santuariodimontevergine.com/Loreto/Palazzo-Abbaziale.aspx|dataarchivio=3 maggio 2012}}</ref>, ubicato nel centro della città di [[Mercogliano]]. Al suo interno trovano sede una [[farmacia]] risalente al [[1753]]<ref name="Farmacia"/> ed una [[Biblioteca Territoriale Diocesana di Montevergine|biblioteca]]<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Biblioteca/Biblioteca.aspx|titolo=La biblioteca del palazzo abbaziale di Loreto|accesso=19-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120503074519/http://www.santuariodimontevergine.com/Biblioteca/Biblioteca.aspx|dataarchivio=3 maggio 2012}}</ref>. Il 25 giugno [[2012]], dopo un accurato [[restauro]], il quadro della Madonna è stato nuovamente collocato all'interno della Basilica antica, nella [[cappella]] dedicata al [[Crocifisso]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilciriaco.it/attualita/news/?news=20478|titolo=Il restauro del quadro|accesso=26-06-2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131220040041/http://www.ilciriaco.it/attualita/news/?news=20478|dataarchivio=20 dicembre 2013}}</ref>.
 
==Struttura==
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Il [[soffitto]] è a [[Cassettone|cassettoni]] con rifiniture in [[oro]] zecchino<ref name="Avellino"/>, mentre la pavimentazione è in [[granito]] semilucido. Le finestre del tiburio sono ornate da vetrate rappresentanti ''Angeli'' realizzate da Amalia Panigati, cui si devono anche le croci dei matronei simboleggianti gli ''Evangelisti''.<ref>A. Polidoro, ''Di Fausto architetto e politico'', in “Corriere (dell'Irpinia)”, a. XI, n. 57, 27 febbraio 2011, p. 26.</ref> Dalla navata di sinistra si accede ad una sorta di [[cappella]] laterale chiamata della Penitenziaria, mentre sul fondo della navata destra si ha l'accesso alla basilica vecchia tramite un portale in [[Arte gotica|stile gotico]], risalente al [[XIII secolo]], nel cui [[Timpano (architettura)|timpano]] è affrescato la discesa dello [[Spirito Santo]] sugli [[Apostolo|Apostoli]] e Maria Santissima durante la prima [[pentecoste]] cristiana<ref name="Cattedrale"/>.
 
Vicino alla nuova basilica, il [[campanile]], inaugurato nel [[1925]], anche se parte della facciata era stata già completata nel [[1901]]: alto circa 80 metri e rivestito di granito bianco e grigio, la parte inferiore si presenta in [[Ordine ionico|stile ionico]] con tre arcate decorate da [[colonna|colonne]], mentre la parte superiore, dove è posta anche la loggia papale, protetta da una [[parapetto]] in marmo, è in [[Ordine corinzio|stile corinzio]]; internamente è diviso in cinque piani e sulle pareti esterne sono presenti alcuni decorazioni come angeli trombettieri ed una raffigurazione in marmo del [[Sacro Cuore di Gesù]], alta sei metri<ref>{{cita web|url=http://www.pietrelcinanet.com/turismo_religioso/montevergine/index.htm|titolo=Il campanile della basilica|accesso=19-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111005183056/http://pietrelcinanet.com/turismo_religioso/montevergine/index.htm|dataarchivio=5 ottobre 2011}}</ref>.
 
Sui due matronei ai lati dell'[[abside]], si trova l'[[organo a canne]] [[Mascioni]] ''opus 1042''<ref>{{cita web|url=http://www.mascioni-organs.com/databnuovi/1042.pdf|titolo=L'organo Mascioni della basilica cattedrale|accesso=29-10-2012}}</ref>, costruito nel [[1981]]. Lo strumento, a [[sistema di trasmissione (organo)|trasmissione elettrica]], ha tre tastiere di 61 note ciascuna e [[pedaliera|pedaliera concavo-radiale]] di 32 note.
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===Basilica antica===
[[File:Montevergine 8.jpg|thumb|La basilica antica]]
Della basilica antica, risalente al [[1126]], prima in stile romanico<ref name="Santi"/>, poi rimaneggiata in gotico, non rimane nulla: crollata nel [[1629]], fu ricostruita nel [[1645]] su progetto dell'architetto Giacomo Conforti. L'ingresso alla chiesa è dato da un'ampia [[scala (architettura)|scalinata]] angolare che da direttamente nel [[cortile]] del monastero ed è sormontata da un portale in ferro, opera della [[fonderia]] De Lamorte di Napoli<ref name="Antica">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Basilica-Antica.aspx|titolo=La basilica antica|accesso=18-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120426142603/http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Basilica-Antica.aspx|dataarchivio=26 aprile 2012}}</ref>, realizzato nel [[1885]], in stile gotico: superato l'ingresso si accede ad un [[Atrio (architettura)|atrio]] coperto, per poi entrare direttamente nel tempio. La chiesa è a navata unica, pavimentata in marmo ed è delimitata su ogni lato da tre grosse arcate, segno delle passate navate laterali, oggi chiuse; nella basilica antica sono poste sei lapidi in marmo che rievocano rispettivamente la storia del santuario, un ringraziamento a Leone XIII, le visite di [[Umberto I d'Italia|Umberto di Savoia]], il pellegrinaggio di [[Vittorio Emanuele III d'Italia|Vittorio Emanuele III]] del 28 agosto [[1936]], al ripristino della diocesi di Montevergine e a [[Francesco I delle Due Sicilie|Francesco I]]<ref name="Antica"/>.
 
L'altare maggiore è adornato con tarsi di scuola napoletana, a cui si mischiano elementi tipici dell'[[Arte islamica|arte araba]]: nella parte centrale è posta la statua in marmo della Madonna delle Grazie, mentre ai suoi lati le statue, sempre in marmo, di San Guglielmo e [[Benedetto da Norcia|San Benedetto]]<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Altare-Maggiore.aspx|titolo=L'altare maggiore della basilica antica|accesso=18-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120415134702/http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Altare-Maggiore.aspx|dataarchivio=15 aprile 2012}}</ref>; di notevole fattura anche i [[Candelabro|candelabri]] simili ad angeli, risalenti al [[1888]] e realizzati per sostituire quelli originali in legno. Alle spalle dell'altare, il coro in legno di noce, realizzato da Benvenuto Tortelli nel [[1573]] e caratterizzato da colonnine, [[putto|putti]] intarsiati sui braccioli e l'Angelo con l'[[aspersorio]] sotto l'inginocchiatoio centrale<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Coro.aspx|titolo=Il coro della basilica antica|accesso=18-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120415134221/http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Coro.aspx|dataarchivio=15 aprile 2012}}</ref>; chiude la chiesa un organo di Vincenzo Benvenuti realizzato nel [[1896]]<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Organo.aspx|titolo=L'organo della basilica antica|accesso=18-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120426141838/http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Organo.aspx|dataarchivio=26 aprile 2012}}</ref>.
[[File:Cappella della Madonna di Montevergine.jpg|thumb|left|La cappella della Madonna]]
Sul lato destro si apre una cappella dedicata al [[Santissimo Sacramento]], al cui interno è custodito un [[baldacchino]] risalente al [[XIII secolo]], in stile romanico, con intarsi in [[Cosmati|cosmatesco]], dono di [[Maria d'Ungheria (1257-1323)|Maria d'Ungheria]] o del figlio [[Carlo Martello d'Angiò|Carlo Martello]]: quattro [[Panthera leo|leoni]] in marmo sorreggono le quattro colonne decorate con un'alternanza in bianco e in rosso che raffigurano simbolicamente i quattro affluenti del [[Danubio]]; sull'[[architrave]], oltre a due statue che reggono il [[turibolo]] e l'aspersorio, altre otto piccole colonne reggono la [[cupola]]. Sotto al baldacchino, la custodia decorata con angeli che sostengo il [[ciborio]], opera di Luigi III De Capua e risalente alla fine del [[XV secolo]]<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Baldacchino.aspx|titolo=Il baldacchino della basilica antica|accesso=18-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120503073318/http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Baldacchino.aspx|dataarchivio=3 maggio 2012}}</ref>. All'interno della cappella si trova anche un [[organo a canne]], costruito alla fine del [[XIX secolo]] da [[Fedeli (organari)|Zeno Fedeli]]<ref>{{cita web|url=http://www.michelotto-organi.com/it_dett.php?id=133#|titolo=L'organo Fedeli della cappella del Santissimo Sacramento|accesso=13 aprile 2013}}</ref>; a [[sistema di trasmissione (organo)|trasmissione mista]], meccanica per i manuali e il pedale, pneumatico-tubolare per i registri, ha un'unica tastiera di 56 note e una [[pedaliera|pedaliera dritta]] di 27 note priva di registri propri.
 
Un'altra cappella fu edificata intorno al [[XIII secolo]] da [[Filippo I d'Angiò]]: in origine ospitava il quadro della Madonna, fino al 25 novembre [[1960]], quando fu spostato nella Basilica Cattedrale e quindi convertita al culto del Crocifisso; tuttavia, il 25 giugno [[2012]], è tornata ad ospitare l'effigie della Vergine. L'altare della cappella risale al [[1628]] ed è sormontato da due colonne, al cui centro era posto un crocifisso del [[XVIII secolo]], sostituito poi dalla [[Pittura su tavola|tavola]] della Madonna; ai lati delle colonne le raffigurazioni di [[Matteo apostolo ed evangelista|Matteo]] e [[Luca evangelista|Luca]]. La volta è decorata con dipinti di [[Vincenzo Volpe (pittore)|Vincenzo Volpe]], raffiguranti Maria Bambina, l'[[Assunzione di Maria|Assunta]] e l'[[Immacolata Concezione|Immacolata]]: dello stesso autore anche altri dipinti posti sul lato destro della cappella tra cui l'Apparizione del Salvatore a San Guglielmo; di pregevole fattura anche il monumento funebre di [[Caterina II di Valois]], moglie di [[Filippo I d'Angiò|Filippo d'Angiò]] e i suoi due figli [[Luigi di Taranto|Luigi]] e Maria<ref>{{cita web|url=https://archive.org/stream/montevergineguid00romaiala#page/66/mode/2up|titolo=Montevergine: guida-cenni|accesso=18 giugno 2016}}</ref>. Tra le altre opere presenti nella cappella una nicchia in marmo dove sono conservate le spoglie dell'abate Guglielmo De Cesare, raffigurazioni di [[Bernardo di Chiaravalle|San Bernardo di Chiaravalle]], [[Anselmo d'Aosta|Sant'Anselmo d'Aosta]] ed una tela della [[Nascita di Gesù|Natività]]<ref name="Cappelle">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Cappelle.aspx|titolo=Le cappelle dalla basilica antica|accesso=18-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120503073440/http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Cappelle.aspx|dataarchivio=3 maggio 2012}}</ref>.
 
Altra cappella è quella della Schiodazione, così chiamata per la presenza, in origine, di una tela del [[XVII secolo|'600]] del [[Pieter Paul Rubens|Rubens]], andata perduta a seguito della sostituzione con una dell'[[XIX secolo|800]] del Serbucci<ref name="Cappelle"/>.
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===Cripta San Guglielmo e sala ex voto===
[[File:GuglielmoMontevergine.jpg|thumb|Cripta di San Guglielmo]]
La cripta di San Guglielmo fu consacrata nel [[1963]] ed è divisa in tre navate: in quella centrale, sotto l'altare maggiore, è posto il [[sarcofago]] con le spoglie del santo e decorato con scene salienti della sua esistenza terrena. Nelle navate laterali si aprono otto cappelle, quattro su ogni lato, dedicate rispettivamente a [[Papa Eleuterio|Sant'Eleuterio]] e Sant'Antia, [[Giuliana di Nicomedia|Santa Giuliana]] e [[Faustina di Cizico|Santa Faustina]], [[Costanzo di Perugia|San Costanzo]] e San Deodato, [[Barbato di Benevento]] e San Massimo, [[Claudio, Ilaria, Giasone e Mauro|San Giasone e San Mauro]], [[Mercurio di Cesarea|San Mercurio]] e [[San Potito]], Sant'Ermolao e San Modesto, San Vittore e [[Prisco di Nocera|San Prisco]]. Sempre nelle cripta, raccolte in alcune urne e collocate sui muri, le [[Reliquia|reliquie]] raccolte negli anni nel santuario di Montevergine<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Cripta-di-San-Guglielmo.aspx|titolo=La cripta di San Guglielmo|accesso=18-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120415134732/http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Cripta-di-San-Guglielmo.aspx|dataarchivio=15 aprile 2012}}</ref>.
 
Nell'anno in cui fu inaugurata la nuova basilica, ossia il [[1961]], fu costruita anche una sala dove poter accogliere i numerosi [[ex voto]] portati dai pellegrini e che erano raccolti, fino all'anno prima, nelle vicinanze del quadro della Madonna. Nei pressi della sala è inoltre posto il corpo del Beato Giulio, monaco di Montevergine, così chiamato dai credenti ma ancora non riconosciuto dalla chiesa: la particolarità della sua salma, custodita in un'urna di bronzo, è quella di essere ancora in un buona condizioni senza alcun trattamento dalla sua morte, avvenuta nel [[1601]]<ref name="Avellino"/>, e a cui i fedeli attribuiscono numerosi miracoli<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Sala-Ex-Voto.aspx|titolo=La sala ex voto|accesso=18-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120415134309/http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Sala-Ex-Voto.aspx|dataarchivio=15 aprile 2012}}</ref>.
 
==Folclore==
[[File:Montevergine 12.jpg|thumb|left|La scala d'accesso alla basilica antica]]
I pellegrinaggi a Montevergine sono una tradizione molto radicata non solo in [[Campania]], ma anche in tutto il resto del [[Mezzogiorno (Italia)|sud Italia]]: le prime testimonianze di salite al monte Partenio si hanno già all'epoca di Guglielmo da Vercelli quando piccole comunità di persone giungevano alla chiesa soprattutto per conoscere il virtuoso santo; nel [[1139]], in un documento, si narra di pellegrinaggi per invocare la grazia divina e il 12 settembre [[1263]], [[papa Urbano IV]], afferma come la zona di Montevergine sia diventato un importante centro di preghiera<ref name="Pellegrinaggi">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Madonna/Pellegrinaggi.aspx|titolo=I pellegrinaggi a Montevergine|accesso=19-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120415134631/http://www.santuariodimontevergine.com/Madonna/Pellegrinaggi.aspx|dataarchivio=15 aprile 2012}}</ref>. Il costante flusso di pellegrini portò negli anni a dei benefici anche a valle, tanto che nella zona furono costruiti numerosi [[ostello|ostelli]]: oggi questo luogo prende il nome di [[Ospedaletto d'Alpinolo]], derivando proprio dall'elevato numero di centri di accoglienza<ref name="Pellegrinaggi"/>.
 
I pellegrinaggi svolti in epoca passata, sia in carrozza sia con carro, cavallo o a piedi<ref>{{Cita|Bourcard|p. 132}}.</ref>, erano caratterizzati dal digiuno o dall'astinenza dalle carni, uova e formaggi; altra tradizione voleva che a recarsi in pellegrinaggio fossero donne o ragazze non ancora sposate, le quali durante la salita verso il monte intrecciavano dei rami di [[Genisteae|ginestra]], promettendo alla Madonna di tornare l'anno successivo e di sciogliere il nodo in compagnia dello sposo o ancora che ragazzine molto giovani andassero scalze al santuario per conto di terzi per ringraziare la Vergine per la grazie ricevuta. Durante la discesa gli uomini erano soliti svolgere una corsa su carri, chiamata ''recanata'', mentre le donne intonavano canti popolari<ref name="Pellegrinaggi"/>.
 
Altra festività sentita nel culto della Madonna di Montevergine, chiamata anche ''Mamma Schiavona''<ref name="Avellino"/>, è quella della [[Candelora]]<ref name="Candelora">{{cita web|url=http://www.incampania.com/turismo.cfm?Menu_ID=183&Sub_ID=218&Info_ID=3782|titolo=La festa della Candelora|accesso=19-05-2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101227145353/http://incampania.com/turismo.cfm?Menu_ID=183|dataarchivio=27 dicembre 2010}}</ref>: si narra che nel [[1200]], durante una bufera di neve, una coppia di amanti omosessuali fosse stata scoperta ed imprigionata ad un albero sul monte con delle lastre di ghiaccio: per intercessione della Vergine, un improvviso raggio di sole colpì la lastra, sciogliendola e salvando i due innamorati<ref name="Candelora"/>: da quel giorno, ogni anno, in occasione di tale festività, [[gay]], [[Lesbismo|lesbiche]] e [[Transessualità|transessuali]], rendono omaggio alla Mamma Schiavona con un pellegrinaggio al santuario, chiamata ''juta dei femminielli''<ref name="Candelora"/>, per poi partecipare, insieme agli altri pellegrini, alle danze, soprattutto [[Tammorra|tammorriate]]<ref name="Candelora"/>, che si svolgono nel piazzale antistante. Il santuario di Montevergine è inoltre anche accostato, gia dalla metà dall'Ottocento<ref>{{Cita|Bourcard|p. 133}}.</ref>, alla vendita di [[Torrone|torroni]], [[nocciola|nocciole]] e cesti di [[Vimine|vimini]] realizzati in loco<ref>{{cita web|url=http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/tradizionali/torrone-ospedaletto.htm|titolo=Il torrone di Montevergine|accesso=19-05-2011}}</ref>.
 
==Note==