Pusterla delle Azze: differenze tra le versioni

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Sorgeva in uno spazio corrispondente agli attuali ''piazzale Marengo'', ''via Lanza'' e ''via Tivoli''<ref>AAVV, ''Là dove c'era... Ora c'è. Alla scoperta della città che cambia volto'', Edizioni Meravigli - Libreria Milanese, Milano, 2012</ref>, che sarebbe poi stato inglobato dalle successive fortificazioni del [[Castello Sforzesco]], scomparendo definitivamente con una sorte analoga a quanto accaduto alla vicina [[Porta Giovia]].
 
Della pusterla già da allora non è rimasta più traccia, neppure sui documenti, né si è giunti a una spiegazione attendibile riguardo alla sua denominazione. Una possibile ricostruzione vedrebbe nelle vicinanze della pusterla la presenza di una piazza, di una contrada o di un borgo detto ''delle Azze'', presumibilmente abitato da ''azzaioli'' (acciaioli), che qui svolgevano le proprie attività nelle proprie botteghe.
 
Secondo alcuni<ref>Ferdinando Zanzottera, ''Storia, arte e tradizione'', in Maria Antonietta Crippa, Ferdinando Zanzottera, ''Le porte di Milano'', Strenna Istituto Gaetano Pini, Milano, 1999</ref> questi artigiani producevano ''azze'' o ''acce'' (asce) servendosi delle acque del [[Nirone (torrente)|Nirone]], che scorreva non distante. Secondo altri il termine ''azze'' potrebbe derivare dalle lame delle mazze, o anche da un'ipotetica famiglia chiamata ''Azzi'', magari appartenente alla corporazione degli ''azzaioli''.