EC Comics: differenze tra le versioni

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==Storia==
Conosciuta in precedenza come '''Educational Comics''', era proprietà di [[Max Gaines]], che pubblicò ''Picture Stories from the Bible'' (storie a vignette dalla bibbia) e biografie a fumetti di figure importanti della scienza e della storia.<ref name=":0" /> Un decennio più tardi, Max Gaines venne considerato uno dei pionieri dei fumetti in forma di albo o [[comic book]] sul quale venivano ripubblicate le [[striscia a fumetti|strisce a fumetti]] - già apparse sui quotidiani - rimontate in formato di 64 pagine ottenuto dalla piegatura di un unico foglio di stampa e ottenendo l’albo a fumetti come lo conosciamo oggi. Il comic book si otteneva piegando due volte a metà il supplemento domenicale del quotidiano otto pagine e aggiungendo poi una copertina a due di tali fascicoli. Gaines fece esordire in questo formato, nel 1933, la serie [[Famous Funnies|''Famous Funnies: a Carnival of Comics'']], dimostrando che, nonostante la compresenza sui quotidiani, i fumetti venivano acquistati anche in questo formato che riproponeva le serie a strisce. Anche altri editori seguirono presto la strada indicata, come la DC Comics, allora National Allied Publishing, che iniziò le proprie pubblicazioni con ''[[NewMore Fun Comics|''New Fun'']]'', nel 1935.<ref name=":0" />
 
A partire dalla fine degli anni quaranta, l'industria dei fumetti divenne bersaglio di critiche per il loro contenuto e gli effetti potenzialmente dannosi sui bambini a seguito della pubblicazione nel 1948 di due articoli del dr. [[Fredric Wertham]], "''Horror in the Nursery''" (in [[Collier's Weekly|''Collier's'']]) e "''The Psychopathology of Comic Books''" (nell'''American Journal of Psychotherapy''). Come conseguenza venne formata la [[Association of Comics Magazine Publishers]], un gruppo costituito da editori che però si rivelò inefficace. La CE lasciò l'associazione nel 1950 a seguito di una discussione di Gaines con il suo direttore esecutivo, Henry Schultz. Nel 1954, solo tre editori di fumetti erano ancora membri, e Schultz ammise che il marchio dell'associazione sui fumetti era privo di significato.<ref>Diehl, p. 83</ref>