Famous Funnies: differenze tra le versioni

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== Storia editoriale ==
La [[Dell Publishing]] nel 1929 pubblicò un periodico di 16 pagine, su carta da giornale in quadricromia, con materiale originale in stile fumetto intitolato ''The Funnies''<ref>Questo non deve essere confuso con il successivo libro di fumetti omonimo di Dell, che iniziò la pubblicazione nel 1936.</ref> e descritto dalla [[Biblioteca del Congresso]] come «un inserto in formato [[tabloid]] di breve durata»<ref>{{cite web|publisher=[[U.S. Library of Congress]]: "American Treasures of the Library of Congress" exhibition|url=http://www.loc.gov/exhibits/treasures/tri046.html|title=''The Funnies''|archiveurl=https://web.archive.org/web/20090907062851/http://www.loc.gov/exhibits/treasures/tri046.html|archivedate=September 7, 2009|deadurl=bot: unknown|df=}} Additional .</ref>. Lo storico [[Ron Goulart]] lo descrive «più come la sezione domenicale dei giornali dedicata ai fumetti - senza il giornale - che un vero e proprio comic book»<ref name="ron">{{cite book|last=Goulart|first=Ron|authorlink=Ron Goulart|chapter=The Funnies: I|title=Comic Book Encyclopedia|publisher=[[HarperCollins|Harper Entertainment]]|location=New York|year=2004|isbn=978-0060538163|page=163}}</ref>. Fu seguito nel 1933 da [[Funnies on Parade|''Funnies on Parade'']] della Eastern Colour, un tabloid stampato in modo simile ma di sole otto pagine<ref name="brown">Brown, Mitchell. [https://web.archive.org/web/20030224164555/http://www.geocities.com/mbrown123/greatest_comics/funniesonparade.html "The 100 Greatest Comic Books of the 20th Century: ''Funnies on Parade''"] (Internet archive link)</ref> e composto da diverse strisce a fumetti in concessione dal McNaught Syndicate ristampate a colori. Venne inviato gratuitamente come articolo promozionale ai consumatori che avevano spedito i tagliandi ritagliati dai prodotti della [[Procter & Gamble]].
 
L'idea di proporre alle aziende la diffusione di opuscoli di fumetti promozionali per i clienti venne a Harry I. Wildenberg all'inizio del 1933. Il direttore delle vendite della Eastern Color era ben consapevole dell'attrattiva dei fumetti suscitata nei lettori di giornali. A maggio, la compagnia petrolifera [[Gulf Oil]], diffuse su suo consiglio, tre milioni di copie del ''Gulf Oil Weekly'', un tabloid promozionale con quattro pagine di fumetti inediti che si rilevò un successo.<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Jean-Paul Gabilliet|titolo=Des comics et des hommes. Histoire culturelle du comic books aux États-Unis|anno=2005|editore=Éditions du Temps|p=30}}</ref> Ispirati da questo, Max Gaines, che aveva lavorato come rappresentante alla Eastern Color, convinse la [[Procter & Gamble]] a offrire ai propri clienti un libretto contenente ristampe di fumetti da ricevere a seguito dell'invio dei tagliandi stampati sulle confezioni dei loro prodotti<ref name=":0" />. Quindi a ''The Funnies'' seguì nel 1933 [[Funnies on Parade|''Funnies on Parade'']] della Eastern Colour, un tabloid stampato in modo simile ma di sole otto pagine<ref name="brown">Brown, Mitchell. [https://web.archive.org/web/20030224164555/http://www.geocities.com/mbrown123/greatest_comics/funniesonparade.html "The 100 Greatest Comic Books of the 20th Century: ''Funnies on Parade''"] (Internet archive link)</ref> e composto da diverse strisce a fumetti in concessione dal McNaught Syndicate ristampate a colori.
 
Wildenberg, nel frattempo, aveva avuto l'idea di stampare un opuscolo nel formato di mezza pagina di tabloid (22x28 cm), dopo aver constatato che le pagine degli inserti domenicali potevano essere stampate in questo formato che la sua compagnia aveva usato come supplemento promozionale del Philadelphia Public Ledger<ref name=":1">{{Cita libro|autore=Mike Benton|titolo=The Comics Book in America. An Illustrated History|anno=1989|editore=Taylor Publishing Company|città=Dallas|p=15}}</ref>. Venne inviato gratuitamente come articolo promozionale ai consumatori che avevano spedito i tagliandi ritagliati dai prodotti della Procter & Gamble. L'operazione fu un grande successo e le 10.000 copie di [[Funnies on Parade|''Funnies on Parade'']] furono presto esaurite<ref name=":1" />.
 
Gaines e Wildenberg decisero quindi di riprovare l'operazione su scala più ampia e, collaborando con la Dell, dopo aver persuaso altre aziende (Canada Dry, Kinney Shoes, Milk-O-Malt, Wheatena, ecc.) a comprarle da loro, stamparono 100.000 copie di ''Famous Funnies: A Carnival of Comics'', un opuscolo di 36 pagine<ref name=":1" /> che includeva tavole di Mutt e Jeff, Joe Palooka, Dixie Dugan, Harry Hairbreadth e Connie tra gli altri. La tiratura andò rapidamente esaurita.
 
Sempre nel 1933, il venditore della East Colour, [[Max Gaines|Maxwell Gaines]], e il direttore delle vendite, Harry I. Wildenberg, collaborarono con la Dell per pubblicare ''Famous Funnies: A Carnival of Comics'', un albo unico di 36 pagine,è oggi considerato dagli storici il primo vero fumetto americano; Goulart, a esempio, lo definisce "la pietra angolare per uno dei rami più redditizi dell'editoria periodica"<ref>"the cornerstone for one of the most lucrative branches of magazine publishing"</ref>.<ref>Goulart, "Famous Funnies", p. 144.</ref><ref>[http://www.comics.org/details.lasso?id=75 ''Famous Famous - Carnival of Comics''] at the [[Grand Comics Database]]</ref> Venne distribuito attraverso la catena di grandi magazzini Woolworths, sebbene non sia chiaro se sia stato venduto o regalato; la copertina non indicava alcun prezzo, ma Goulart riferisce, sia metaforicamente che letteralmente, di Gaines che attaccava un adesivo con indicato il prezzo di dieci centesimi sugli albi.<ref name="goulart145">Goulart, "Famous Funnies", p. 145.</ref>
 
Nei mesi seguenti, Gaines e Wildenberg pubblicarono altri due opuscoli di questo tipo: ''Century of Comics'', cento pagine a 250.000 copie, seguito poi da Skippy's Own Book of Comics da 52 pagine a 500.000 copie<ref>{{Cita libro|autore=Mike Benton|titolo=The Comics Book in America. An Illustrated History|anno=1989|editore=Taylor Publishing Company|p=16}}</ref>.
Venne distribuito attraverso la catena di grandi magazzini Woolworths, sebbene non sia chiaro se sia stato venduto o regalato; la copertina non indicava alcun prezzo, ma Goulart riferisce, sia metaforicamente che letteralmente, di Gaines che attaccava un adesivo con indicato il prezzo di dieci centesimi sugli albi.<ref name="goulart145">Goulart, "Famous Funnies", p. 145.</ref>
 
Nei mesi seguenti, Gaines e Wildenberg pubblicarono altri due opuscoli di questo tipo: ''Century of Comics'', cento pagine a 250.000 copie, seguito poi da Skippy's Own Book of Comics da 52 pagine a 500.000 copie<ref>{{Cita libro|autore=Mike Benton|titolo=The Comics Book in America. An Illustrated History|anno=1989|editore=Taylor Publishing Company|p=16}}</ref>. Il primo ''Famous Funnies'' fu quindi il secondo albo pubblicato nel formato comic book, pur rimanendo un album pubblicitario.
 
Gaines convinse il presidente della Eastern Colour, Geroge Janosik, a trovare una casa editrice per vendere questi opuscoli direttamente in edicola.<ref name=":3">{{Cita libro|autore=Jean-Paul Gabilliet|titolo=Des comics et des hommes. Histoire culturelle du comic books aux États-Unis|anno=2005|editore=Éditions du Temps|p=31}}</ref> Janosik ricordò che aveva stampato nel 1930 gli ultimi numeri di ''The Funnies'', un mensile che ristampava le tavole domenicali nel formato tabloid pubblicato dalla Dell Publishing 7.<ref name=":2">{{Cita libro|autore=Mike Benton|titolo=The Comics Book in America. An Illustrated History|anno=1989|editore=Taylor Publishing Company|città=Dallas|p=17}}</ref> Janosik convinse il capo di Dell, George T. Delacorte e le 35.000 copie di ''Famous Funnies'' serie I, che Delacorte - ancora scottato dal fallimento di ''The Funnies'' in edicola - decise di vendere nei grandi magazzini, furono presto esaurite.<ref name=":2" /> Tutte le sessantotto pagine riprendevano i contenuti di ''Funnies on Parade'' e di ''Famous Funnies: A Carnival of Comics''<ref name=":2" />.