Quinto Cecilio Metello Numidico: differenze tra le versioni

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Intraprese dunque la carriera politica. Fu questore nel 126, tribuno nel 121, edile nel 118, [[Pretore (storia romana)|pretore]] nel [[115 a.C.]]; l'anno successivo fu nominato governatore della Sicilia.
 
Eletto console nel [[109 a.C.]] venne inviato dal Senato in [[Numidia]], dove condusse tre spedizioni contro [[Giugurta]]. In quel frangente si accese la rivalità con [[Gaio Mario]], sostenuto dai ''populares''. Dopo essere uscito vincitore dalla [[battaglia di Muthul]] tornò a [[Roma]], dove nel [[106 a.C.]] celebrò il trionfo e assunse il soprannome di Numidico.<small></small> Nel [[102 a.C.]] fu eletto [[Censore (storia romana)|censore]]<ref name="Gellio" /> insieme al cugino [[Gaio Cecilio Metello Caprario]]. Ricordato anche per avere provato a preservare l'istituto del matrimonio nella società romana,<ref>[[Aulo Gellio]], [[Noctes Atticae]], [https://la.wikisource.org/wiki/Noctes_Atticae/Liber_I#6 I, 6, 2]</ref> tentò di espellere dal Senato senza successo [[Lucio Appuleio Saturnino]], che per vendetta lo costrinse a sottoscrivere la legge agraria promulgata da [[Gaio Mario]] in favore dei propri veterani, che egli, fortemente conservatore, avversava.
 
Pertanto si esiliò volontariamente a [[Rodi]], da cui fece ritorno nel [[99 a.C.]] richiamato dalla reazione oligarchica contro Mario e anche grazie all'opera dei suo figlio [[Quinto Cecilio Metello Pio]], che proprio in quel frangente si guadagnò il suo appellativo in virtù della devozione al padre.