Basso Medioevo: differenze tra le versioni

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L'impero bizantino nel frattempo si era ridotto a poco più della sua capitale e l'area circostante, con i pirati turchi che scorrazzavano per l'Egeo danneggiando i traffici di genovesi e veneziani. Inoltre l'avanzata nei Balcani, con i turchi a poca distanza ormai dal Danubio, iniziò a far preoccupare seriamente gli europei, anche se non si riusciva a prendere iniziative concrete. Una conferenza indetta ad [[Avignone]] da [[Innocenzo IV]] riuscì solo a creare la solita lega tra chi aveva interessi imminenti nell'area, cioè Venezia, Cipro e i Cavalieri di Rodi, che cercarono di attaccare il Dardanelli senza alcun successo (l'unico effetto notevole fu che diede il pretesto di una nuova crociata che fece stipulare la [[pace di Brétigny]] tra inglesi e francesi).
 
Nel [[1361]] gli Ottomani indisturbati arrivarono alle mura di Costantinopoli, mentre il [[regno di Cipro|re di Cipro]] riteneva ancora che il nemico da combattere fosse il [[sultano|sultanato]] [[Mamelucchi|del Cairo]], sferzando un inutile assalto al porto di Alessandria ([[1365]]). Ancora [[Amedeo VI di Savoia]] con una modesta flotta conquistò Gallipoli ([[1366]]), ma appena se ne andò i turchi la ripresero. Nei Balcani l'avanzata turca sembrava inarrestabile: il sultano [[Bayezid I]] sconfisse i serbi nella [[battaglia della Piana dei Merli]] ([[1389]]) ed arrivò a dominare a vario titolo la [[Valacchia]], la [[Bulgaria]], la [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]] e la [[Tessaglia]].
 
A quel punto il ''basileus'' [[Manuele II Paleologo|Manuele II]] era arrivato al punto di essere disposto a viaggiare personalmente in Europa in cerca d'aiuto, ma essendo a corto di denaro propose a Venezia la vendita dell'isola di [[Lemnos]]. I veneziani però, desiderosi ormai di allearsi con i nuovi padroni risposero all'imperatore di tenere ancora pazienza.