Commodo: differenze tra le versioni
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E poiché Commodo non era pazzo, come molti sostennero, anche se amava esibirsi come gladiatore e in prove di forza, egli intelligentemente si assicurò subito la fedeltà dell'esercito e del popolo romano con ampie elargizioni (''[[donativa]]'' e ''[[congiaria]]''), governando così da vero e proprio [[monarca assoluto]], al riparo dalle continue congiure del Senato e mantenendo il potere per dodici lunghi anni. In una di queste congiure venne coinvolta anche la sorella, Lucilla (oltre ad altri membri della famiglia, come il cognato e un nipote, figlio di Cornificia), che Commodo fece prima esiliare e poi uccidere (non invece il marito, Pompeiano, che preferì autoesiliarsi, e Cornificia). Un'altra sorella, [[Fadilla]], fu invece, insieme al marito, una delle più fedeli consigliere del fratello.<ref>{{cita|Erodiano|''Commodo'', I, 13.1}}; {{cita|Historia Augusta|''Commodus''}}</ref> A conclusione del principato di Marco Aurelio, Cassio Dione scrisse un elogio all'imperatore, seppure descrivendo il passaggio a Commodo con dolore e rammarico:
{{Citazione|[Marco] non ebbe la fortuna che meritava, perché non era forte nel corpo ed era stato coinvolto in una moltitudine di problemi durante tutto il suo regno. Ma da parte mia, lo ho ammirato tanto, più per questo motivo, che tra difficoltà insolite e straordinarie, sopravvisse e conservò l'impero. Solo una cosa gli impedì di essere completamente felice, cioè, dopo aver dato l'educazione migliore possibile al figlio, rimase enormemente deluso da lui. Questa materia deve essere il nostro prossimo argomento, per cui la nostra storia ormai discende da un regno d'oro a uno di ferro e ruggine, come fu per i Romani quel giorno.|{{cita|Cassio Dione|72, 36.3-4}}.}}
=== Il Principato (180-192) ===
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