Santo: differenze tra le versioni

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{{F|religione|gennaio 2010}}
 
'''Santo''' (dal [[lingua latina|latino]] ''sanctus'', [[participio passato]] di ''sancīre'', sancire -un patto-, in quanto chi lo recede incorrerebbe a sanzione, proteggere con sanzione, ma anche stabilire per legge e quindi, nell'accezione originaria, ciò che è inviolabile, cioè [[sacro]], in quanto protetto da una sanzione [più che in sé]; a sua volta da [[Sanco]], il dio dei giuramenti; abbreviato, secondo l'uso più comune al singolare in s. oppure S., al superlativo in SS. - riferito a ''Gesù'' o a ''Maria'' -, e al plurale in ss. oppure Ss.)<ref>Vedi il Dizionario Gabrielli; uso opposto nella [[Vocabolario Treccani|Treccani]]: [http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/S/santissimo.aspx?query=santissimo] - [http://www.treccani.it/vocabolario/ss/ Ss.] sul Dizionario Treccani Online</ref> è attributo di un essere, oggetto o manifestazione che si ritiene essere correlato alla [[divinità]]. Nel significato moderno, il termine santo è utilizzato principalmente riferendosi a ciò che si ritiene inviolabile, in quanto consacrato da una legge religiosa, oppure venerato religiosamente, o considerato degno di venerazione.
Santo beve, si droga, mangia, fa sesso e da Alfonzo citazione fa tutt cos.
 
<br />L'ortografia varia secondo le seguenti regole: al maschile singolare si tronca in ''san'' davanti a consonante diversa da ''[[S complicata|s impura]]'', davanti a gruppo consonantico e davanti a ''i [[Consonante approssimante|semiconsonante]]'': [[san Benedetto]], [[san Prisco]], [[san Jacopo]], [[santo Stefano]]; al maschile e femminile singolare si elide davanti a vocale: [[sant'Anna]], [[sant'Antonio]], [[sant'Orsola]].